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E' morto Welby. Il medico di Piergiorgio: abbiamo interrotto la terapia.
I radicali: rispettata la sua volonta'
L'annuncio è stato dato questa mattina in diretta da Radio Radicale: Marco Pannella ha comunicato che questa notte è morto Piergiorgio Welby. "Questa notte, esattamente 10 mesi dopo Luca Coscioni," - ha detto il leader Radicale - dopo una "tortura indicibile" Welby "ha raggiunto quello che ha desiderato, per cui ha lottato". Nelle scorse settimane Welby aveva aperto nell'opinione pubblica un ampio dibattito su eutanasia e accanimento terapeutico, con la lettera indirizzata a settembre al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella quale chiedeva il riconoscimento del suo diritto a metter fine alla sofferenza delle sue condizioni di vita.
In una conferenza stampa iniziata dopo le 11.00, i Radicali italiani hanno fatto sapere che "è stata realizzata la volontà di Welby", "è stato rispettato un suo diritto", come ha dichiarato l'on Cappato.
"Lunedì ho conosciuto Piergiorgio e mi ha confermato la sua volontà di interrompere l'assitenza e la cura e che la cosa potesse avvenire sotto sedazione - ha raccontato il medico - Ieri sera ho chiesto a Piergiorgio se la decisione del tribunale di riesaminare il ricorso potesse modificare la sua scelta e mi ha ribadito che no, non cambiava la sua determinazione. Piergiorgio mi ha chiesto di essere sedato e di interrompere la cura" e così è avvenuto.
"Credo che saremo in tanti a restare perennemente grati a Piergiorgo come a Luca per quanto avranno saputo concepire e realizzare, per quello a cui hanno saputo dar corpo", ha detto Pannella. "Resteranno come fonte di forza, di amore, di speranza".
Per il premier Romano Prodi, Welby "è morto dopo questo lungo periodo di sofferenza, siamo vicini alla moglie e a i suoi cari. Dal punto di vista politico è chiaro che il dibattito già aperto proseguirà: il paese non può non tener conto del grande valore della vita umana e quindi riflettere su questo caso. Non come caso singolo, ma come discorso generale. Sono convinto che la legislazione può arrivare fino ad un certo punto: dopo in questi casi c'è sempre una scelta che può fare, quando è in grado di farla, il malato, o che possono fare i suoi familiari, i medici, sempre nel rispetto assoluto della vita".
Proprio al presidente del Consiglio Welby aveva indirizzato una lettera nella quale scriveva: “Da aprile di quest'anno è cominciato il vero e proprio crollo del mio fisico. Sentivo sempre più il peso degli arti e la respirazione diventava via via sempre più difficoltosa nonostante il supporto del ventilatore automatico, come se un peso mi schiacciasse il petto. Due mesi fa aspettavo ancora la notte e il suo sonno che mi allontanava per qualche ora dall'incubo del giorno. Ora anche la notte è diventata un incubo perché fatico a respirare e nel sonno vado in frequenti apnee che mi svegliano con il senso di soffocamento. E' una tortura insopportabile” .
Nei giorni scorsi anche il Vaticano era intervenuto sull'argomento. Il ministro della Salute, Javier Lozano Barragan, ha detto che "se i medici dimostreranno che si tratta di accanimento terapeutico perché tenerlo in vita significa solo prolungare la sua agonia, allora si potrebbero staccare le macchine".
Ma ieri il Consiglio superiore della Sanità aveva detto che nel caso di Welby non c'era accanimento terapeutico perché di accanimento si può parlare “in quei casi in cui un paziente è sottoposto a trattamenti sanitari in eccesso rispetto ai risultati ottenibili e non in grado, comunque, di assicurare al paziente una più elevata qualità della vita residua in situazioni in cui la morte sia imminente e inevitabile".
Volontè: arrestare i responsabili
Durissima la reazione del capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volontè: arrestare i "colpevoli di questo omicidio".
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