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Ricevo e pubblico una lettera di Maria Fidia Moro.
" Gentile Signor Grillo ,
mi permetto di scriverle, anche senza conoscerla personalmente, per chiedere il suo aiuto. Sono Maria Fida , la figlia maggiore di Aldo Moro. Questo è il 29° anno dalla tragica morte di mio padre ed il potere non si è ancora stancato della cortina fumogena creata ad arte al fine di adombrare la verità storica del caso Moro oscillando tra due poli: la congiura del silenzio (un silenzio assordante) da una parte e la memoria negata dall'altra. Ma il peggio del peggio è quando si mettono in scena film e spettacoli teatrali quasi sempre basati su fonti parziali o discutibili. Una vera apoteosi dell'ingiustizia! segue ...
Mondo intero - 31.12.2006 |
Il 2006 si chiude con 24 guerre in corso, due in meno di dodici mesi fa |
Rispetto alla fine del 2005, non si combatte più in Nepal, Burundi, Waziristan e Balucistan, ma nuovi conflitti sono scoppiati in Libano e Repubblica Centrafricana. La maggioranza delle guerre in corso si concentrano come sempre in Africa (Somalia, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Nigeria, Ciad, Etiopia, Costa d'Avorio) e in Asia (Afghanistan, Kashmir, India, Sri Lanka, Myanmar, Thailandia e Filippine). Sempre in fiamme il mondo arabo (Iraq, Palestina, Libano e Algeria). Si combatte ancora anche in Europa (Cecenia e Turchia) e in America latina (Colombia e Haiti). Medio Oriente. Il 2006 è stato caratterizzato dalla guerra in Libano. Dopo il ritiro delle truppe israeliane nel 2000, il conflitto tra le milizie di Hezbollah e l'esercito di Tel Aviv ha di nuovo infiammato l'area. Da una parte, gli Stati Uniti e Israele accusano la Siria e l'Iran di aver utilizzato Hezbollah per i propri fini, dall'altra la guerra libanese ha fatto passare in secondo piano il dramma della popolazione palestinese. Un anno fa, in Palestina, si era fatta strada la speranza, con lo sgombero dei coloni dalla Striscia di Gaza, ma oggi la situazione è degenerata in una potenziale guerra civile tra Hamas e Fatah, in uno scenario bloccato dove i primi hanno vinto le elezioni, ma i secondi sono gli unici riconosciuti dalla comunità internazionale. La situazione in Iraq, dopo 4 anni, è drammatica: il 2006 ha segnato il massimo tributo di sangue dall'inizio della guerra. Il programma nucleare iraniano pare annunciarsi come l'argomento chiave del 2007, assieme alla frattura tra sunniti e sciiti che dall'Iraq s'irradia in tutto il mondo arabo e islamico. Asia. Il 2006 è stato per Afghanistan l'anno di guerra più intensa dalla cacciata dei talebani: il livello del conflitto è ormai paragonabile a quello iracheno e la Nato fa fatica a contrastare la resistenza talebana nel sud del paese. Nel vicino Waziristan pachistano, retrovia dei talebani, è invece finita la guerra tra questi e l'esercito di Musharraf, il quale ha cessato le ostilità anche con gli indipendentisti del Balucistan. Prosegue invece senza sosta la sanguinosa guerra per procura tra Pakistan e India per il controllo del Kashmir indiano. Sempre in India, sono ancora attive le guerriglie in Andra Pradesh e Assam. Sanguinosa recrudescenza, quest'anno, della guerra in Sri Lanka tra governo e Tigri tamil dopo la tregua post-tsunami. Mentre è tornata la pace in Nepal dopo dieci anni di guerra tra governo e ribelli maoisti. Continuano i conflitti nelle Filippine (guerriglia comunista al nord e islamica al sud), la guerra della giunta militare birmana contro la minoranza karen e la ribellione islamica nella Thailandia del sud. I test nucleari nordcoreani hanno innescato un'inquietante corsa al riarmo in Giappone, Taiwan e Cina. Africa. E' un bilancio in chiaroscuro quello dell'Africa nel 2006. Se il conflitto in Burundi è praticamente concluso e ci sono buone prospettive perché termini anche quello ugandese, si sono aggravate le crisi in Darfur (coinvolgendo anche i vicini Ciad e Repubblica Centrafricana) e in Somalia, dove la recente caduta delle Corti islamiche fa temere per una possibile rinascita delle milizie protagoniste della guerra civile. In Nigeria continuano gli attacchi dei gruppi ribelli del delta del Niger contro le installazioni petrolifere straniere, mentre in Costa d'Avorio la guerra civile vive ormai da quattro anni una situazione di stallo. Buone notizie arrivano dai processi di transizione in Liberia, che ha eletto il nuovo presidente, e in Angola e Sierra Leone, dove nel 2007 si dovrebbero tenere le prime elezioni del dopoguerra. Transizione che si è conclusa nella Repubblica Democratica del Congo con la rielezione a presidente di Joseph Kabila, nonostante nell'est del paese si registrino ancora sporadici scontri tra esercito e gruppi di dissidenti e miliziani.
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