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a cura della Dott. Luisa Barbieri
Rappresenta uno dei cardini del programma rieducativo alimentare. Non è rappresentata da una semplice copia, assorbimento passivo degli oggetti, dei comportamenti, degli eventi che caratterizzano il mondo esterno, è, invece, il risultato dell'azione che ognuno di noi pone in essere in relazione agli stimoli e alla capacità di applicarli a ciò che sta vivendo, arrivando a trarne le sue personalissime conclusioni e conseguentemente le sue regole.
Sono attività di pensiero, prima che fisiche, e il pensiero si forma sulla conoscenza interiorizzata e quindi elaborata sino all'interazione fisica col mondo.
L'interazione porta inevitabilmente ad un processo di trasformazione dell'oggetto cui è destinata, oltre che ad una trasformazione del pensiero che l'ha indotta.
La trasformazione cognitiva comporta l'investimento dell'oggetto di significati; la conoscenza di per sé non agisce da motore, ma si trasforma in motore quando interagisce e conseguentemente crea dei significati che a loro volta si traducono in azioni, comportamenti, pensieri e nuove cognizioni …. come se si innescasse un processo inesauribile di apprendimento e di cambiamento.
I sistemi cognitivi non sono dunque innati, ma si costruiscono sull'onda del processo interattivo che presuppone il superamento della paura del nuovo, la disponibilità all'apprendimento, l'elaborazione mentale e la sperimentazione.
Ogni nuova organizzazione intellettiva proviene da ciò che agisce da substrato, ciò che già si è consolidato, e tende a generarne altre sempre più complesse sino alla formulazione di strutture logiche applicabili al singolo evento (es. un problema che credevamo di non essere in grado di risolvere).
Le prime strutture mentali organizzate in schemi sensomotori infantili tendono ad organizzarsi a livello simbolico, generano una logica di pensiero, vengono coordinate da sistemi sempre più raffinati e concettualizzati. Ci danno la possibilità di pensare, agire e proiettarci verso obiettivi nati dalla nostra capacità critica orientata sia verso noi stessi che verso gli altri e l'ambiente nel quale viviamo.
La cognizione è supportata dallo stimolo proveniente per lo più dall'ambiente esterno e questo è uno dei motivi che rinforza il programma rieducativo che tende, per l'appunto, ad indurre stimoli, ad aprire nuove “finestre” sul mondo affinché ciò che già appartiene agli usufruitori possa trasformarsi in pensiero concretizzabile in azione vantaggiosa al proprio benessere.
Ognuno di noi può, poi, scegliere se “guardare fuori dalla finestra”, se fermarsi ad una distanza che reputa essere di protezione, oppure se non guardare affatto.
Già la possibilità di scegliere se fare o non fare, pur nella consapevolezza che quell'oggetto esiste, rappresenta uno stimolo cognitivo e forma il pensiero libero.
Il pensiero si deve adattare utilizzando l'assimilazione e l'accomodamento ed organizzare coordinando gli schemi sensomotori e le strutture simboliche.
Assimilando si viene a strutturare il dato esterno, lo si conosce e gli si attribuisce un significato; accomodando si tende ad integrare il nuovo dato negli schemi precostituiti che già possediamo.
Organizzando gli schemi si generano nuove organizzazioni cognitive sempre più complesse, nuove forme di conoscenza nelle quali si attua un equilibrio fra i processi elementari di assimilazione e di accomodamento e quelli di organizzazione e adattamento.
Assimilare, accomodare, organizzare sono azioni che operano attraverso l'autocorrezione, che si svolgono sulla base delle informazioni che provengono dall'esterno e delle organizzazioni cognitive già esistenti dentro di noi.
Il pensiero critico che ci porta a vivere la libertà da noi stessi e dal mondo ha bisogno per crescere, rinforzarsi ed esistere di continui stimoli organizzati e potenti.
Per valutare correttamente la potenza dello stimolo non si può prescindere dall'individuo e dalla sua concezione del sé e dell'altro, oltre che dell'esperienza. In ogni caso si è visto che gli stimoli più pregnanti nascono dalla conoscenza del sociale, dall'apertura verso l'altro soprattutto se l'altro è profondamente diverso da sé.
La cognizione nasce quindi dall'interazione tra il soggetto e la realtà esterna, l'evoluzione cognitiva si realizza in una graduale separazione fra quello che dipende da noi e quello che dipende dalle proprietà dell'oggetto e quello che deriva dalla forma dell'interazione dell'uno sull'altro.

 

 

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