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28° anniversario commemorativo della strage
del 2 Agosto 1980 alla stazione di Bologna
Riprese effetuate durante il 28° anniversario della strage del 2 Agosto 1980 alla stazione di Bologna in cui morirono 85 persone e 200 risultarono ferite.
Sono intervenuti:
Paolo Bolognesi - Presidente della Associazione Familiari e Vittime della Strage
Sergio Cofferati - Sindaco di Bologna
Gianfranco Rotondi - Ministro per l'attuazione del programma di Governo
All'interno, lettura di un messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
28 anni dopo la strage: cosa ne pensa la gente ?
NADiRinforma ha raccolto alcune dichiarazioni dalle persone che hanno partecipato alla manifestazione commemorativa il 28° anniversario della strage alla stazione di Bologna. Dai tentativi orientati alla revisione delle sentenze che giunsero alla condanna di militanti di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari ora pare ci si voglia orientare verso la cosiddetta pista palestinese già a suo tempo proposta dall'allora Presidente del Consiglio, Francesco Cossiga, al vissuto di ingiustizia subita dalle vittime e dai loro famigliari. I cittadini sentono crescere sempre più il desiderio di verità che, unito, alla condivisione del dolore crea e sostiene la memoria per ciò che il Paese intero ha vissuto durante i lunghi e bui anni di piombo. I giovani si uniscono in un abbraccio carico di emozioni comprendendo il grande valore della memoria storica a sostegno della costruzione di un futuro civile e democratico. Tra le novità di quest'anno, ci dice Paolo Bolognesi, Presidente dell'associazione delle vittime, assieme al francobollo commemorativo, sono stati realizzati spilloni da giacca raffiguranti l'orologio della stazione con le lancette ferme alle 10:25 (ora della strage) e la scritta “per non dimenticare” utilizzando l'oro della P2 (712 grammi) donato all'associazione dai giudici Colombo e Turone, quale parte del risarcimento di una causa di diffamazione vinta dagli stessi magistrati contro Licio Gelli.
Non dimenticare Bologna
Giovedì 24 Luglio 2008 09:00 - tratto da: www.lottadiclasse.it
La strage di Bologna è uno degli atti terroristici più gravi avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra , verificatosi sabato 2 agosto 1980 .
Alle 10.25, nella sala d'aspetto di 2° Classe della Stazione di Bologna Centrale , un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, esplode uccidendo ottantacinque persone e ferendone oltre duecento.Per Bologna e per l' Italia è stata una drammatica presa di coscienza della recrudescenza del terrorismo .La bomba era composta da 23 Kg di esplosivo : una miscela di 5 Kg di tritolo e T4 dettaCompound B, potenziata da 18 Kg di gelatinato ( nitroglicerina ad uso civile). L'esplosivo, di fabbricazione militare, era posto in una valigetta sistemata a circa 50 cm d'altezza su di un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell'ala ovest della stazione, allo scopo di aumentarne l'effetto ] .
La detonazione si udì nel raggio di molti chilometri e causò il crollo di un'ala intera della stazione investendo in pieno il trenoAncona - Chiasso in sosta al primo binario e il parcheggio dei taxi antistante.
Subito dopo l'attentato, il governo presieduto da Francesco Cossiga , e le forze di polizia attribuirono lo scoppio a cause fortuite, ovvero all'esplosione di una caldaia nel sotterraneo della stazione.
Non appena apparvero più chiare le dinamiche e fu palese una matrice terrorista, attribuirono la responsabilità della strage al terrorismo nero .
Già il 26 agosto dello stesso anno la Procura della Repubblica di Bologna emise ventotto ordini di cattura nei confronti di militanti di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari : Roberto Fiore e Massimo Morsello (futuri fondatori di Forza Nuova ), Gabriele Adinolfi , Francesca Mambro , Elio Giallombardo , Amedeo De Francisci , Massimiliano Fachini , Roberto Rinani , Giuseppe Valerio Fioravanti , Claudio Mutti , Mario Corsi , Paolo Pizzonia , Ulderico Sica , Francesco Bianco , Alessanro Pucci , Marcello Iannilli , Paolo Signorelli , PierLuigi Scarano , Francesco Furlotti , Aldo Semerari , Guido Zappavigna , GianLuigi Napoli , Fabio De Felice , Maurizio Neri . Vengono subito interrogati a Ferrara, Roma, Padova e Parma. Tutti saranno scarcerati nel 1981.
Tornando a Cossiga, è significativo come, il 15 marzo 1991, al tempo della sua presidenza della Repubblica, affermò di essersi sbagliato a definire "fascista" la strage alla stazione di Bologna e di essere stato mal indicato dai servizi segreti. Attorno a questa strage, come era già avvenuto per la Strage di piazza Fontana nel 1969 , si sviluppò tutto un cumulo di affermazioni, controaffermazioni, piste vere e false, tipiche di altri tragici avvenimenti della cosiddetta strategia della tensione .
Lentamente e con fatica, attraverso una complicata e discussa vicenda politica e giudiziaria, e grazie alla spinta civile dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 si giunse ad una sentenza definitiva di Cassazione il 23 novembre 1995 : vennero condannati all' ergastolo , quali esecutori dell'attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro , che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre l'ex capo della P2 Licio Gelli , l'ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il depistaggio delle indagini.
Il 9 giugno 2000 la Corte d'Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio: nove anni di reclusione per Massimo Carminati , estremista di destra, e quattro anni e mezzo per Federigo Mannucci Benincasa , ex direttore del SISMI di Firenze , e Ivano Bongiovanni , delinquente comune legato alla destra extraparlamentare. Ultimo imputato per la strage è Luigi Ciavardini , con condanna a 30 anni confermata nel 2007 . Anche lui continua a dichiararsi innocente.
Eventuali mandanti della strage non sono mai stati scoperti.
A causa del protrarsi negli anni delle vicende giudiziarie e dei numerosi comprovati depistaggi, intorno ai veri esecutori e ai mandanti dell'attentato si sono sempre sviluppate numerose ipotesi e strumentalizzazioni politiche divergenti dai fatti processuali che hanno portato alle condanne definitive dei presunti esecutori materiali della strage. Stando quanto riportato dai media nel 2004 e ripreso recentemente , Francesco Cossiga , in una lettera indirizzata a Enzo Fragalà , capogruppo di Alleanza Nazionale nella commissione Mitrokhin , ipotizza un coinvolgimento palestinese (a mano del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e del gruppo Separat di Iliz Ramirez Sanchez , noto come "comandante Carlos") dietro l'attentato.. Dalla sua cella, a Parigi , il terrorista rosso Ilic Ramirez Sanchez afferma che «la commissione Mitrokhin cerca di falsificare la storia» e che «a Bologna a colpire furono CIA e Mossad », con l'intento di punire e ammonire l' Italia per i suoi rapporti di fiducia reciproca con l' OLP , che si era segretamente impegnato a non colpire l' Italia in cambio di una certa protezione .
• Nel maggio 2007 il figlio di Massimo Sparti (delinquente legato alla banda della Magliana e principale accusatore di Fioravanti) dichiara «mio padre nella storia del processo di Bologna ha sempre mentito», aprendo nuovi spiragli ed ipotesi .
• In un'intervista rilasciata l' 8 luglio 2008 , l'ex Ministro dell'Interno dell'epoca e successivamente Presidente del Consiglio Francesco Cossiga , dichiara, per l'ennesima volta, che la Strage di Bologna non è da imputarsi a "terrorismo nero", ma ad un "incidente" di gruppi della resistenza Palestinese operanti in Italia. Nel corso dell'intervista cita fonti precise. Si dichiara oltresì convinto dell'innocenza dei "presunti terroristi neri" Mambro e Fioravanti .
Morale della favola i morti non hanno avuto giustizia a causa della precisa volontà dello "Stato" di accertare le vere responsabilità e i veri autori e mandanti, trincerandosi dietro improbabili segreti di stato come per le altre orribili stragi che hanno insanguinato e terrorizzato l'italia con il vero intento di impedire la crescita del movimento dei lavoratori.
Morte al fascismo.
Mostra fotografica dedicata alle
Vittime della strage di Bologna
NADiRinforma: il Centro Sociale G.Costa dal 24 luglio 2008 ospita la mostra fotografica dedicata alla Vittime della strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980. Ne parliamo con Paolo Bolognesi (Presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980) che afferma il valore della memoria tesa a risvegliare le coscienze in relazione alla purulenta piaga del terrorismo che, purtroppo, non si è sicuramente esaurito nel 1980. Si vorrebbe fare in modo che, oltre al ricordo, emergesse l'esigenza sociale atta ad impedire il ripetersi di eventi tanto tragici, quanto debilitanti il contesto sociale.
Bolognesi invita la cittadinanza a partecipare alla manifestazione del 2 agosto prossimo venturo in occasione del 28° anniversario della strage in segno di solidarietà verso i familiari delle vittime e di espressa volontà di giungere finalmente alla conquista di vera giustizia. >>>> segue
Visita il sito: http://www.stragi.it
Bologna 2 agosto 1980:
"Tutta un'altra strage"
N.A.Di.R. informa: il 7 novembre 2007 al Fuori Orario di Taneto di Gattanico (Reggio Emilia) si è tenuto un incontro alla presenza di Paolo Bolognesi (Presidente Assoc. Famigliari vittime del 2 agosto), Libero Mancuso (ex Magistrato – Assessore Comune di Bologna) e Riccardo Bocca (Caporedattore dell'Espresso – autore del libro "Tutta un'altra strage" – Ed. BUR) partendo dalla presentazione del libro di Bocca ed avventurandosi in considerazioni tanto angoscianti, quanto rispondenti alla realtà dei fatti sinora acquisiti circa la tragica giornata del 2 agosto 1980 a Bologna.
Sono passati tanti, troppi anni e da quel giorno che ha visto morire 85 innocenti. Si sono spesi fiumi di parole, si sono impegnati fior di Magistrati nei cinque gradi di giudizio che hanno condannato Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e, da ultimo, Luigi Ciavardini quali esecutori materiali, ma ... rimangono ancora tanti, troppi lati oscuri. Riccardo Bocca nel suo lavoro scompone il quadro ufficiale, fatto di depistaggi, menzogne e occultamenti, per permettere l'affiorare delle verità più scomode. L'analisi, rigorosamente fondata su fatti e notizie rimaste finora insabbiate, conduce il lettore entro l'esperienza collettiva degli anni '60,'70,'80 quando la democrazia del nostro Paese subì la dolorosa esperienza del terrorismo (rosso o nero). Sembrano anni lontani dalla realtà che stiamo a tutt'oggi vivendo, ma, attraverso la riflessione, ci si rende conto di quanto e come tale situazione persita ad oltranza perseverando l'attacco alla nostra democrazia.
Produzione: Arcoiris Bologna
La storia e la memoria
N.A.Di.R. informa: Stazione ferroviaria di Bologna: reading di Daniele Biacchessi accompagnato dal sassofono del jazzista Michele Fusiello Attraverso la voce, la musica e la tecnica del monologo, Daniele Biacchessi riannoda il lungo filo nero che conduce dalle stragi nazifasciste avvenute in Italia nel 1944 e 1945, alla scoperta del cosiddetto “armadio della vergogna” con i suoi centinaia di fascicoli rimasti sepolti per anni sugli eccidi a Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto, Fosse Ardeatine. Il racconto attraversa poi gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta con le stragi di Piazza Fontana e Questura di Milano, Piazza della Loggia di Brescia, Italicus, Stazione di Bologna, Rapido 904.
“Solo conservando la memoria nei tempi potremo sperare di costruire un futuro migliore”
Produzione: Arcoiris Bologna
La Tana del Satyro intervista
Paolo Bolognesi
Angelo Boccato, intervista Paolo Bolognesi presso la sede della Associazione dei familiari delle vittime della Strage del 2 agosto 1980, la più sanguinaria della stagione della strategia della tensione (85 morti e 200 feriti) , cercando di ripercorrere, a futura e presente memoria, la tremenda strage, attraverso differenti aspetti: dalla nascita dell' Associazione dei famigliari delle vittime della strage del 2 agosto, analizzando poi il lavoro comune portato avanti con altre associazioni dei familiari delle vittime di stragi come quella di Piazza Fontana e Piazza della Loggia, il segreto di Stato che permane e impedisce di fare chiara luce sulla tragica stagione delle stragi terroristiche, i processi seguiti alla strage e le loro sentenze, il ruolo della loggia massonica P2 del Venerabile Maestro Licio Gelli nei depistaggi, quello dell' organizzazione criminale romana denominata Banda della Magliana, le prove che indicano come esecutori Ciavardini, Mambro e Fioravanti, il legame tra la strage del 2 agosto 1980 e quella avvenuta circa un mese prima, quella di Ustica, le novità emerse dal libro “Tutta un' altra strage” di Riccardo Bocca, le motivazioni alla base della censura della matrice fascista dalla strage (da Giorgio Almirante e Francesco Cossiga fino all' ex sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca) al pari delle motivazioni della diffusa censura del terrorismo nero rispetto al terrorismo rosso e una discussione attorno alla frase pronunciata da Paolo Bolognesi durante l' ultima celebrazione della strage, il 2 agosto 2007: "In Parlamento siedono amici dei terroristi".
Per maggiori informazioni scrivere a : latanadelsatyro@hotmail.it
Visita il sito: www.latanadelsatyrio.blogspot.com
Visita il sito: www.stragi.it
Il filo della memoria
Un film di Daniele Biacchessi
Cortometraggio avuto per gentile concessione dell'Associazione tra i familiari delle vittime strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980.
Biografia di Daniele Biacchessi
Visita il sito: www.stragi.it
La strage
Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25, una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna.
Lo scoppio fu violentissimo, provocò il crollo delle strutture sovrastanti le sale d'aspetto di prima e seconda classe dove si trovavano gli uffici dell'azienda di ristorazione Cigar e di circa 30 metri di pensilina. L'esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario.
Il soffio arroventato prodotto da una miscela di tritolo e T4 tranciò i destini di persone provenienti da 50 città diverse italiane e straniere.
Il bilancio finale fu di 85 morti e 200 feriti. (testimonianze di Biacchesi e da "Il giorno")
La violenza colpì alla cieca cancellando a casaccio vite, sogni, speranze.
Maria Fresu si trovava nella sala della bomba con la figlia Angela di tre anni . Stavano partendo con due amiche per una breve vacanza sul lago di Garda. Il corpicino della piccola, la più giovane delle vittime, venne ritrovato subito. Solo il 29 dicembre furono riconosciuti i resti della madre.
Marina Trolese, 16 anni , venne ricoverata all'ospedale Maggiore, il corpo devastato dalle ustioni. Con la sorella Chiara, 15 anni, era in partenza per l'Inghilterra. Le avevano accompagnate il fratello Andrea, e la madre Anna Maria Salvagnini. Il corpo di quest'ultima venne ritrovato dopo ore di scavo tra le macerie. Andrea e Chiara portano ancora sul corpo e nell'anima i segni dello scoppio. Marina morì dieci giorni dopo l'esplosione tra atroci sofferenze.
Torquato Secci , impiegato alla Snia di Terni, venne allertato dalla telefonata di un amico del figlio Sergio, Ferruccio, che si trovava a Verona. Sergio lo aveva informato che a causa del ritardo del treno sul quale viaggiava, proveniente dalla Toscana, aveva perso una coincidenza a Bologna e aveva dovuto aspettare il treno successivo.
Poi non ne aveva più saputo nulla.
Solo il giorno successivo, telefonando all'Ufficio assistenza del Comune di Bologna, Secci scoprì che suo figlio era ricoverato al reparto Rianimazione dell'ospedale Maggiore.
"Mi venne incontro un giovane medico, che con molta calma cercò di prepararmi alla visione che da lì a poco mi avrebbe fatto inorridire", ha scritto Secci, "la visione era talmente brutale e agghiacciante che mi lasciò senza fiato. Solo dopo un po' mi ripresi e riuscii a dire solo poche e incoraggianti parole accolte da Sergio con l'evidente, espressa consapevolezza di chi, purtroppo teme di non poter subire le conseguenze di tutte le menomazioni e lacerazioni che tanto erano evidenti sul suo corpo".
Nel 1981 Torquato Secci diventò presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage.
La città si trasformò in una gigantesca macchina di soccorso e assistenza per le vittime , i sopravvissuti e i loro parenti.
I vigili del fuoco dirottarono sulla stazione un autobus, il numero 37, che si trasformò in un carro funebre.
E' lì che vennero deposti e coperti da lenzuola bianche i primi corpi estratti dalle macerie.
Alle 17,30, il presidente della Repubblica Sandro Pertini arrivò in elicottero all'aeroporto di Borgo Panigale e si precipitò all'ospedale Maggiore dove era stata allestita una delle tre camere mortuarie.
Per poche ore era circolata l'ipotesi che la strage fosse stata provocata dall'esplosione di una caldaia ma, quando il presidente arrivò a Bologna, era già stato trovato il cratere provocato da una bomba.
Incontrando i giornalisti Pertini non nasconse lo sgomento: "Signori, non ho parole" disse,"siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia".
Ancora prima dei funerali, fissati per il 6 agosto, si svolsero manifestazioni in Piazza Maggiore a testimonianza delle immediate reazioni della città.
Il giorno fissato per la cerimonia funebre nella basilica di San Petronio, si mescolano in piazza rabbia e dolore.
Solo 7 vittime ebbero il funerale di stato.
Il 17 agosto "l'Espresso" uscì con un numero speciale sulla strage.
In copertina un quadro a cui Guttuso ha dato lo stesso titolo che Francisco Goya aveva scelto per uno dei suoi 16 Capricci: "Il sonno della ragione genera mostri".
Guttuso ha solo aggiunto una data: 2 agosto 1980.
Cominciò una delle indagini più difficili della storia giudiziaria italiana.
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La vicenda politico - giudiziaria
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IL 2 AGOSTO 1980 ALLA STAZIONE DI BOLOGNA ESPLODE UNA BOMBA CHE CAUSA 85 MORTI 200 FERITI
L'avvio delle indagini trovò un incredibile iniziale ostacolo nel tentativo, protrattosi per 24 ore, di mettere in dubbio la natura dolosa dello scoppio, infatti vennero ipotizzate cause fortuite quali lo scoppio di una caldaia.
Si tentò, da un lato di evitare reazioni della piazza e dall'altra, come era successo per la strage di Piazza Fontana, di ritardare il rinvenimento di tracce utili.
L'intervento della Procura della Repubblica di Bologna fu tempestivo e l'approccio serio: gli investigatori misero subito a fuoco le protezione di cui il frastagliato mondo del terrorismo eversivo di destra aveva goduto e continuava a godere a Roma malgrado la città fosse stata sottoposta negli ultimi due anni ad una escalation di violenze e di attentati (di particolare significato l'attentato al C.S.M. e l'uccisione del Giudice Amato ).
Già alla fine di agosto comincia ad essere abbozzata una ipotesi accusatoria indirizzata anche verso ideatori e depistatori, ma il passaggio dell'inchiesta dalla Procura all'Ufficio Istruzione segna una sorta di inversione di tendenza: l'indagine comincia ad essere spezzettata. Viene inviata a Roma per competenza l'indagine sull'associazione eversiva. Si fanno più pesanti i depistaggi.
Eppure la strage era stata preannunciata anche un mese prima ( colloquio tra Rinani e Presilio ), negli ambienti dei servizi se ne troveranno addirittura tracce scritte (rapporto Spiazzi) - colloquio tra Amos Spiazzi e Ciccio Mangiameli –omicidio Mangiameli . Il giudice Amato,nelle audizioni del 25 marzo e 13 giugno 1980, davanti al CSM, aveva segnalato la pericolosità dinamitarda dei gruppi eversivi di destra ( audizioni del 25 marzo e 13 giugno 1980 ) -
Depistaggi : al momento dei primi arresti avvenne un incontro tra Licio Gelli (Gran Maestro della loggia massonica P2) e Elio Cioppa (Alto dirigente del S.I.S.M.I.) 'State sbagliando tutto, la pista è quella internazionale':
In quel momento iniziano contrasti feroci all'interno del tribunale, in parte fomentati da pubblicazioni di stampa, che avvalorano tesi e avvenimenti fantasiosi tendenti a screditare i giudici che avevano svolto la prima parte dell'indagine, avvalorando poi un disegno massonico internazionale con l'obiettivo di portare i giudici su piste internazionali estremamente inverosimili e fantasiose. 'IL GRANDE LABIRINTO' giornalista PAMPARANA.
Tutto ciò causa grande sconcerto nell'opinione pubblica e nei familiari delle vittime. -
L'1 Giugno 1981 si costituisce
L'"ASSOCIAZIONE TRA I FAMILIARI DELLE VITTIME DELLA STRAGE ALLA STAZIONE DI BOLOGNA DEL 2 AGOSTO 1980" con lo scopo statutario di : " OTTENERE CON TUTTE LE INIZIATIVE POSSIBILI LA GIUSTIZIA DOVUTA ".
Al momento della costituzione vi sono 44 persone, poi si associano in 300.
Ogni 4 mesi l'Associazione va in tribunale ad incontrare i giudici, subito dopo convoca una conferenza stampa per far conoscere lo stato delle cose e la sua opinione.
Momenti di grande tensione che i familiari hanno sempre vissuto con grande dignità non lasciandosi portare in giro da falsi consiglieri.
Una delle cause, per cui i processi nelle altre stragi si sono chiusi con un nulla di fatto, è da ascriversi ai depistaggi che hanno avuto successo e ai collegi di difesa che si sono divisi affermando, molte volte, convinzioni di singoli avvocati. I depistaggi arrivarono a volte a provocare perfino la divisione all'interno dei collegi di difesa delle parti civili.
L'Associazione assume posizioni molto dure nei confronti di chiunque appaia sottovalutare la gravità della mancata risposta giudiziaria all'ansia dell'accertamento della verità. -
Il 6 Aprile 1983 assieme alle Associazioni delle stragi di Piazza Fontana, Piazza della Loggia, dell'Italicus costituisce a Milano l' Unione dei Familiari delle Vittime per Stragi
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All'inizio del 1984 inizia la raccolta di firme in calce alla proposta di legge di iniziativa popolare per : ' L'ABOLIZIONE DEL SEGRETO DI STATO NEI DELITTI DI STRAGE E TERRORISMO '. Consegnata all'On. Francesco Cossiga, allora Presidente del Senato, il 25 LUGLIO 1984, corredata da circa 100.000 firme, la legge deve ancora essere discussa dal nostro Parlamento. ( oggi 28.2.1997)
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Il 19 Gennaio 1987 inizia il processo , i giudici svolgono un
meticoloso lavoro di analisi degli antefatti teorici partendo dal Convegno dell'Istituto Pollio , la sentenza viene emessa l'11 Luglio 1988
I condannati per depistaggio sono tutte persone iscritte a logge massoniche e Licio Gelli è, come si è detto, il Gran Maestro della loggia massonica P2. Il Generale Pietro Musumeci e il Colonnello Giuseppe Belmonte sono alti ufficiali del S.I.S.M.I. servizio segreto militare
Nell'estate del 1989 l'avvocato di parte civile Roberto Montorsi incontra Licio Gelli e passa dalla parte degli imputati tradendo la fiducia che gli era stata accordata. -
Subito si scatena una campagna che cerca di squalificare tutto il lavoro dei magistrati, dell'Associazione e del Collegio di Parte Civile .
Vi fu una campagna di stampa martellante che per tutta l'estate fino all'apertura del processo d'appello ( ottobre 1989), prendendo le difese dell'avvocato, considerava l'inchiesta frutto di un teorema, e di un intrigo del partito comunista.
L'Associazione fu accusata di fare un'attività di spionaggio cercando di far passare come illecita la sua attività di informatizzazione degli atti del processo.
Questa fu la preparazione del processo d'Appello, il clima di tutto il procedimento risentì di quella situazione. -
Il processo d'Appello iniziò nell'ottobre 1989 la sentenza fu emessa il 18 Luglio 1990 . TUTTI ASSOLTI DALL'ACCUSA DI STRAGE.
Da segnalare: il Procuratore Generale aveva chiesto l'appesantimento delle pene.
La sentenza fu definita dall'Associazione una Provocazione.
Immediata presa di posizione dell'M.S.I. che chiese la cancellazione dalla lapide presso la stazione di Bologna della scritta 'Strage Fascista'
Il Presidente del Consiglio Andreotti si disse d'accordo ed il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga chiese ufficialmente scusa all'M.S.I.. -
Il 2 Agosto 1990 il Senato approva una legge che porta lo stesso titolo di quella presentata dall'Unione 'Abolizione del segreto di stato nei delitti di Strage e terrorismo', ma nulla ha a che fare con quella, anzi peggiora quella esistente.
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Il 12 Febbraio 1992 le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione emette la sentenza .
IL PROCESSO D'APPELLO VA RIFATTO !
La Corte ha sentenziato che la sentenza d'Appello è:
- ILLOGICA
- PRIVA DI COERENZA
- NON HA VALUTATO IN TERMINI CORRETTI PROVE E INDIZI
- NON HA TENUTO CONTO DEI FATTI CHE PRECEDETTERO E SEGUIRONO L'EVENTO
- IMMOTIVATA O SCARSAMENTE MOTIVATA
- IN ALCUNE PARTI I GIUDICI HANNO SOSTENUTO TESI INVEROSIMILI CHE NEPPURE LA DIFESA AVEVA SOSTENUTO.
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Inizio del 2° Processo d'Appello ottobre 1993 , termine 16 Maggio 1994
CONFERMA DELL'IMPIANTO ACCUSATORIO DEL PROCESSO DI 1° GRADO. -
Il 12 giugno 1994 appare un'intervista della Mambro e Fioravanti sul Corriere della Sera; l'argomento era : ' NOI ALL'ERGASTOLO LORO AL GOVERNO ' si prendevano in considerazione le esperienze passate di alcuni esponenti di Alleanza Nazionale( Gasparri, Storace, Bontempo, Fini), rilevando il passato comune, la militanza comune, l'offerta di cariche elevate all'interno dell'M.S.I. in favore della Mambro.
Circa un mese dopo viene fondato a Roma nella Sede dell'ARCI il comitato in difesa della Mambro e Fioravanti ' E se fossero innocenti '. Questo comitato a cui aderiscono intellettuali di tutte le estrazioni propone tesi che nulla hanno a che fare con la realtà processuale. Il materiale che in tribunale aveva fatto figure penose perché non supportato da nulla viene ora riproposto all'opinione pubblica per confonderla.
Risposta immediata da parte dell'Associazione, viene stampato un libretto intitolato 'Contributo alla Verità' in cui vengono riportate le tesi del comitato confutate sulla base degli atti processuali e non con valutazioni sentimentali o ipotetiche.
La campagna di disinformazione di questo comitato dilaga su tutti i giornali, le televisioni di stato gli concedono ampi spazi, le televisioni FININVEST dedicano almeno 3 trasmissioni di 2 ore altre televisioni ne ospitano costantemente alcuni esponenti di spicco.
Cercano di far accreditare nell'opinione pubblica la tesi dei due capri espiatori. -
Il 2 agosto 1995 il Senato approva di nuovo una legge che ha lo stesso titolo di quella proposta dai familiari delle vittime : ABOLIZIONE DEL SEGRETO DI STATO NEI DELITTI DI STRAGE E TERRORISMO, ma il contenuto prevede ancora la possibilità di porre il segreto di stato per quei reati.
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Fine 1994: Viene nominato presidente della "Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi" il senatore Giovanni Pellegrino.
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Alla fine del 1995 il senatore redige una pre-relazione stampata nel volume "Luci sulle stragi": l'Assocciazione ne disapprova il contenuto .
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Prima dell'inizio del processo in Cassazione gli imputati mettono in atto un ennesimo depistaggio. Richiesta di archiviazione del Giudice Giovagnoli su caso Sparti De Giglio
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Il 22 Novembre inizia il processo in Cassazione , la sentenza viene emessa il 23 Novembre 1995 .
VIENE CONFERMATA NELLA SOSTANZA LA SENTENZA DEL 2° PROCESSO D'APPELLO .
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Nel 1996 il senatore Pellegrino viene rieletto alla commissione e l'Associazione dirama un comunicato .
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Il 18 giugno 1996 la Corte d'Appello di Firenze assolve Picciafuoco; il Procuratore Generale ricorre in Cassazione.
La Cassazione assolve in via definitiva Picciafuoco
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2000: Esce il volume Giovanni Fasanella e Claudio Sestieri con Giovanni Pellegrino, "Segreto di Stato. La verità da Gladio al caso Moro", Einaudi, 2000. ( considerazioni di Gianni Flamini )
Vicenda Ciavardini:
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Il 30 gennaio 2000 il Tribunale per i Minorenni di Bologna emette la sentenza in cui condanna il terrorista Luigi Ciavardini per la banda armata finalizzata alla strage.
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Il 9 marzo 2002 la Corte d'Appello di Bologna condanna il terrorista Luigi Ciavardini per la banda armata finalizzata alla strage di Bologna e per la partecipazione all'esecuzione della strage.
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Il 17 dicembre 2003 la suprema Corte di Cassazione condanna in via definitiva il terrorista Luigi Ciavardini per la banda armata finalizzata alla strage di Bologna, pone 5 domande ai giudici di merito per definire la sua partecipazione all'esecuzione della strage.
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Il 13 dicembre 2004 la Corte d'Appello del Tribunale di Bologna condanna il terrorista Luigi Ciavardini per l'esecuzione della strage
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11 aprile 2007 sentenza definitiva di Cassazione
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