Rassegna stampa medica_presentazione
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President Obama On the Passage of Health Reform
Finalmente Barack!
di Dino Moio 23 marzo 2010
“Yes We Can!”
Ebbene sì, finalmente il Presidente americano ha lasciato un segno forte e tangibile del suo passaggio alla White House , e lo ha fatto nella maniera più pirotecnica possibile, attuando quella riforma al sistema sanitario che non era riuscita a nessuno dei predecessori in cento anni di proposte e discussioni. Ci avevano provato Roosevelt e Johnson ottenendo però rispettivamente la Social Security ed il Medicare , che furono sicuramente novità per il sistema sanitario nordamericano, ma ben lontane da una riforma verso un sistema di tipo europeo.
Come per tutte le battaglie naturalmente questa vittoria parte da lontano, e ha visto come acerrimi nemici i pilastri del mondo dei conservatori, Chiesa e Repubblicani, che come al solito si sono mostrati avversari ostici e pronti ad utilizzare ogni strumento politico ed istituzionale per impedire questa vittoria. Il primo colpo è stato sparato un anno fa, con un compromesso sull'aborto che poi ha portato alla tanto agognata riforma. Naturalmente la vittoria, 219 voti favorevoli contro 212, è stata risicata e sul filo del rasoio, anche perché il compattissimo fronte repubblicano è riuscito a strappare qualche franco tiratore (alla fine 34 in tutto) dallo schieramento opposto, rendendo l'esito incerto fino alla fine dei giochi. E così, quando il contatore elettronico ha sancito il raggiungimento della maggioranza, l'ala democratica dell'aula è esplosa in un urlo liberatorio, un urlo di vittoria: “ Yes we can ”, che ha accompagnato il presidente durante tutta la campagna politica, che rimbomba nella testa dei suoi elettori e sostenitori, che lo accompagnerà durante tutta la sua permanenza a Washington. Un urlo di speranza che ci incita a poter sconfiggere i poteri forti e le lobbies , a poter lottare per il rispetto dei diritti, a poter credere in un sogno, a poter scrivere una nuova storia.
Nancy Pelosi
E così quando Nancy Pelosi ha battuto, raggiante, il grande martello, non a caso lo stesso usato quando fu approvata un'altra importante riforma, Medicare, annunciando che la legge è passata, la sensazione di aver fatto qualcosa di grande ha pervaso i vincitori di questa battaglia. Ora il pacchetto tornerà al Senato, ma basterà la maggioranza semplice per passare, quindi si tratta quasi di una formalità.
Ma vi starete chiedendo praticamente cosa porta questa Riforma . Penso sia prima opportuno fare una panoramica del sistema sanitario statunitense sino a ieri. Questo in verità è un “non-sistema”, in quanto non corrisponde a nessun modello presente nei paesi industrializzati; inoltre, insieme al sistema cinese e sudafricano, è l'unico a non garantire una copertura sanitaria universale. La sanità si basa fondamentalmente sul settore privato, sia sul versante del finanziamento, tramite le assicurazioni, che della produzione ed erogazione di servizi.
Il canale più diffuso di assicurazione privata è quello basato sull'impiego: tanto più grande è l'impresa tanto maggiore è la probabilità che il datore di lavoro offra ai dipendenti questo tipo di benefit . In genere le imprese, a fronte di un versamento fisso annuale, iscrivono i propri dipendenti all' HMO ( Health Manteinance Organization ), che garantisce una serie di servizi tramite strutture e professionisti convenzionati. La restante parte della popolazione, ossia i liberi professionisti ed i lavoratori autonomi, o stipulano assicurazioni individuali iscrivendosi all'HMO, oppure si affidano alle più tradizionali, ma molto più costose, assicurazioni di rimborso. A questo vanno aggiunti i programmi di assistenza pubblica, Medicare e Medicaid, rivolti a particolari fasce della popolazione (anziani, donne incinta e disabili). Per cui, la mancanza di un sistema nazionale di protezione rende molto frammentata la rete assistenziale e produce la presenza di un consistente numero di cittadini privo di qualsiasi forma assicurativa. Il che comporta l'impossibilità di ricevere cure, assistendo impotente al sopravanzare delle malattie. A tal proposito, per chi voglia approfondire l'argomento consiglio il film di Michael Moore, Sicko, che mostra il dramma di queste persone e di come lo Stato si mostri indifferente verso chi non arricchisce il sistema dei poteri speciali. Grazie, però, alla riforma (una volta che sarà passata anche al Senato) sarà garantita un'assicurazione sanitaria per 32 milioni di americani che fino a ieri sarebbero stati abbandonati al proprio destino. Bambini con malattie congenite che non potevano ricevere cure, giovani che fino ai 26 anni potranno restare sotto la mutua dei genitori, sarà garantita una polizza ai malati cronici e non sarà permesso alle mutue di scaricare i propri malati, sarà agevolato l'accesso al sistema assicurativo anche alle piccole imprese. Insomma tutti gli americani avranno finalmente la sicurezza di ricevere le dovute cure.
Naturalmente il pacchetto di riforme approvato, sul piano economico, ha dimensioni mastodontiche, in quanto comporta la riorganizzazione totale di un sistema, e prevede l'investimento di 940 miliardi di dollari in 10 anni. D'altronde, come cita il noto adagio, “Roma non fu costruita in un giorno”.
Insomma, dopo mesi di accuse più disparate, dalle politiche adottate alla discutibile assegnazione del premio Nobel , finalmente Barack Obama ha mostrato al mondo di che pasta è fatto, e ha dimostrato che per poter dirigere un Paese non bisogna necessariamente fare arricchire lobbies e massonerie, ma orientare il cannocchiale verso coloro che mandano avanti lo Stato con il lavoro e l'impegno di tutti i giorni. E così mentre in Italia i nostri cari onorevoli passano la notte in Parlamento per rimediare alle loro porcate, dall'altro lato della strada si scrive la Storia. Ora sicuramente Obama può guardare alle elezioni di metà mandato con maggior fiducia e con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di importante.
Parafrasando un collega e connazionale di Barack: io ho un sogno, sogno che questa Riforma non resti un episodio unico ed isolato, ma possa rappresentare la svolta verso un nuovo modo di fare politica, una nuova era della Democrazia, un'era dove anche noi possiamo gridare fiduciosi con le mani al cielo “YES WE CAN!”
Che lezione, quella di Obama!
di Antonio Di Bella
Non più tardi di un mese fa perfino una obamiana di ferro come Kerry Kennedy mi aveva confessato che il nuovo sogno democratico cominciava a vacillare. Le critiche, diremmo noi, da sinistra prendevano il sopravvento, i delusi sopravanzavano gli ottimisti. Obama ha continuato a lavorare,a mediare, a coniugare visione e concretezza. E oggi può dire di essere riuscito là dove fallirono Clinton, Nixon e addirittura Truman. Certo non è tutto rose e fiori. La sanità privata è ancora forte, il prezzo da pagare alle prossime elezioni fa paura (ma Steve Greenberg sul Nyt di oggi dice di no, che i sondaggi sono pro Obama). Ma la svolta storica c'è stata: milioni di americani fin ad oggi senza assistenza oggi potranno essere curati. Visione, pragmatismo, tenacia.
La ricetta di Obama è tutta qui, e scusate se è poco.
Ecco la Riforma Sanitaria
22/03/2010

Con 219 voti favorevoli conto 212 la Camera dei Rappresentanti approva la storica riforma che offrirà copertura sanitaria ad altri 32 milioni di cittadini. Ora si aspetta l'ok dei Senatori.
Nonostante la defezione di 34 membri del suo partito, che hanno votato in forza con l'opposizione repubblicana, Barack Obama è riuscito a vincere la partita più importante del suo programma politico: quella sulla riforma sanitaria nazionale. Un passo storico, sostiene la stampa statunitense, che da Truman a Clinton ha visto fallire tutti i presidenti democratici. Nella notte fra domenica e lunedì sono stati due i fattori vincenti che hanno premiato gli sforzi dell'ex senatore dell'Illinois. Da una parte c'è stato il lavoro di Nancy Pelosi, speaker della Camera e fedelissima del presidente, che è riuscita a gestire con polso di ferro le correnti indipendentiste fra i democratici. Dall'altra c'è proprio il cambio di rotta, dell'ultimo minuto, di una di queste correnti. Precisamente quella dei cattolici antiabortisti capeggiati da Bart Stupak, deputato del Michigan. Nel corso di un incontro lampo fra i vertici della Casa Bianca, la Pelosi e i democattolici, Obama è riuscito ad agguantare, a votazione già aperta, gli ultimi "si" per superare definitivamente lo scoglio della Camera bassa. Il verdetto finale è stato 219 "si" contro 212 "no" di tutto il fronte repubblicano più, appunto, 34 democratici.
Cosa cambia. Lo stesso Obama ha dichiarato, pochi istanti dopo il voto, che "questa non è una riforma radicale ma è una grande riforma". L'inquilino della Casa Bianca, che comunque raggiunge un ottimo traguardo, è pienamente consapevole che il muro della Sanità privata negli States è impossibile da abbattere. Tuttavia, grazie alla nuova legge, la percentuale dei cittadini che saranno coperti da assicurazione medica passerà dall'attuale 83 al 95 percento entro il 2014. Sarà questa la data in cui il provvedimento, costato 940 miliardi di euro spalmati in 10 anni, entrerà a pieno regime.
Assicurazioni. Diventeranno obbligatorie per tutti, pena il pagamento di una multa, ad esclusione dei soggetti a basso reddito. Basta allo sciacallaggio ai danni dei meno abbienti. Le compagnie assicurative dovranno, a partire da quest'anno, attenersi dalle nuove disposizioni che proibiscono loro di negare la copertura sanitaria ai bambini affetti da patologie preesistenti al momento della sottoscrizione della polizza e di annullare gli accordi per gli adulti che si ammalano gravemente. Novità anche sul fronte Medicaid, il programma federale di assicurazione statale per i poveri, che si espande fino a coprire gli individui con un reddito che raggiunge il 133 percento del livello di povertà federale stabilito in 29.327 dollari annui per una famiglia di quattro persone. Dal 2014 scatterà, per la prima volta, la copertura per i single senza figli che rientrano nelle categorie protette dal Medicaid.
Verrà, infine, ritardata al 2018 la tassazione dei Cadillac Plans, i piani assicurativi ad alto costo. Tra otto anni tutti gli individui con un reddito superiore ai 200mila dollari pagheranno un'imposta di 10.200 dollari, portata a 27.500 dollari per le famiglie in cui i coniugi hanno entrate superiori ai 250mila dollari.
Lavoratori e Anziani. Passa la previsione, nata in Senato, che stabilisce che le imprese non saranno obbligate a offrire copertura sanitaria ai dipendenti. Tuttavia viene conteplata una tassa a carico del datore di lavoro quando sarà lo Stato a finanziare le assicurazioni dei suoi impiegati. Saranno interessate dal provvedimento tutte quelle aziende con minimo cinquanta lavoratori e i costi previsti ammontano a 2mila dollari per dipendente. Nel calcolo, fatto sull'intera forza lavoro dell'azienda, saranno compresi anche gli impiegati part-time che peseranno la metà di un dipendente a tempo indeterminato. Per gli anziani è stata prevista un'agevolazione nel Medicare per l'acquisto dei farmaci. Una volta superata la cifra di 2.830 dollari verrà stanziato, per quest'anno, un bonus di 250 dollari che, a partire dal 2011, si trasformerà in uno sconto del 50 percento sul totale dei medicinali acquistati. Dal 2020 la sovvenzione del programma federale coprirà il 75 percento delle spese sui farmaci che rimarrà a carico dei cittadini per il restante 25 percento.
Aborto. Il punto più ideologico dell'intera questione e che ha costituito, fino a pochi istanti prima del voto, il nodo gordiano della manovra. Alla fine l'establishment di Washington è riuscito a mantenere la voce all'interno del disegno di legge votato lo scorso Natale dal Senato, specificando, però, che le operazioni per l'interruzione volontaria della gravidanza non peseranno sulle tasche dei contribuenti. Il contraente che vorrà ricevere assistenza sanitaria per un intervento abortivo dovrà pagare di tarsca propria un premio speciale che le assicurazioni saranno costrette a inserire nelle proprie polizze. Ogni Stato della federazione sarà libero di vietare, tramite propria legislazione, questa pratica di autofinanziamento dell'interruzione della gravidanza ove questa non riguardi casi di stupro, incesto e pericolo di vita della madre.
Antonio Marafioti
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