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“La personalità narcisistica”

a cura della Dott.ssa Paola Calzolari
Per giungere ad una definizione della personalità narcisistica è necessario dare uno schematica definizione dello sviluppo psicosessuale del bambino secondo Freud, mentre in seguito vedremo assieme il significato della parola narcisismo.
Secondo Freud lo sviluppo psicosessuale del bambino si distingue in due fasi:
•  fase pregenitale (0-3 aa.) distinta in:
•  fase orale (nel primo anno di vita)
•  fase anale (da 2 a 3 aa.)
•  fase genitale edipica (intorno ai 3 aa.)
•  fase di quiescenza
•  fase adolescenziale
•  fase adulta
“La Madonna del latte”
Nino Pisano (Pisa – inizio XIV sec.)

Lo stadio orale è caratterizzato dall'atto di succhiare il seno.
Il bambino dalla nascita ad 1 anno non è ancora in possesso di una motricità propria, non può soddisfare nessun desiderio da solo, a partire da quel di procurarsi il cibo: quando si fanno vivi gli stimoli della fame il bambino “allucina” un seno materno che lo allatti, ma senza la sollecitudine materna, che gli porge realmente il seno o il biberon, egli morirebbe di fame.
Da un lato abbiamo, quindi, un bambino che si sente capace di tutto, onnipotente (“il seno che mi allatta compare quando lo voglio io”), dall'altra l'evidente impossibilità di questo.
Da questa oscillazione tra un atteggiamento onnipotente ed il suo opposto, un atteggiamento frustrato, trarrà origine la sua futura personalità.
Introduciamo ora il concetto di “narcisismo”.
Narciso è una figura del mito greco, un fanciullo bellissimo che si innamorò della propria immagine riflessa in uno specchio d'acqua. Amandola tanto cercò di raggiungerla e, così facendo, cadde in acqua annegando.
Usiamo la parola “narcisismo” per indicare un amore per il proprio sé portato agli estremi. Per intenderci, è la nostra immagine allo specchio l'oggetto del nostro amore più grande.
“Narciso allo specchio” - Caravaggio
Il bambino molto piccolo è portatore di una forte carica narcisistica. In lui l'onnipotenza è ancora forte, è il proprio sé vissuto come onnipotente il principale oggetto d'amore.
Solo in seguito, attraverso i successivi stadi della crescita, (fase anale, edipica, adolescenziale) l'individuo imparerà a trovare fuori di sé i principali oggetti d'amore, spostando così da sé stesso agli altri la propria attenzione.
Il modello di tutte le future relazioni è rintracciabile nel rapporto madre-bambino: abbiamo visto come, all'inizio il bambino si ritenga onnipotente, tanto da reputarsi in grado di fare apparire il seno che lo allatta. Solo in seguito, traendo profitto dall'esperienza, il piccolo imparerà che è, invece, la madre ad andare da lui per allattarlo, e diverrà pertanto, la madre l'oggetto d'amore, poiché fonte di calore, cibo e benessere.
Vi sono individui che, per cause diverse, trovano difficoltà a percorrere questo cammino e non si distaccano facilmente dal grande narcisismo originario. Per loro, anche da adulti, gli altri non saranno mai veramente importanti, al centro del loro mondo vi sarà sempre e solamente il proprio sé.
Un po' come se, anche crescendo, queste persone non avessero mai rinunciato del tutto a credere che quel seno, o quel biberon, apparivano solo perché loro lo volevano.
Questo ha come conseguenza una difficoltà enorme ad avere e mantenere rapporti relazionali veri con gli altri, a dare e ricevere affetto ed amore ed a sentirsene gratificati in modo adeguato. Frequentemente avviene che questi bambini, diventati adulti affetti da un narcisismo patologico, provino amore non per gli altri individui reali, ma per ciò che il proprio narcisismo riconosce in loro di simile.
Mentre nella prima infanzia nell'adolescenza viene considerato fisiologico conservare un'alta quota di narcisismo, nella successiva vita adulta tale aspetto dovrebbe ridursi per permettere lo sviluppo di una personalità sana.
Come si presenta la personalità narcisistica adulta?
È caratterizzata da una visione di aspetti contraddittori: da un lato tali persone hanno un concetto molto elevato di sé, e dall'altro provano un bisogno sproporzionato di riconoscimento da parte degli altri.
Invidiano gli altri, tendono ad idealizzare alcune persone dalle quali si aspettano riconoscimenti e gratificazioni, mentre svalutano e disprezzano gli individui da cui non si attendono nulla. Al fondo di questo duplice atteggiamento verso gli altri (timore-ammirazione da un lato, svalutazione dall'altro) vi è l'immagine di un sé esteriormente forte e sicuro, ma in realtà vuoto perché affamato e non nutrito a sufficienza, pertanto assalito da una collera enorme ed impotente per la frustrazione che subisce (come un bambino molto piccolo che piange perché non viene sfamato al momento giusto).
Un'esperienza soggettiva riferita spesso da queste persone è la sensazione di vuoto : tale vuoto indica sia la difficoltà ad essere in un buon rapporto con sé stessi (con le proprie capacità a “fare cose buone”), sia con gli altri. La personalità narcisistica non sta bene con sé stessa e non sta bene con gli altri, non ama sé stessa e non ama gli altri.
Proviamo ora a tracciare un quadro più ampio, passando dall'individuo alla società. Possiamo immaginare che la personalità narcisistica sia sempre esistita, ma in percentuali diverse a seconda delle epoche e dei luoghi.
 
Casella di testo: Il Nicodemo nella Pietà di Michelangelo di Santa Maria del Fiore a Firenze Nel nostro attuale momento storico, in cui assistiamo a confronti tra culture diverse ed a cambiamenti di vita anche molto rapidi, un fatto ha sicuramente colpito l'attenzione degli studiosi: la personalità narcisistica appare in costante e progressivo aumento a partire dagli anni '70, all'interno, prima, della società statunitense e poi in quella europea.
Per intenderci, nel mondo occidentale oggi, e se dobbiamo credere al modello della “globalizzazione”, in tutto il mondo del futuro, questa personalità potrebbe avviarsi ad essere la più diffusa.
Secondo diversi studiosi verso la fine degli anni '70 a partire dagli stati Uniti vi è stata una vera e propria corsa al ripudio del decennio precedente, caratterizzato dall'impegno politico e civile, a favore di un ritiro dal sociale nel privato. I protagonisti di questo cambiamento sono stati personalità con molti punti in comune, caratterizzate dall'essere incentrati su di sé, poco propensi alle relazioni vere con gli altri, molto legate invece “all'apparire”. Persone per le quali “l'apparire” è diventato uno stile di vita, e che provano, di contro, forti sensazioni di vuoto interiore: tale vuoto, che a volte si fa sentire anche a livello fisico, oltre che come sensazione psichica, chiede di essere riempito, ad esempio con molto cibo, oppure con tutta l'oggettistica di consumo che si trova nei nostri mercati.
Questi individui sono spesso invidiosi, tratto legato a forti desideri orali insoddisfatti.
Altra caratteristica che li contraddistingue è una tendenza alla seduzione calcolata ed alla manipolazione dell'altro.
Provano tutti un forte distacco dalle proprie emozioni, positive o negative, che spesso non sono nemmeno in grado di riconoscere.
La sessualità è vissuta a livello di “conquista da esibire”, ma, una volta esauritasi la fase della conquista, il seguito non esiste.
Tutte queste personalità hanno un vero e proprio terrore della vecchiaia, più che della morte, e paura dell'assumersi delle responsabilità, anche se possono ostentare, esteriormente, uan grande sicurezza.
Possiamo riassumere tutto questo così: l'odierna “personalità narcisistica” per stornare collera, invidia e paura di non essere all'altezza, si culla in fantasie di bellezza, ricchezza ed onnipotenza. Questi fantasmi diventano il nucleo di una concezione di sé grandiosa, apparentemente capace di tutto.
Ne consegue che facilmente, quando subentra uno scontro grave con la realtà, tali individui vadano letteralmente in pezzi.
Proprio questo avviene nella seconda metà della vita, quando insorge il fantasma della vecchiaia o, nel corso della vita stessa, in presenza di lutti, separazioni, eventi importanti.
Di contro, la personalità narcisistica possiede alcune caratteristiche che le permettono, nell'odierna società tardo capitalistica, di raggiungere buone posizioni sociali. Esse sono: l'abilità nella manipolazione delle relazioni interpersonali, la mancanza di profondi legami di solidarietà sia a livello personale che lavorativo, che bene si sposano con la richiesta di “mobilità” e flessibilità che ci giungono da tutte le parti, e non solo dal mondo del lavoro.
Come si forma una personalità narcisistica all'interno di un nucleo famigliare ?
Nel mondo occidentale da svariati anni è tramontato il modello di “famiglia patriarcale”, legato alla vecchia società agricola, sostituito da un nuovo modello di famiglia legato alla moderna società industriale.
La vecchia famiglia ruotava attorno al concetto di autorità e rappresentava spesso anche il nucleo lavorativo ove avveniva la maggior parte dei processi produttivi insegnati dal padre o dalla madre (pensiamo ancora alle famiglie contadine o alle attività artigianali “a conduzione famigliare”).
Quando il sistema industriale monopolizzò la produzione, il lavoro si allontanò dalle case per trasferirsi nelle fabbriche e negli uffici: alla famiglia rimase solo da ricoprire un ruolo puramente affettivo.
Ma, un ruolo puramente affettivo non è sufficiente ad assicurare ai figli il processo di identificazione psicologica con i genitori.
Un po' per volta è caduto il concetto di autorità, legato soprattutto alla figura maschile, è si è fatto strada un nuovo modello di genitore “moderno e permissivo” che si comporta più come un fratello, nella speranza di conquistarsi la simpatia e la complicità dei figli.
Questi nuovi genitori sono terrorizzati all'idea di non essere all'altezza del compito, ovvero di non rappresentare un modello di padre o di madre perfetti e, per alleviare i loro sensi di colpa, dovuti anche al poco tempo che possono trascorrere coi figli, li riempiono letteralmente di “cose”, regali, divertimenti, giochi, il tutto per ovviare alla loro mancanza quali persone.
Sarebbe un po' come dare ad un bambino affamato di cibo o desideroso di un abbraccio, un giocattolo: non è la stessa cosa! Possiamo immaginare questo bambino che, non ricevendo ciò di cui ha bisogno, resterà affamato e, sentendosi vuoto, andrà verso una grande collera.
Successivamente il bambino mescolerà le proprie fantasie di onnipotenza infantile con le cure molteplici, disorientanti od intermittenti offerte da una madre spesso ansiosa, emotivamente confusa e timorosa di non essere capace.
Il risultato sarà una confusione tra ciò che può fare il bambino da solo e ciò che, invece, fa la madre; tale confusione genererà in lui la convinzione di “potere fare tutto da solo”.
In tal modo vengono poste le basi per quella percezione di un sé grandioso che è alla base della futura personalità narcisistica.
La persistenza del narcisismo post-adolescenziale
•  Concetto molto elevato di sé
•  Bisogno sproporzionato di riconoscimento da parte degli altri
•  Invidia
•  Idealizzazione elevate aspettative di gratificazione
•  Svalutazione degli individui da cui non ci si aspetta nulla
IMMAGINE DI SE' ESTREMAMENTE FORTE E SICURA, MA IN REALTA' VUOTA PERCHE' AFFAMATA E NON NUTRITA A SUFFICIENZA
 
L'odierna personalità narcisistica
per stornare:
•  COLLERA
•  INVIDIA
•  e PAURA di non essere all'altezza
si culla in fantasie di :
BELLEZZA
RICCHEZZA
ONNIPOTENZA

NUCLEO DI UNA CONCEZIONE DI SE' GRANDIOSA
 
 
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