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.... Quasi una lettera aperta.
Volevo cominciare buttando giù due righe, quindi scrivendo una lettera rivolta a chi avesse la voglia e la curiosità di leggerla, insomma la classica lettera che può essere letta da più persone. Però per questo numero della nostra rivista avevo anche pensato di scrivere qualche cosa sul gruppo, cioè su come il nostro gruppo si sta sviluppando.
Lascio andare le mani sulla tastiera e vediamo cosa viene fuori.
Partiamo da un dato reale: nel giro di una settimana mi sono trovata a dover affrontare un piccolo intervento chirurgico che aveva dietro di sé le sue fantasie, diciamo non belle, anzi proprio brutte. L'intervento è stato fatto, sto bene ed ho già da tempo ripreso in pieno le mie solite attività.
Mi ha molto colpito ciò che si è mosso all' interno del gruppo, ed è stato un qualcosa che, perché no, mi ha commosso. La mia segreteria telefonica ha registrato molti brevi messaggi, messaggi di auguri, di solidarietà, di incoraggiamento, di vicinanza... piccole flebo di antidepressivo!
Questo, ai miei occhi, ha un significato certo e chiaro, che non ha bisogno di interpretazioni: il gruppo si è veramente costituito. Infatti, solo un gruppo che "c'è" può farsi carico di un suo membro che vive un momento di particolare difficoltà.
Altro dato di realtà è quanto è accaduto nel gruppo di giugno, l'ultimo al quale ho preso parte. Questo gruppo mi ha stupito e ha stupito anche Luisa.
Perché ci ha stupito? Perché questi gruppi sono partiti come incontri fra persone accomunate da un interesse e da uno scopo: l'associazione, la rivista, insomma come gruppi di lavoro, poi abbiamo cominciato a scrivere, a raccontarci, poco alla volta abbiamo cominciato a fidarci per come il gruppo ascolta e risponde al nostro esprimerci.... scriviamo, ci esprimiamo, un po' ci raccontiamo con timore, con vergogna, con coraggio, buttiamo fuori qualcosa, qualcosa di noi...ahia! Terreno sempre pericoloso!
Con il passare del tempo e poco alla volta questo gruppo ha visto alcune persone allontanarsi per vari motivi, ma così va bene perché il gruppo non deve essere un obbligo, bensì un qualcosa che richiama, che chiama, che ci porta a soddisfare un piccolo desiderio, cioè quello di condividere dei pensieri. Deve essere qualcosa di spontaneo.
Quindi questo gruppo, poco alla volta, si è conosciuto, i partecipanti si sono conosciuti, per alcuni aspetti hanno scoperto dei punti in disaccordo, così come è normale che sia quando ci si incontra.
La cosa che appunto ha colpito favorevolmente sia me che Luisa e forse anche voi, non lo so e mi piacerebbe saperlo, è che al secondo incontro nella sede dell'associazione, il gruppo di lavoro si è rivelato un vero e proprio gruppo terapeutico. L'essere lì aveva significato se si potevano dire le proprie angosce, i propri problemi e raccontarli a persone di cui si poteva fidare.
Sottolineo il luogo materiale, fisico perché fino ad allora il gruppo aveva avuto un tempo suo, la tal sera alla tale ora, ma ancora non aveva un luogo riservato.
Il gruppo vuole, come le persone, un suo spazio particolare, personale ed un suo tempo stabilito.
La seconda volta che ci si è trovati nella sede dell'associazione, nel gruppo, ecco è successa una cosa molto interessante.
Altro dato di realtà.
Una di noi ha scritto delle cose, cose molto delicate e, comprensibilmente, non le ha volute firmare. Assolutamente d'accordo!, esporsi è difficile, capisco-capiamo il pudore per le proprie cose. Ma il fatto veramente eclatante è stato che, dopo aver letto lo scritto, questa persona si è presentata. Sulla rivista l'articolo, lo scritto, apparirà senza firma, ma questa persona ha avuto talmente tanta fiducia nel gruppo da rivelarsi e io credo che il gruppo la abbia ripagata, a lei dirlo, sempre e solo se lo vorrà.
Dal momento stesso in cui questa persona ha detto: "sono io ad avere scritto queste cose", il gruppo è stato tutt'uno. Tutti noi ci siamo ritrovati, in vario modo, con le nostre modalità, con le nostre sensibilità, con la nostra storia, con la nostra esperienza in alcune cose dette da questa persona, da questa giovane donna.
Secondo me, in quel momento, il gruppo si è costituito, cioè ha trovato un filo rosso che attraversa le varie persone, i vari partecipanti e fa si che queste persone siano diverse da altre persone che partecipano ad altri gruppi, altri gruppi più importanti o più piccoli, diversi. Infatti, lo specifico di un gruppo, in fin dei conti, è dato dai suoi partecipanti e siccome in un gruppo ci sono tante persone e siccome in ogni persona ci sono tanti aspetti, tanti contenuti, ecco che allora ogni gruppo ha una sua identità.
L'altra sera il gruppo ha trovato un'identità che lo caratterizza e che lo porterà avanti.
Non sappiamo dove andremo, forse non capiteranno più gruppi in cui si muove tanto l'emotività, l'affettività, la solidarietà o anche il disappunto- perché no, mica tutti siamo stati d'accordo su quello che reciprocamente dicevamo, però lo dicevamo insieme.
Cosa curiosa, pensavo di parlare solo di me, ho parlato del gruppo. Forse questo qualcosa ci vuol dire.
Lasciatemi essere un po' pedante e, soprattutto, fuori moda e lasciatemi dire che in fin dei conti, in questo nostro momento sociale, andiamo verso un individualismo, un narcisismo sfrenato, inconsulto, assurdo, stupito, vuoto e allora quando si hanno esperienze diverse, esperienze umane dobbiamo semplicemente tenerle in mente. E proviamo ad andare avanti insieme - zoppico io, zoppichi tu, tu corri, io no, quello vede, io no, tu, che so, fai una cosa io ne faccio delle altre e allora quando si vede muoversi tutte queste cose allora veramente c' è da pensare, c' è da pensare, che si può anche andare avanti.
Un' ultima cosa volevo dire, non firmerò questa lettera, forse non metterò neanche le iniziali e questo perché voglio che questo mio scritto rimanga un messaggio per il gruppo. Per quelle persone del gruppo, cioè, che hanno saputo la cosa e invece la nostra rivista andrà in mano a più di una persona quindi mantengo questa sorta di privacy nei confronti, appunto, del nostro gruppo che in certi momenti riesce ad essere molto unito.
Basta, chiudo qui questa lettera aperta che poi non so bene cosa sia...
Firmato A.B
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