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Incontri - scontri: la Moschea a Bologna
N.A.Di.R. informa: la redazione di Bologna di Arcoiris Tv dopo avere assistito alle Assemblee organizzate in zona San Donato (Bo) sulla questione della costruzione della Moschea a Bologna, dopo avere intervistato alcuni cittadini... tra i quali p. Ottavio Raimondo, Direttore della EMI, non può esimersi dal proporrre una sintesi della situazione in atto cercando, come d'uso, di mantenersi adesa all'integrità dei messaggi. La richiesta della Comunità Islamica della nostra città di potere godere di un luogo di culto adeguato alle necessità ha fatto emergere quella paura paralizzante e fautrice di pregiudizio che purtroppo pare imperare sul territorio. Cercare e trovare una sola verità è difficilissimo, fermarsi al sentito dire è mortifero, spargere menzogne per fare propaganda è criminale e si trasforma in un bieco attacco all'inerme cittadinanza.
Nel rispetto dei cittadini tutti, cercando di comprendere le loro paure come i loro desideri, nel servizio che vi proponiamo cerchiamo di mettere a confronto i diversi punti di vista senza, per questo, volere sostenere con faziosità l'una o l'altra opinione, in quanto l'obiettivo comune vuole essere sicuramente per tutti quello di viverci una città in pace e serenità.
Produzione: Arcoiris Bologna
La costruzione della Moschea nel
Quartiere San Donato (Bo)
N.A.Di.R. informa : Circolo La Fattoria Incontro pubblico con la cittadinanza indetto dall'Amministrazione comunale di Bologna e dal Quartiere San Donato per discutere con i cittadini del progetto di edificazione di un nuovo luogo di culto islamico nella zona del CAAB .
Interventi:
Virginio MEROLA - Assessore all'Urbanistica del Comune di Bologna
Riccardo MALAGOLI - Presidente Quartiere San Donato,
Muhammad Daniele PARRACINO - Vicepresidente del Centro di Cultura Islamica di Bologna
Andrea Abu Yasin MERIGHI - portavoce del medesimo centro islamico,
Fra Paolo GARRUTI - padre domenicano
Primo di una serie di incontri pubblici indetti con la cittadinanza per discutere di una questione senza dubbio delicata la quale sta tenendo banco oramai da molti mesi sulla stampa locale.
Il tema verte intorno ad un progetto di permuta tra un terreno di proprietà della locale comunità islamica ( che l'Amministrazuione intendea acquisire per ampliare i locali di un edificio scolastico professionale limitrofo ) e un altro terreno individuato dalla medesima Amministrazione, sul quale dovrebbe sorgere la nuova moschea di Bologna.
Una Moschea a Bologna,
prospettive di incontro
N.A.Di.R. informa: Il Centro di Cultura Islamica di Bologna e il Gruppo consiliare Società Civile - Il Cantiere hanno organizzato un incontro su un tema, quello della costruzione della Moschea a Bologna, che ha destato polemiche roventi. Il Convegno non ha voluto avere nessuna etichetta partitica puntando sul fatto, sostenuto dagli inteventi degli esperti relatori convenuti, che si basa sulla convinzione, come dice Abu Yasin Merighi, che per rapportarsi alla cittadinanza tutta sia bene portare testimoninanza della oggettiva possibilità di produrre cultura senza “cavalcare” quelli che sono, tante volte, legittimi sentimenti, quali il timore e la diffidenza.
“L'Islam, si voglia o no, ha il grande merito di avere riportato Dio al centro del mondo. Quel Dio che l'occidente aveva messo in disparte. Come storico e come cittadino comprendo perfettamente le motivazioni che stanno alla base di questa evoluzione sociologica, ma da cattolico, quale sono, non posso che auspicare che si moltiplichino sempre di più sulla terra i luoghi nei quali, sia che essi si chiamino Chiese, Sinagoghe o Moschee, si loda il Santo nome di Dio.” Franco Cardini
Presiede: Serafino D'Onofrio – Consigliere Comunale – Bologna
Presenta: Roberto Panzacchi - Consigliere Comunale – Bologna
Relatori:
Stefano Allievi - Docente di Sociologia delle religioni, Università di Padova
Franco Cardini - medievista, docente di Storia medievale, Università di Firenze
Ludovico Idris Zamboni - arabista, studioso di discipline islamiche
Modera: Abu Yasin Merighi - Centro di Cultura Islamica di Bologna
Produzione: Arcoiris Bologna
informazioni:
www.societacivilebologna.it
www.corano.it
Panettoni scaduti
Abu Yasin Merighi
Avrete certo sentito parlare di Bologna, piccola cittadina sorta recentemente lungo la Via Emilia, incastonata tra le due metropoli di Casalecchio di Reno e San Lazzaro di Savena, un po' come il Tigri e l'Eufrate per la gloriosa Baghdad. Una città, Bologna, famosa per la qualità della vita e la proverbiale accoglienza delle sua gente, per la scorrevolezza delle sue tangenziali ( ben quattro, di cui due sopraelevate ed una che si insinua nel cuore delle colline circostanti ), per la sua gastronomia ( i mitici tortellini in brodo ) e le sue torri ( ed anche per qualcos'altro che ora non ricordo bene ma che certo non deve essere molto importante )…
Ultimamente, è venuta alla ribalta per l'insano progetto di edificarvi nientemeno che una moschea (sic); la città rossa che si è sempre vantata di mangiar preti che viene a patti – udite, udite – con qualche sordido imam. La cosa forse sarebbe anche passata inosservata, se non fosse per l'inquietante retroscena che è venuto a delinearsi: il primo cittadino, questa moschea, gliela intende regalare. Corre infatti voce che abbia ipotecato la sua casa e che, quasi ogni sera, al calar del sole, si aggiri furtivamente nei pressi del locale centro islamico con dei sacchi di monete, onde svuotarli nelle cassette delle elemosine dopo essere entrato per una porticina di servizio lasciata accortamente aperta dagli amici levantini.
E forse proprio rendendosi conto di aver irresponsabilmente condannato i suoi discendenti ad un destino di fame e di stenti, quando a metà del novembre scorso ebbe la gioia di un figlio maschio, la prima dichiarazione fu: << Mio figlio farà il pendolare >>.
Partono le prime polemiche, tiepide, molto educate, di elevato livello etico e morale; pare non ne abbia nemmeno risentito la quotazione internazionale della porchetta, mente si è registrato un curiosa impennata nei prezzi all'ingrosso delle ghiande, ma questi, in terre emiliane, son dettagli di costume: un po' come parlare di cammelli nei paesi del Golfo.
Sono calati, in questa meravigliosa città i personaggi più curiosi ( ufologi, chiromanti, esperte di auto-minacce informatiche, liberi pensatori, etc. ) ma dopo tanto inutile baccano, quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a ballare, ed ecco emergere finalmente una serie articolata di proposte sensate. Innanzitutto va messa in evidenza la raffinatezza dell'attuale opposizione comunale, che invita sotto le due torri un personaggio il cui cognome è lo stesso della via in cui l'attuale centro islamico risiede ( certo facendo tesoro dell'esperienza russa, paese in cui una speciale Commissione per i rapporti con il mondo islamico e presieduta da tale Ernst Sultanov, sottigliezza di non poco conto ).
Ed ecco che un'illuminata associazione milanese, dedita apparentemente alla filantropia ecumenica, propone la creazione di un << Comitato regionale di garanzia nel caso di moschee gestite da associazioni islamiche non riconosciute, composte per una metà da rappresentanti delle istituzioni e per l'altra metà da rappresentanti di associazioni islamiche della consulta ministeriale >>. Ora, la proposta è evidentemente disinteressata, non vi è dubbio alcuno in merito, è certamente un buon punto di partenza, ma è ancora troppo poco.
Qui si vuol fare la gara a chi è più moderato ( altro che applaudire ai bombardamenti di Clinton su una fabbrica di medicinali in Sudan nell'estate del '98 ), così non va bene.
Vada per il Comitato di Garanzia. Sta bene. Ma perché non pretendere allora anche il Nulla Osta del Dipartimento di Stato? Ovviamente un sorta di Certificato di Conformità da parte di qualche commissione competente della Comunità Europea ( meglio se più di una ), senza contare alcune condizioni preliminari imprescindibili:
verificare che nel comune di competenza vi siano già almeno due o tre cimiteri islamici funzionanti perché, si sa, i musulmani tendono a morire e, trattandosi di una comunità numerosa ed in costante aumento, la richiesta di trasporti nei paesi di origine va a creare un carico insostenibile sulle caritatevoli società di servizi funebri, siano esse municipalizzate o private ( beninteso senza fini di lucro );
poiché è risaputo che la maggioranza dei musulmani è vegetariana, occorrerà verificare adeguatamente la presenza di mercati ortofrutticoli che possano soddisfare le esigenze delle suddetta comunità, onde evitare che i nostri commissariati si riempiano di pensionati che denuncino il saccheggio del loro orti.
Solo dopo questi opportuni passaggi iniziali potremmo valutare se iniziare a pensare di poter ragionare nel merito se sia opportuno, eventualmente, avviare un iter conoscitivo sulla questione di una moschea nelle singole città. D'altronde, avete visto quel che è accaduto a New York? E lì c'erano – e ci sono ( sic ) – un sacco di moschee.
Non mi stupirei se anche ad Hiroshima e Nagasaki ci fossero state, all'epoca, qualche cupola con tanto di minareto.
Ma, rimanendo a Bologna, siamo poi certi che vi sia qualcuno, a metà gennaio, che abbia ancora voglia di mangiarsi del panettone?
Abu Yasin Merighi,
13 gennaio 2008
Una moschea a Bologna?
di Silvio Daneo
venerdì 14 settembre 2007 tratto da:
"Bispensiero"
l'informazione che nessuno ti ha dato
Sono rimasto una ennesima volta senza parole di fronte alle ultime affermazioni del l'On Calderoli riguardo la remota possibilità che venga costruita una Moschea nei pressi di Bologna. Fra Calderoli e Gentilini, Pro-sindaco di Treviso sembra esserci una gara a chi sa offendere maggiormente il prossimo, soprattutto quando si tratta di stranieri che vivono in Italia, Musulmani, che sono fra i preferiti da denigrare, accusare, schernire ( tutto ciò è già stato fatto in passato con estremo successo dai nazisti e dai fascisti - allora si trattava di ebrei - e la storia drammaticamente ce lo insegna). Ma da persona come Calderoli, Gentilini, ora si è aggiunto pure Storace…, non ci si può, ahimè, aspettare altro; ormai ci siamo avvezzi…. Un elemento sconcertante davvero è la imperdonabile ignoranza di queste persone in materie religiose, se poi, per caso non fossero ignoranti quanto appaiono, allora sarebbero decisamente assai più colpevoli ancora.
Ciò che però mi ferisce profondamente e mi lascia solo amarezza dentro è apprendere dai media come sia la Chiesa Cattolica (locale in questo caso) stessa ad essere “fortemente contraria” al progetto, rendendo l'intera situazione assai più difficile. Come è tollerabile che un vescovo, nella fattispecie Mons. Ernesto Vecchi, Vicario, possa fare affermazioni come questa: “ La Chiesa è contraria e rifiuta il parallelo Moschea-Parrocchia poiché la parrocchia appartiene al tessuto sociale del popolo italiano, la moschea è invece qualcosa che si introduce”?
Ma con che coraggio può fare certe affermazioni questo vescovo che, suppongo, qualche rudimento della storia della Chiesa lo avrà pur studiato…., avrà pur imparato qualcosa sulla diffusione planetaria della Chiesa cattolica! Le centinaia di migliaia di parrocchie cattoliche sparse in tutti i continenti, fin nelle isole più minute della Polinesia e Micronesia, all'inizio, appartenevano al tessuto sociale? (thailandese, coreano, turco, giamaicano, indiano, malese, congolese, : potrei citare oltre un centinaio di paesi decisamente non cristiani, dove tuttavia le piccole comunità cristiane e cattoliche vivono quasi ovunque serenamente ed in pace col diritto di incontrarsi, quasi sempre di avere scuole, spesso aperte ad alunni di qualsivoglia religione) Non erano tutte queste parrocchie piuttosto “qualcosa che si introduceva” nel contesto sociale? A distanza di decenni, a volte secoli, ormai, quelle innumerevoli parrocchie sono una realtà sociale acquisita e facente parte del tessuto sociale dei rispettivi paesi.
Forse il vescovo in questione ha studiato nel seminario dei Lefevriani, non so. Certo che, se sia lui, che molti suoi confratelli nell'episcopato, ristudiassero i Decreti del Concilio Vaticano II si renderebbero forse conto che si sono totalmente dimenticati che il Concilio ha avuto luogo e stanno rapidamente vanificando tutti gli sforzi immani che Giovanni Paolo II con gesti forti, epocali, storici fece per costruire un mondo di pace, di rispetto reciproco, di giustizia a cominciare proprio dalle Religioni. Cosa possono mai servire e che credibilità potranno mai avere le innumerevoli dichiarazioni congiunte, manifesti, proclami fatti al termine di grandi convegni interreligiosi internazionali, se poi nella pratica, nel quotidiano, si sciupano totalmente le opportunità per attuarli? La disputa di Bologna ricorda certo più la battaglia di Lepanto che il documento conciliare Nostra Aetate del Vaticano II.
Nella mia modesta esperienza, vissuta in Asia per 25 anni, a contatto con le grandi Religioni e soprattutto con coloro che le praticano, devo dire che ho imparato molto. Sia in Cina, che in India e Pakistan, così pure in Thailandia, Birmania, Vietnam, ecc. ho trovato sempre solo rispetto, amicizia, armonia, proprio da musulmani, da buddhisti, Induisti, Sikks, confuciani, scintoisti ecc.
C oncludendo, i primi cristiani erano veramente circondati da difficoltà immani: non avevano neppure le chiese: si costruirono le prime dopo 300 anni di cristianesimo, non possedevano quasi nulla, certo non godevano di privilegi…anzi! I primi papi e vescovi, per centinaia di anni non dicevano ai governanti cosa occorreva fare… MA………… vivevano ciò che credevano, e vivevano soprattutto il comandamento dell'amore scambievole che era il “distintivo” dei cristiani.
Sappiamo tutti che nell'anno 314 Costantino divenne il primo imperatore cristiano soprattutto perché più di metà della popolazione dell'Impero lo era già di fatto.
Cosa testimoniamo ora del nostro tanto amato cattolicesimo da difendere dai nuovi barbari? Ben poco direi…………. Chiese perlopiù vuote, un indiscusso “potere” della Chiesa in quanto Istituzione, i tanti suoi privilegi, pratiche religiose vecchie, vuote di significato perché spesso totalmente slegate dalla vita.
Come se non bastasse, riecheggia spesso la pretesa “ostentata”, periodicamente e ostinatamente sbandierata ai quattro venti con autorevoli documenti, che questa è la sola vera unica Chiesa a corrispondere pienamente alla Chiesa pensata e fondata da Cristo.
Se almeno si testimoniasse un po' di quell'Amore su cui Cristo fondò la Sua Chiesa… (“Vi do un comandamento nuovo: amatevi l'un l'altro come io ho amato voi; da questo tutti riconosceranno che siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri” Gv. 13, 34-35), forse non temeremmo nè una moschea in più, nè una sinagoga in più e neppure un tempio buddhista. Saremmo ansiosi di allacciare rapporti di amicizia, di stima, di collaborazione con queste migliaia di persone ( per chi è credente sono tutti “fratelli”!!), iniziando con l'accoglienza, che è un aspetto dell'Amore.
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