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tratto dal blog: Calle del vento ...
Per capire come mai all'Università La Sapienza di Roma ci sia stata la contestazione contro la visita del Papa Benedetto XVI di cui tanto si è parlato in questi giorni: non penso servano commenti, basta solo leggere!
L'articolo è preso dalla pagina "Satira preventiva" di oggi, a cura di Michele Serra, sul sito online dell'Espresso .
 
 
 
Da pastore tedesco a peluche da salotto
di Giovanni Sarubbi
 
Il Papa Benedetto XVI ha rinunciato ad andare all'università di Roma La Sapienza nonostante le assicurazioni “al mille per cento” sulla sua sicurezza fornite dal ministro per l'Interno Giuliano Amato. Benedetto XVI non ha avuto il coraggio di affrontare le contestazioni del tutto pacifiche alle sue scelte politiche sui gay, sull'aborto, sulle donne..., di studenti e professori che, nonostante l'occupazione del Senato Accademico, non erano riusciti a far cambiare idea al magnifico Rettore che ha confermato e sostenuto l'invito al Papa a spada tratta.
Quello che molti quotidiani avevano definito, all'atto della sua elezione, il “rottweiler di Dio” o “il pastore tedesco”, per delinearne la sua durezza, il suo “volto feroce” ed in qualche modo anche il suo coraggio, può essere oggi retrocesso al rango più modesto di “peluche da salotto”, incapace di affrontare alcun tipo di contestazione pubblica alle suoe idee. Evidentemente quello che aveva da dire non valeva nulla, neppure il piccolo sacrificio di assistere a contestazioni pacifiche.
Per rimanere alla storia recente viene in mente immediatamente l'episodio della contestazione di Luciano Lama del 1977 proprio all'università di Roma. Li si che c'erano pericoli di vita per Lama, che non ebbe alcuna assicurazione dal ministro degli interni neppure al dieci per cento. Nonostante ciò Lama affrontò le frange più estreme dell'autonomia in un periodo dove i morti ammazzati per terrorismo erano all'ordine del giorno. Ben altra tempra d'uomo. Un tipo di uomo per il quale non contano i giuramenti formali alla difesa della fede “fino alla effusione del proprio sangue”, come giurano i Cardinali di Santa Romana chiesa e a maggior ragione il Papa, ma quelli che sono le proprie convinzioni profonde, le proprie scelte di vita, i propri ideali per cui vale la pena di affrontare qualsiasi sacrificio.
Per rimanere invece in tema di cristianesimo, viene a mente il discorso di Paolo Apostolo agli Ateniesi o i tanti episodi della sua vita, raccontati negli “Atti degli apostoli”, nei quali ha dovuto affrontare contraddittori violenti o confronti aspri all'interno delle comunità da lui stesso fondate, mettendo continuamente a repentaglio la propria vita.
Ratzinger, con questa “fuga”, che fa "rimpiangere" lo stesso Giovanni Paolo II, ha dimostrato di non essere un “pastore”, né “tedesco” né di altro tipo, ma solo un politico, interessato più alla politica che al suo ruolo “spirituale”. Un politico che non ammette contestazioni, che vuole tutti proni ai suoi piedi, un "papa re", con i suoi discorsi o libri osannati acriticamente, pur essendo essi pieni di evidenti errori dottrinali o semplicemente errati da un punto di vista di esegesi biblica. Un cattedratico che non ammette contestazioni e che si avvale della sua posizione per imporre le sue idee facendole passare per quelle di "Dio". Niente di paragonabile allo spirito di sacrificio dei missionari che affrontano rischi quotidiani che sono sconosciuti a Papa Benedetto XVI.
E che tutta l'operazione sia una bieca operazione politica è dimostrato dai commenti furiosi del centro destra e dai balbettamenti insulsi del centro sinistra anch'esso prono ad una politica che tende ad imporre il cattolicesimo romano come “religione di stato”, con la volontà del “papa re” indiscussa ed indiscutibile.
Questa vicenda ed i commenti che in queste ore si susseguono rappresentano molto bene l'abisso in cui è precipitata la vita politica e sociale del nostro paese. Ancora una volta assistiamo ad una completa inversione dei termini della questione, con il nero che viene presentato come bianco ed il bianco come nero. Il richiamo alla laicità dello Stato diventa oscurantismo e chi ancora oggi ha la pena di morte nel proprio catechismo e pratica ampiamente l'inquisizione nei confronti dei teologi della liberazione o delle comunità di base, viene invece dipinto come l'alfiere della libertà di pensiero e campione di democrazia. E' di pochi giorni fa l'ennesima condanna da parte della Chiesa Cattolica di un teologo della liberazione, questa volta lo spagnolo Josè Maria Vigil.
Solo qualche parlamentare ha messo in rilievo come tutta la vicenda sia partita dalla decisione iniziale del rettore della Sapienza di affidare al Papa la “Lectio magistralis” di apertura dell'anno accademico, decisione poi trasformata, per la protesta di molti professori, nel far tenere al Papa un discorso al termine della stessa manifestazione di apertura. Decisione peggiore di quella iniziale perché ha reso la questione ancora più confusa e ambigua. E' del tutto evidente che affidare la “lectio magistralis” di apertura dell'anno accademico di una università al Papa, ma la stessa cosa vale per qualsiasi autorità religiosa, è qualcosa del tutto assurdo e inaccettabile dal punto di vista della laicità dell'insegnamento che non può essere confessionale. Ma per i nostri teocon la teocrazia è condannabile sono quando viene praticata nei paesi islamici mentre è del tutto legittima quando la si pratica a Roma.
Ben altra cosa sarebbe stato se il rettore della Sapienza avesse organizzato per l'apertura dell'anno accademico un confronto pubblico fra tutte le religioni del nostro paese. Questa si sarebbe stata una decisione che ci saremmo sentiti di appoggiare incondizionatamente e che, credo, nessun professore o studente avrebbe mai contestato perché avrebbe reso onore a quella laicità dello Stato e dell'insegnamento continuamente calpestata anche da chi istituzionalmente dovrebbe tutelarla.
Detto questo bisogna anche dire che tutta la vicenda è stata gestita in modo a dir poco dilettantesco, con professori universitari che fanno una citazione del Papa risultata poi sbagliata, dando facile spazio ai mestatori di mestiere di confondere ancora di più le acque, con il tema della laicità di fatto oscurato. Ma la questione servirà anche, sicuramente, per oscurare le gravi responsabilità sulla gestione dei rifiuti in Campania. Tutto è utile per confondere sempre più le idee e per spingere le persone a richiedere decisioni “forti” affidate ai soliti “uomini della provvidenza”.
Probabilmente è stato fatto qualche “errore di estremismo anticlericale”. Anche questo è uno dei segni dei tempi su cui bisognerà riflettere perché l'estremismo viene fuori quando le forze che si battono per la liberazione degli oppressi hanno perso momentaneamente il loro senso di marcia e sono incapaci di elaborare idee all'altezza dello scontro sociale in atto che siano capaci di mobilitare milioni e milioni di persone.
Un amico in una lettera mi ha scritto: “L'università è a terra, il parlamento fa acqua, il Vaticano ci marcia”. E ha ragione. L'estremismo anticlericale alla fine può fare il gioco proprio dei clericali, come sta avvenendo in queste ore. Ma non durerà molto.

Mercoledì, 16 gennaio 2008
 
«  Cari fratelli e sorelle, dopo il grande papa Giovanni Paolo II , i signori cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre, starà dalla nostra parte. Grazie.  » ( Il primo messaggio pubblico di papa Benedetto XVI )
Papa Benedetto XVI , nato Joseph Alois Ratzinger (in latino : Benedictus XVI ; Marktl am Inn 16 aprile 1927 ), è il 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (il 264° successore di Pietro ), teologo e fermo sostenitore della tradizione della Chiesa, Primate d' Italia e sovrano dello Stato Vaticano (accanto agli altri titoli connessi al suo ruolo).
È stato eletto papa il 19 aprile 2005 , a seguito della morte di Giovanni Paolo II .
Il motto di Benedetto XVI in italiano è: «Noi dobbiamo innalzarci a tal punto da essere cooperatori della verità».
>>>> Wikipedia
Il servizio ecclesiastico
Il 24 marzo 1977 venne eletto arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI ed il 28 maggio dello stesso anno ricevette la consacrazione episcopale. [3] Il successivo 27 giugno il Papa lo creò cardinale, durante il concistoro . Per un certo periodo fu cardinale del titolo di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino .
Ratzinger "prefetto della fede"
Il 25 novembre 1981 Giovanni Paolo II lo nominò prefetto della Congregazione per la dottrina della fede , l'organo vaticano che si occupa di vigilare sulla purezza della dottrina della Chiesa cattolica, carica che manterrà fino all'elevazione a papa.
Nel 1985 , rompendo la lunga tradizione di discrezione che caratterizzava l'ex Sant'Uffizio , accettò di essere intervistato dal giornalista italiano Vittorio Messori , già autore di due saggi su Gesù . Dall'incontro dell'agosto 1984 in un'ala chiusa del seminario di Bressanone , nacque il libro Rapporto sulla fede che, oltre a riscuotere successo in termini di vendite, provocò critiche all'interno e all'esterno della Chiesa cattolica. [4]
Divenne anche Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale . Il 15 febbraio 1982 rinunciò al governo pastorale dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga.
Ratzinger fu presidente della Commissione per la preparazione del catechismo della Chiesa cattolica dal 1986 al 1992 .
Il 15 aprile 1993 , venne chiamato a far parte dell'ordine dei vescovi e prese possesso del titolo della Sede suburbicaria di Velletri-Segni , che resse fino alla sua elezione a Papa.
Il 10 novembre 1999 gli venne conferita dalla Lumsa la Laurea honoris causa in Giurisprudenza .
Il 30 novembre 2002 divenne decano del collegio cardinalizio e prese possesso del titolo della Sede suburbicaria di Ostia . Come decano del Sacro Collegio, venerdì 8 aprile 2005 , presiedette la cerimonia funebre per Giovanni Paolo II ("Messa esequiale del Romano Pontefice").
L'elezione come successore di Giovanni Paolo II
Ratzinger fu eletto Papa durante il secondo giorno del conclave del 2005 , al quarto scrutinio, nel pomeriggio del 19 aprile 2005 . Scelse il nome di papa "Benedetto XVI". Alle 17:56 fu dato l'annuncio dell'elezione con la tradizionale fumata bianca del comignolo della Cappella Sistina (ci fu in effetti un'iniziale incertezza sul colore del fumo, ma i dubbi furono sciolti alle 18:07, dal suono delle campane della basilica di San Pietro in Vaticano ). Dopo circa mezz'ora, il cardinale protodiacono Jorge Arturo Medina Estévez si affacciò dal balcone della loggia centrale della basilica per annunciare l' habemus Papam . [5]
Nel suo primo discorso da Papa, seguito dalla benedizione Urbi et Orbi , riservò un ricordo al suo amico e predecessore Giovanni Paolo II.
Secondo la ricostruzione più puntuale del conclave, [6] raccolta dal vaticanista Lucio Brunelli, il cardinale più votato dopo Ratzinger sarebbe stato l'arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio , mentre gli altri candidati (come Carlo Maria Martini , Camillo Ruini e Angelo Sodano ) avrebbero ricevuto poche preferenze.
La scelta del nome
Il 27 aprile Benedetto XVI spiegò, in occasione della sua prima udienza generale in piazza San Pietro , le ragioni della scelta del suo nome:
«  Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice Benedetto XV , che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale . Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l'apporto di tutti. Il nome Benedetto evoca, inoltre, la straordinaria figura del grande “Patriarca del monachesimo occidentale”, san Benedetto da Norcia , compatrono d' Europa insieme ai santi Cirillo e Metodio e le sante donne Brigida di Svezia , Caterina da Siena ed Edith Stein . La progressiva espansione dell' ordine benedettino da lui fondato ha esercitato un influsso enorme nella diffusione del cristianesimo in tutto il continente. San Benedetto è perciò molto venerato anche in Germania e, in particolare, nella Baviera, la mia terra d'origine; costituisce un fondamentale punto di riferimento per l'unità dell'Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà.  »
Il pontificato
L'invito a rispettare tutte le religioni
In seguito alla pubblicazione su un quotidiano conservatore danese di alcune caricature di Maometto , il Papa affermò: «Dio punirà chi sparge sangue in suo nome» e condannò le reazioni violente che si ebbero alla pubblicazione delle «vignette blasfeme» ed espresse solidarietà al mondo musulmano ribadendo l'invito al rispetto di tutte le religioni.
Durante la visita in Germania del settembre 2006 , Benedetto XVI lanciò un monito all'"Occidente laico" che, escludendo Dio, spaventerebbe le altre culture dell'Asia e dell'Africa: «La vera minaccia per la loro identità non viene vista nella fede cristiana, ma nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l'utilità a supremo criterio morale per i futuri successi della ricerca». Sull'"Islam fondamentalista" disse: «La guerra santa è contraria alla natura di Dio».
Altri messaggi per la pace
A luglio intervenne così sugli attentati di Londra : «Preghiamo per le vittime degli attentati di Londra , ma anche per gli attentatori, Dio ama la vita ».
25 dicembre 2005 : nel messaggio urbi et orbi per il Natale , ha chiamato l'umanità del terzo millennio a un risveglio spirituale, senza il quale «l'uomo dell'era tecnologica rischierebbe di restare vittima dei successi della sua stessa intelligenza».
1° gennaio 2006 : durante la messa per il nuovo anno, ha invitato l' ONU a una rinnovata coscienza delle proprie responsabilità per promuovere la giustizia, la solidarietà e la pace nel mondo.
16 aprile 2006 : nel messaggio urbi et orbi del giorno di Pasqua ha parlato della situazione politica internazionale auspicando che per le crisi legate al nucleare, e dunque in particolare per l' Iran , si giunga a una composizione onorevole per tutti, mediante negoziati seri e leali, e si rafforzi nei responsabili delle Nazioni e delle Organizzazioni internazionali la volontà di realizzare una pacifica convivenza tra etnie, culture e religioni, che allontani la minaccia del terrorismo. Il pontefice ha poi parlato della situazione in Iraq , chiedendo la pace, e del conflitto in Terra Santa , ribadendo il diritto di Israele ad esistere e auspicando la creazione di uno stato palestinese . Nel discorso è anche presente un invito alla concordia per l'Italia, in riferimento allo scontro post-elettorale del 2006 .
17 giugno 2007 : parlando da Assisi , in occasione dell'800° anniversario della conversione di San Francesco , rivolge un appello affinché abbiano fine tutte le guerre nel mondo. L'appello viene reiterato il 25 gennaio 2007 al messaggio urbi et orbi per il Natale.
L'attenzione ai temi del Concilio Vaticano II
I documenti del Concilio Vaticano II sono stati più volte ripresi da papa Ratzinger durante l' Angelus .
A quarant'anni dalla sua conclusione egli prega affinché il Vaticano II possa continuare a guidare la Chiesa «per contribuire ad instaurare nel mondo quella fraternità universale che risponde alla volontà di Dio sull'uomo». L'attualità di quei documenti, secondo il Pontefice, è oggi addirittura aumentata; in ogni caso, il Papa ha, più volte, esplicitamente ripudiato quell'interpretazione che vorrebbe intendere il Vaticano II come un procedimento di rottura, rispetto alla tradizione della Chiesa. In questo senso, ha testualmente affermato l'erroneità di quell'opinione secondo la quale il Concilio Vaticano II avrebbe dato vita ad una sorta di "rivoluzione" all'interno della Chiesa che autorizzerebbe a mutare, rispetto al passato, il costante insegnamento del magistero in materia di dottrina o di fede. Di conseguenza, l'unica interpretazione lecita dei documenti del Vaticano II, deve comunque procedere in assoluto accordo, rispetto al contenuto ed allo spirito delle precedenti proposizioni che informano quel millenario "depositum Fidei" che appare proprio alla tradizione cattolica.
Il rapporto della Chiesa con ebrei e musulmani
Sempre nell'ambito dei documenti conciliari, il Papa ha ricordato la dichiarazione Nostra Aetate , che ha precisato «l'atteggiamento della Comunità ecclesiale nei confronti delle religioni non cristiane», riaffermando il rapporto speciale che i cristiani hanno con gli ebrei , la stima verso i musulmani e i membri delle altre religioni , confermando «lo spirito di fraternità universale che bandisce qualsiasi discriminazione o persecuzione religiosa». Tuttavia, in apparente contraddizione con le precedenti dichiarazioni, la citazione di una frase dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo a proposito della guerra santa , fatta da Benedetto XVI nell'ambito di una lectio magistralis presso l' Università di Ratisbona durante il suo viaggio in Baviera, ha provocato nel mondo islamico violente reazioni.
Il Pontefice, il cui Angelus è andato in diretta sulla tv satellitare araba Al Jazira, ha ribadito che il testo medievale citato nel discorso di Ratisbona non esprime il suo pensiero e ha invitato l'Islam ad un dialogo franco e sincero:«Sono vivamente rammaricato per le reazioni suscitate da un breve passo del mio discorso all'Università di Ratisbona, ritenuto offensivo per la sensibilita dei credenti musulmani». [5]
La rivalutazione di aspetti della tradizione
Dall' 11 ottobre 2006 è circolata sulla stampa la notizia [9] secondo cui Benedetto XVI avrebbe già pronto un Motu proprio per la liberalizzazione della Messa tridentina . La notizia è stata confermata [10] il 28 giugno 2007 da un comunicato stampa ufficiale e commentata dal cardinale Segretario di Stato , Tarcisio Bertone : nel corso di una riunione avvenuta lo stesso giorno "è stato illustrato ai rappresentanti di diverse conferenze episcopali il contenuto e lo spirito" del provvedimento papale.
Il 7 luglio 2007 è stato dunque promulgato il motu proprio Summorum Pontificum , secondo il quale qualunque sacerdote cattolico possa, entro precise condizioni, celebrare la Messa tridentina latino col cosiddetto Messale del 1962 (perché promulgato in quell'anno da Giovanni XXIII, che aggiornò così il rito di san Pio V), anteriore alla riforma liturgica , entrata in vigore dal 1970, e caduto in disuso a causa della riforma stessa. A tali funzioni i fedeli sono ammessi, secondo il provvedimento stesso, solo se essi stessi lo richiedono. Precedentemente questa possibilità era riservata ai soli sacerdoti che avessero ottenuto il permesso dal proprio ordinario , secondo quanto stabilito dal motu proprio Ecclesia Dei promulgato da Giovanni Paolo II nel 1988 (che auspicava una larga generosità, di rado verificatasi, dei vescovi nel concedere il permesso). Il provvedimento è stato corredato da una lettera di accompagnamento, nella quale il Papa ha auspicato che questa nuova disciplina possa rappresentare un passo verso il riassorbimento dello scisma dei lefebrvriani . Secondo il pensiero del Santo Padre vi sono due forme di rito romano: la forma ordinaria , che è la Messa di Paolo VI , e la forma extraordinaria , che è la Messa di san Pio V, come scriveva il futuro papa Benedetto XVI nel testo "La mia vita-ricordi 1927-1977".
È d'altra parte evidente che il ritorno ad una spiritualità maggiormente legata alla tradizione millenaria della Chiesa è uno dei punti centrali del pontificato di Benedetto XVI : anche nell'esortazione post-sinodale Sacramentum Caritatis ( 2006 ) era stato auspicato un più ampio uso del latino e del canto gregoriano nelle liturgie.
Per approfondire, vedi la voce Summorum Pontificum
Papa Benedetto XVI ha deciso di reindossare alcuni abiti pontifici risalenti al Rinascimento . È il caso del camauro , un copricapo di velluto rosso bordato di pelliccia d'ermellino bianco che era stato indossato dai papi fino al Settecento , per poi essere ripreso da Leone XIII e successivamente da Giovanni XXIII : dopo più di quarant'anni il camauro è stato utilizzato da Benedetto XVI nel corso delle udienze generali del 21 e 28 dicembre 2005 . Un altro antico abito papale rispolverato da Ratzinger (l' 8 dicembre 2005, in occasione del consueto omaggio alla statua dell' Immacolata , in Piazza di Spagna ) è la mozzetta di velluto rosso bordata di ermellino bianco, che fu usata fino ai primi anni di pontificato di Paolo VI e che Benedetto XVI indossa in tutte le occasioni in cui è tradizionalmente previsto (preghiera comune, incontri diplomatici, ecc.).
In occasione dell'udienza generale del 6 settembre 2006 , ha indossato il cappello detto "saturno" a tesa larga, un copricapo rosso, così chiamato per la sua vaga somiglianza con il pianeta, adatto soprattutto a proteggersi dal caldo, che era spesso indossato da Giovanni XXIII . [11] A partire dal novembre 2007 il Papa ha sostituito il Maestro delle cerimonie litirgiche pontificie monsignor Piero Marini con monsignor Guido Marini . Il Maestro delle cerimonie liturgiche pontificie in sostanza è colui che prepara e assiste le liturgie papali e Guido Marini interpreta la liturgia con sobrietà, solennità e tradizione. A partire dalle prime celebrazioni del Papa con monsignor Guido Marini, sono stati reintrodotti camici, mitrie e piviali tradizionali; inoltre è stato utilizzato dopo lungo tempo il trono dello Spirito Santo, fabbricato durante il pontificato di Leone XIII .
Con un motu proprio datato 11 giugno 2007 , Benedetto XVI ha disposto che i papi dovranno essere eletti da una maggioranza di due terzi, indipendentemente dal numero di scrutini, come accadeva da secoli prima della Costituzione apostolica del 1996 di Giovanni Paolo II , Universi Dominici Gregis , pertanto emendata. >>>> segue Wikipedia
 

 

 
 
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