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24/01/2009 14:38:25
SU ABORTO E STAMINALI OBAMA CAMBIA TUTTO
Sbloccati i fondi federali per le organizzazioni non governative che si occupano di aborto. Dura replica del Vaticano

 

 

20/01/2009 20:40:54 tratto da LA7
OBAMA: E' L' ERA DELLA RESPONSABILITA'
Nel discorso pronunciato subito dopo il giuramento il Presidente
ha toccato tutti i temi più importanti, dalla crisi ecomica ai rapporti con l' Islam

 

20/01/2009 18:12:37 tratto da LA7
BARAK OBAMA HA GIURATO, È PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
Il presidente ha giurato sulla Bibbia che fu di Abramo Lincoln

 

 

 

 
 

 

“Abbiamo fatto tanta strada, questa vittoria appartiene a voi”
5 Novembre 2008 ·
da repubblica.it , il discorso con cui Barack Obama ha celebrato la vittoria a Chicago

 

Ciao, Chicago.
Se c'è qualcuno lì fuori che ancora dubita che l'America sia un posto dove tutto è possibile; che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è vivo ai nostri tempi; che ancora mette il dubbio il potere della nostra democrazia: questa notte è la vostra risposta.
E' la risposta delle code che si allungavano intorno alle scuole e alle chiese in numeri che questa nazione non aveva mai visto, della gente che ha aspettato tre e quattro ore, molti per la prima volta nella vita, perché credevano che questa volta dovesse essere diverso, che le loro voci potessero fare la differenza. E' la risposta che viene dai giovani e dai vecchi, dai ricchi e dai poveri, democratici e repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, indigeni americani, gay, eterosessuali, disabili e no.
Gli americani hanno mandato un messaggio al mondo: non siamo mai stati solo una lista di individui o una lista di stati rossi e stati blu. Siamo, e sempre saremo, gli Stati Uniti d'America.
E' la risposta che ha guidato quelli che si sono sentiti dire per tanto tempo di essere cinici e spaventati e dubbiosi su quello che possiamo ottenere, mettendo le loro mani sull'arco della storia e piegandolo una volta di più alla speranza di un giorno migliore. C'è voluto molto a venire, ma stanotte, per quello che abbiamo fatto in questo giorno in questa elezione in questo momento cruciale, il cambiamento è arrivato in America.
Poco fa stasera ha ricevuto una bellissima telefonata dal senatore McCain. Il senatore McCain ha combattuto lungamente e duramente in questa campagna e ha combattuto anche più lungamente e duramente per il paese che ama. Ha sopportato sacrifici per l'America che la maggioranza di noi neanche possono immaginare.
Siamo tutti migliori per i servigi resi da questo coraggioso, altruista leader. Mi congratulo con lui e mi congratulo col governatore Palin per quello che sono riusciti a fare. E aspetto con ansia di lavorare con loro per rinnovare la promessa della nazione nei mesi a venire.
Voglio ringraziare il mio compagno in questo viaggio, un uomo che ha fatto campagna dal cuore e ha parlato per gli uomini e le donne con cui è cresciuto nelle strade di scranton … E con cui è andato in treno verso casa nel delaware, il vicepresidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden. E non sarei qui stasera senza il sostegno incrollabile della mia migliore amica degli ultimi 16 anni, la roccia della nostra famiglia, l'amore della mia vita, la prossima first lady del paese… Michelle Obama.
Sasha e Malia… Vi amo più di quanto potete immaginare. E vi siete guadagnate il nuovo cucciolo che verrà con noi alla Casa bianca.
E anche se non è più con noi, so che mia nonna sta guardando, insieme alla famiglia che mi ha fatto quello che sono. Mi mancano stanotte. So che il mio debito verso di loro è incommensurabile.
A mia sorella Maya, a mia sorella Alma, a tutti gli altri fratelli e sorelle grazie per tutto il sostegno che mi avete dato, vi sono grato. E al manager della mia campagna, David Plouffe… L'eroe silenzioso di questa campagna, che ha costruito la migliore campagna politica, credo, della storia degli Stati Uniti d'America. E al mio principale stratega David Axelrod, che mi ha accompagnato in ogni passo della via. Alla migliore squadra di campagna mai messa insieme nella storia della politica: è merito vostro e vi sono grato per sempre per i sacrifici che avete fatto perché accadesse.
Ma soprattutto, non dimenticherò mai a chi appartiene davvero questa vittoria. Appartiene a voi. Appartiene a voi. Non sono mai stato il candidato più probabile per questo incarico. Non abbiamo cominciato con molti soldi o molti sostegni. La nostra campagna non è nata nei corridoi di Washington. E' iniziata nei cortili di Des Moines e nei salotti di Concord e sui portici di Charleston.
E' stata costruita da uomini e donne che lavorano che che hanno tirato fuori i pochi risparmi che avevano per donare 5, 10, 50 dollari alla causa. Ha tratto forza dai giovani che hanno rifiutato il mito dell'apatia della loro generazione; che hanno lasciato le case e le famiglie per lavori che davano loro pochi soldi e ancor meno sonno. Ha tratto forza dai non più giovani che hanno affrontato il freddo intenso e il caldo afoso per bussare alle porte di assoluti sconosciuti, e dai milioni di americani che si sono offerti volontari e hanno organizzato e dimostrato che oltre due secoli dopo, un governo della gente, dalla gente e per la gente non è scomparso dalla terra.
Questa è la vostra vittoria. E so che non l'avete fatto solo per vincere le elezioni. E so che non l'avete fatto per me. L'avete fatto perchè capite l'enormità del compito di fronte a noi: mentre celebriamo stanotte, sappiamo che le sfide che ci porterà domani sono le più grandi della nostra epoca: due guerre, un pianeta a rischio, la peggior crisi finanziaria da un secolo.
Anche mentre siamo qui stasera sappiamo che ci sono coraggiosi americani che si svegliano nei deserti dell'iraq e fra le montagne dell'Afghanistan per rischiare le loro vite per noi. Ci sono madri e padri che restano svegli quando i bambini dormono e si chiedono come pagheranno il mutuo o le parcelle del medico o come risparmieranno abbastanza per mandarli all'università.
C'è una nuova energia da sfruttare, nuovi lavori da creare, nuove scuole da costruire, minacce da affrontare, alleanze da riparare.
La strada davanti a noi sarà lunga. La salita sarà ripida. Forse non ci arriveremo in un anno o nemmeno in un mandato. Ma, America, non ho mai nutrito tanta speranza come stanotte che ci arriveremo. Ve lo prometto, noi come popolo ci arriveremo.
(Pubblico: ‘Sì possiamo. Sì possiamo')
Ci saranno ricadute e false partenze. Ci sono molti che non saranno d'accordo con tutte le decisioni e le politiche che seguirò da presidente. E sappiamo che il governo non può risolvere ogni problema. Ma sarò sempre onesto con voi sulle sfide che affrontiamo. Vi ascolterò, soprattutto quando non saremo d'accordo. E soprattutto vi chiederò di partecipare nell'opera di rifare questo paese, nell'unico modo in cui l'abbiamo fatto in america per 221 anni, pezzo a pezzo, mattone dopo mattone, mano callosa su mano callosa.
Quel che è cominciato 21 mesi fa nel profondo dell'inverno non può finire in questa notte d'autunno. Da sola questa vittoria non è il cambiamento che vogliamo. E non potrà succedere se torniamo alle cose com'erano. Non può succedere senza di voi, senza un nuovo spirito di servizio, un nuovo spirito di sacrificio.
Quindi richiamiamo un nuovo spirito di patriottismo, di responsabilità, in cui ognuno di noi si decide a partecipare e lavorare più duro e a badare non solo a noi stessi ma agli altri.
Ricordiamoci che se questa crisi finanziaria ci ha insegnato qualcosa, è che non è possibile che Wall street prosperi mentre Main street (la gente comune) soffre. In questo paese, cresciamo o affondiamo come una nazione sola e un popolo solo. Resistiamo alla tentazione di ricadere nelle stesse divisioni e nelle stesse meschinità e immaturità che hanno avvelenato così a lungo la nostra politica.
Ricordiamoci che ci fu un uomo di questo stato che per primo portò la bandiera del partito repubblicano alla casa bianca, un partito fondato sui valori della fiducia in se stessi e delle libertà individuali e dell'unità nazionale. Sono valori che tutti condividiamo. E se il partito democratico stanotte ha ottenuto una grande vittoria, lo facciamo con umiltà e determinazione per sanare le spaccature che hanno frenato il nostro progresso.
Come Lincoln disse a una nazione ben più spaccata della nostra, non siamo nemici ma amici. Le emozioni possono forzare ma non devono spezzare i legami dell'affetto. E a quegli americani di cui devo ancora conquistare l'appoggio: non avrò ottenuto il vostro voto stasera ma sento le vostre voci. Mi serve il vostro aiuto. E sarò anche il vostro presidente.
E a tutti coloro che guardano stasera al di là delle nostre spiagge, dai parlamenti e dai palazzi, a quelli che si raccolgono intorno alle radio negli angoli dimenticati del mondo; le nostre storie sono diverse ma condividiamo lo stesso destino; una nuova alba della leadership americana è a portata di mano.
A quelli… A quelli che vorrebbero distruggere il mondo: vi sconfiggeremo. A quelli che cercano pace e sicurezza: vi sosteniamo. E a tutti coloro che si sono chiesti se il faro dell'America brilla ancora: stanotte abbiamo dimostrato una volta di più che la vera forza del nostro paese non viene della potenza delle nostre armi o dalle dimensioni della nostra ricchezza ma dal potere perpetuo dei nostri ideali: democrazia, libertà, possibilità, speranza incrollabile.
E' questa la vera forza dell'America: che l'America sa cambiare.
La nostra unione può essere migliorata. Quel che abbiamo già ottenuto ci dà speranza per quel che possiamo e dobbiamo ottenere domani.
Questa elezione ha visto molte prime, molte storie che saranno raccontate per generazioni. Ma una che ho in mente stasera riguarda una donna che ha votato a atlanta. Somiglia molto ai milioni di altri che si sono messi in fila per far sentire la loro voce in questa elezione, a parte una cosa: Ann Nixon Cooper ha 106 anni. E' nata appena una generazione dopo la schiavitù, quando non c'erano automobili in strada né aerei in cielo; quando una come lei non poteva votare per due ragioni: perché era una donna e per il colore della sua pelle. E stasera penso a tutto quello che ha visto nel suo secolo in America: i dolori e la speranza, la lotta e il progresso, le volte che ci hanno detto che non potevamo, e la gente che è andata avanti col credo americano: sì che possiamo.
In un momento in cui le voci delle donne venivano fatte tacere e le loro speranze distrutte, lei è vissuta fino a vederle alzarsi in piedi e prendere la scheda. Sì possiamo. Quando c'era solo disperazione nella polvere e la depressione in tutto il paese, ha visto una nazione che sconfiggeva la paura stessa con un new deal, nuovi lavori, un nuovo senso di scopo comune. Sì, possiamo.
(Pubblico: sì possiamo)
Quando le bombe sono cadute sul nostro porto e la tirannia minacciava il mondo, lei era lì a testimoniare una generazione che si elevava all'eroismo e una democrazia che veniva salvata: sì possiamo.
(Pubblico: sì, possiamo)
Lei c'era per gli autobus a Montgomery, gli idranti a Birmingham, un ponte a Selma, e un predicatore di Atlanta che disse a un popolo che ‘we shall overcome', ‘noi ce la faremo'.
Sì, possiamo.
(Pubblico: sì, possiamo)
Un uomo ha camminato sulla luna, un muro è caduto a berlino, un mondo è stato messo in rete dalla nostra scienza e dalla nostra fantasia. E quest'anno in questa elezione, lei ha messo il dito su uno schermo e ha votato, perché dopo 106 anni in America, traverso i tempi migliori e le ore più buie, lei sa come l'America può cambiare. Sì, possiamo.
(Pubblico: sì possiamo)
America, abbiamo fatto tanta strada. Abbiamo visto tanto.
Ma c'è ancora tanto da fare. Stasera chiediamoci: se i nostri figli dovessero vivere fino a vedere il prossimo secolo, se le mie figlie fossero così fortunate da vivere tanto quanto Ann Nixon Cooper, che cambiamenti vedranno? Che progressi avremo fatto? Questa è la nostra opportunità di rispondere. Questo è il nostro momento per ridare alla nostra gente il lavoro e aprire porte dell'opportunità ai nostri bambini, per ridare la prosperità e promuovere la causa della pace; per reclamare il sogno americano e riaffermare quella volontà fondamentale, che di tanti, siamo uno; che finché abbiamo respiro, abbiamo speranza. E se troviamo davanti a noi il cinismo e i dubbi e chi ci dice che non possiamo, risponderemo con quel credo senza tempo che riassume l'intero spirito di un popolo: sì, possiamo. Grazie. Dio vi benedica. E dio benedica gli Stati Uniti d'America.
(5 novembre 2008)

 

L'America è cresciuta
Solo chi non conosce bene la storia americana può non apprezzare fino in fondo il significato storico della vittoria di Barack Obama.
Basti pensare che solo 40 anni fa i suoi genitori – un nero e una bianca – non avrebbero potuto nemmeno viaggiare insieme in autobus da una città all'altra degli Stati Uniti.
Basti pensare che 40 anni fa fece scalpore un film in cui un nero (Sidney Poitier) decideva di sposarsi con una donna bianca.
Basti pensare che 40 anni fa i neri americani non avevano ancora acquisito il diritto universale di votare.
Eppure, poco prima di essere ucciso, Robert Kennedy dichiarò: “Entro 40 anni un nero potrà diventare presidente di questa nazione”. Era il 1968, a 40 anni esatti da oggi.
Ma la grandezza di Barack Obama - e quello che gli ha permesso di vincere – è stata di non impostare una campagna elettorale nel nome di una eventuale “rivincita” dei neri, ma della semplice affermazione dei valori di eguaglianza espressi dalla Costituzione.
Nel discorso di ringraziamento, infatti, Obama ha esordito dicendo: “Se c'è ancora qualcuno che pensa che in questa nazione esistano traguardi irraggiungibili per il cittadino qualunque, la serata di oggi contiene la sua risposta”.
Ora, sappiamo tutti bene che il “cittadino qualunque”, per poter raggiungere quei traguardi, deve prima scendere a compromessi non da poco, ma a questo punto bisogna introdurre una importante distinzione ...
... nel nostro ragionamento: da una parte c'è l'elezione vissuta dai candidati, dall'altra c'è quella vissuta dal popolo.
Sul primo fronte possiamo stare a disquisire per giorni su “quanto“ in effetti un presidente come Obama potrà cambiare il corso della storia, e solo la storia potrà darci quella risposta completa.
Sull'altro fronte invece c'è un fatto assolutamente solido e inconfutabile: un'intera nazione come gli Stati Uniti ha votato per Barack Obama, e per quello che lui rappresenta “per loro”.
In altre parole, indipendentemente da quello che farà Obama, l'elezione appena conclusa ci ha dimostrato che per la prima volta in otto anni gli americani hanno visto la speranza prevalere sulla paura, e hanno visto la loro parte costruttiva prevalere su quella distruttiva.
Tanto è durato il trauma dell'undici settembre, che aveva permesso ai neoconservatori di impazzare liberamente in ogni direzione, senza alcun controllo, arrivando a depredare le casse statali di tutto quello che contenevano, nascosti dietro al “bau-bau” del terrorismo mondiale.
La stessa America che nel 2004 – nonostante gli insuccessi ormai evidenti dell'amministrazione Bush - aveva voluto a tutti i costi continuare nella stessa direzione suicida, oggi è passata in minoranza, e ha lasciato la strada al buon senso, alla ragionevolezza e allo spirito costruttivo che hanno da sempre animato questa giovane nazione.
Non dimentichiamo che per l'America avere duecento anni è come per un individuo averne una decina, dodici al massimo: cominci appena a capire di che cosa è fatto il mondo che ti circonda.
Ebbene, l'America di oggi ha saputo votare per Obama nonostante sia nero, semplicemente perchè ha visto in lui dei valori che trascendono il colore della sua pelle. Se anche – paradossalmente – Obama avesse voluto ingannarli tutti, rimane il fatto incontrovertibile che l'America abbia scelto quei valori, ed è questo che conta più di ogni altra cosa.
Alla fine sono i popoli del mondo a fare la storia, e non i loro governanti, e oggi l'America è cresciuta come raramente lo aveva fatto nel passato.

Massimo Mazzucco
tratto da www.luogocomune.net
 
 
Barack Hussein Obama II (Honolulu 4 agosto 1961) è un politico statunitense .
Candidato del Partito Democratico alla Presidenza, nelle elezioni del 4 novembre ha ottenuto un numero di " grandi elettori " tale da permettergli di insediarsi in qualità di 44° Presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 2009 , dopo il giuramento. Ha ricevuto anche le congratulazioni del suo avversario John McCain . [1]
È stato senatore junior per l' Illinois ed è attualmente l'unico senatore non bianco. [2] Per l'esattezza è nato negli Stati Uniti da padre nero del Kenya e da madre bianca del Kansas . Negli Stati Uniti d'America molti lo considerano, usando un'accezione estensiva del termine (poichè solo uno dei due genitori è di colore), afroamericano . [3]
La prima circostanza che gli ha accordato vasta notorietà nazionale è stata la convention democratica del 2004 , della quale ha pronunciato il discorso introduttivo. Il 10 febbraio 2007 ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2008. [4]
Dopo un lungo testa a testa ha battuto a sorpresa l'ex first lady e senatrice dello stato di New York Hillary Clinton (ritenuta dai sondaggi la grande favorita della vigilia) alle elezioni primarie del Partito Democratico . Il 3 giugno 2008 Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination democratica, diventando così il primo nero a correre per la Casa Bianca per uno dei due maggiori partiti. Ha ottenuto l'investitura ufficiale durante la convention del partito che si è tenuta a Denver tra il 25 e il 28 agosto 2008 .
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Primi anni
Barack Obama nacque al Kapi'olani Hospital [5] di Honolulu da Barack Hussein Obama Sr., un keniota agnostico , ex pastore di capre ed all'epoca studente straniero, e da Ann Dunham, proveniente da Wichita , in Kansas ; al momento della sua nascita entrambi i genitori erano giovani studenti universitari. [6]
Riguardo gli anni passati alle Hawaii, Obama ha scritto in seguito:
«  È ironico che la mia decisione di occuparmi di politica sia nata quando mi sono trasferito in una grande città continentale e non nel periodo in cui vivevo nelle Hawaii, che comunque costituiscono ancora il mio punto di riferimento.  »
Nel 1963 i genitori si separarono e successivamente divorziarono; il padre andò all' Università Harvard per conseguire un dottorato , e infine tornò in Kenya [7] , dove morì in un incidente stradale nel 1982 [8] : rivide il figlio solo in un'occasione. La madre invece si risposò con Lolo Soetoro, un altro suo ex collega universitario, da cui ebbe una figlia. Soetoro proveniva dall' Indonesia , si laureò in geografia nel 1962 , morì poi il 2 marzo del 1993 . Obama si trasferì quindi con la famiglia a Giacarta , dove nacque la sorellastra di Obama, Maya Soetoro-Ng. A Giacarta, Obama frequentò le scuole elementari da 6 a 10 anni [9] .
A dieci anni, Obama ritornò a Honolulu per ricevere un'istruzione migliore. Fu cresciuto prima dai nonni materni, Madelyn e Stanley Dunham, e poi dalla madre. Si iscrisse alla quinta elementare della scuola Punahou, dove si diplomò con ottimi voti nel 1979 [10] [11] . La madre di Obama morì di cancro pochi mesi dopo la pubblicazione dell'autobiografia di Barack Obama, Dreams from My Father [12] .
Nel suo libro Dreams from My Father , pubblicato in Italia da Nutrimenti con il titolo I sogni di mio padre , Obama descrive la sua esperienza di crescere con la famiglia di sua madre; una famiglia di ceto medio e, ovviamente, bianca. La conoscenza del suo padre nero assente derivò principalmente dalle storie della famiglia e dalle fotografie. Della sua infanzia, Obama scrive: "Che mio padre non sembrava per nulla come le persone a fianco a me — che era nero come la pece , mentre mia madre bianca come il latte — non ci feci neppure caso." [13] Da giovane, lottò per riconciliare le percezioni sociali sulla sua eredità multiculturale. Obama scrive sul suo utilizzo di marijuana e cocaina durante la sua adolescenza per "togliermi dalla testa la domanda su chi fossi." [14]
Dopo il liceo, Obama studiò per un paio d'anni all' Occidental College , prima di spostarsi al Columbia College della Columbia University . Là si laureò in scienze politiche , con una specializzazione in relazioni internazionali. [15] [16] Dopo la laurea, lavorò per un anno alla Business International Corporation (ora parte del The Economist Group ), una società che forniva notizie economiche di carattere internazionale alle aziende clienti. [17] Si trasferì poi a Chicago , per dirigere un progetto non profit che assisteva le chiese locali nell'organizzare programmi di apprendistato per i residenti dei quartieri poveri nel South Side. [16] [18]
Nel 1988, Obama lasciò Chicago per tre anni per studiare giurisprudenza ad Harvard . Nel febbraio 1990 diventò il primo presidente afroamericano della celebre rivista Harvard Law Review . [19] Nel 1989 , durante uno stage estivo presso uno studio legale specializzato in diritto societario conobbe Michelle Robinson , avvocato associato nello stesso studio. Si laureò magna cum laude nel 1991 e sposò Michelle nel 1992 . In seguito anche lui divenne avvocato senza però esercitare la professione.
Tornato a Chicago, Obama diresse un movimento per far registrare al voto quanti più elettori possibili (voter registration drive), poi come avvocato associato lavorò per difendere organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti civili e del diritto di voto presso lo studio legale Miner, Barnhill & Galland, e insegnò diritto costituzionale presso la facoltà di legge dell' Università di Chicago , dal 1993 fino alla sua elezione al Senato federale nel 2004. [18]
 
L'impegno politico
Il Senatore Obama incontra il Premio Nobel per la Pace Wangari Maathai
L'impegno politico di Obama cominciò nel 1992, anno in cui, dopo un'aggressiva campagna elettorale, aiutò il presidente Bill Clinton nelle elezioni presidenziali , portandogli circa 100.000 voti. Personaggio abbastanza conosciuto a Chicago , dove lavorando in uno studio legale si era occupato di diritti civili , nel 1993 favorì l'elezione al Senato di Carol Moseley Braun , prima donna afro-americana a diventare senatrice.
 
Senatore dell'Illinois
Nel 1996 , Obama fu eletto al senato dell' Illinois dal 13° distretto nel quartiere Hyde Park, nel sud di Chicago. Nel gennaio 2003, quando i democratici riconquistarono la maggioranza del senato, fu nominato presidente del Comitato della Sanità e dei Servizi umani del Senato. [20] Tra le sue iniziative legislative, Obama aiutò a realizzare degli sgravi fiscali sul reddito per favorire le famiglie a basso reddito, lavorò su una legge che aiutava i residenti che non si potevano permettere un'assicurazione sanitaria, e aiutò a promuovere leggi per aumentare la prevenzione dell' AIDS e programmi di assistenza. [21]
Nel 2000 si candidò alle elezioni primarie del Partito Democratico che avrebbero dovuto scegliere il rappresentante congressuale per l'Illinois, ma fu sconfitto in maniera abbastanza netta da Bobby Rush . Rush, già membro delle Pantere Nere e un attivista nella comunità, affermò che Obama non "aveva vissuto nel primo distretto congressuale abbastanza per sapere realmente cosa stava succedendo." [22] Rush vince le primarie con il 61% dei voti, contro il 30% di Obama. [23] Dopo la sconfitta, Obama si concentrò sul Senato statale, creando una legge che obbliga la polizia a registrare gli interrogatori nei confronti di criminali punibili con la pena di morte [10] e favorendo una legge che richiede alle assicurazioni di coprire le mammografie di routine. [24] [25] Nel 2002 si candidò alla stessa carica senza rivali. [26]
Analizzando la carriera di Obama nel Senato dell'Illinois, un articolo del Washington Post , pubblicato nel febbraio del 2007, ha notato la sua abilità nel lavorare con efficacia sia coi democratici che con i repubblicani, e la capacità di costruire coalizioni bipartisan. [27] Nella sua campagna elettorale seguente, per il Senato federale, Obama ha ottenuto l'appoggio del Fraternal Order of Police , il più grande sindacato di polizia statunitense. Gli agenti hanno lodato il suo "duraturo appoggio ad un controllo sulle armi da fuoco e la sua volontà di raggiungere compromessi," nonostante alcune leggi su cui il sindacato di polizia si era opposto. [28]
 
Elezione al Senato federale
Nel 2004 si tennero le elezioni in Illinois per decidere il nuovo senatore che avrebbe rappresentato lo stato al congresso degli Stati Uniti; il senatore in carica era il repubblicano Peter Fitzgerald , il quale però aveva già annunciato di non volersi ricandidare. Obama presentò la sua candidatura alle primarie democratiche. Nei primi sondaggi Obama inseguiva il ricchissimo uomo d'affari Blair Hull e il supervisore statale Dan Hynes . Le possibilità per Hull precipitarono, però, dopo le accuse di violenza domestica . [29]
La candidatura di Obama divenne vincente grazie ad una campagna pubblicitaria che proponeva immagini di Harold Washington , il sindaco deceduto di Chicago, e dello scomparso senatore federale Paul Simon . Fu inoltre sostenuto dalla figlia di Simon, dal Chicago Tribune e dal Chicago Sun-Times . [30] [31] Quindi affrontò Jack Ryan , il vincitore delle primarie per il Partito Repubblicano . Nei sondaggi iniziali Ryan inseguiva Obama, il quale però lo distanziò di venti punti dopo che i media resero noto che Ryan aveva incaricato un assistente di seguire le apparizioni pubbliche di Obama. Con il progredire della campagna, una causa intentata dal Chicago Tribune e dal canale WLS-TV di proprietà della ABC, portarono un tribunale della California ad aprire dei dossier sull' affidamento che datavano dal divorzio di Ryan dalla moglie, l'attrice Jeri Ryan . Nei dossier, la donna sosteneva che il marito l'avesse condotta in alcuni sex club di svariate città con l'intenzione di avere rapporti sessuali in pubblico. Benché la natura sensazionale delle accuse ne facesse materiale per giornali scandalistici e programmi televisivi specializzati nell'argomento, i dossier avevano comunque rilevanza giornalistica in quanto Ryan aveva insistito con i leader repubblicani che essi non contenevano niente che potesse danneggiarlo. Di conseguenza molti repubblicani misero in dubbio l'integrità morale di Ryan, che abbandonò la campagna elettorale il 25 giugno 2004 , lasciando Obama senza rivali. [32]
Risultò difficile per il Partito Repubblicano dell' Illinois trovare un sostituto al posto di Ryan, perché molti dei potenziali candidati, fra i quali Mike Ditka , ex allenatore degli Chicago Bears , rifiutarono la candidatura. La presidente del Partito Repubblicano dell'Illinois, Judy Baar Topinka , alla fine indicò due possibili candidati, entrambi afroamericani: Alan Keys , un ex funzionario del Dipartimento di Stato e commentatore radiofonico dal Maryland, e Andrea Barthwell , un ex funzionario dell'Agenzia Antidroga federale. Nell'agosto del 2004, a meno di tre mesi dal giorno delle elezioni, Alan Keyes accettò la nomina di candidato repubblicano, per sostituire Ryan. [33] Keyes, un residente del Maryland di lunga data, cambiò la sua residenza legale nell'Illinois dopo la candidatura. [34]
Obama e Keyes esprimevano punti di vista opposti riguardo alla ricerca sulle cellule staminali , sull' aborto , sul controllo sulle armi da fuoco, sui tagli alle tasse e sui buoni scuola . [35] Il 2 novembre 2004 , Obama trionfò contro Keyes con il 70% dei voti, contro il 27% dell'avversario. [36]
 
L'attività a Washington
Barack Obama.
Obama giurò come senatore il 4 gennaio 2005 . [37] Scelse, come direttore del personale, il direttore del personale dell'ex coordinatore dei Democratici al Senato Tom Daschle , e Karen Kornbluh , un'economista che era stata vice capo di gabinetto di Robert Rubin , l'ex segretario del Tesoro, come consulente politica. [38] Nel luglio 2005, Samantha Power , vincitrice del premio Pulitzer per un libro sui diritti umani e il genocidio, entrò nella squadra di Obama. [39] A quattro mesi dal suo arrivo al senato, il TIME lo dichiarò uno dei 100 personaggi più influenti del mondo, definendolo "uno dei più ammirati politici in America". [40] Un articolo dell'ottobre 2005 della rivista britannica New Statesman ha nominato Obama uno dei "10 personaggi che possono cambiare il mondo". [41] Nel corso degli anni in Senato, Obama ha ricevuto vari dottorati ad honorem in legge da varie istituzioni universitarie tra i quali il Knox College , [42] la University of Massachusetts Boston , [43] , l' Università di Northwestern , [44] e la Xavier University of Louisiana . [45] È membro delle seguenti commissioni al Senato [46]
 
Attività legislativa
 
109° legislatura
Il Presidente Bush firma la legge sulla responsabilità e trasparenza dei fondi federali, mentre gli artefici Tom Coburn ( R - OK ) e Obama osservano. [47]
Obama ha prodotto 152 disegni di legge e risoluzioni presso il 109° Congresso nel 2005 e nel 2006, e ne ha appoggiate altre 427. [48] [49] Il suo primo disegno di legge è stata la "Legge per l'aumento delle borse di studio universitarie Pell." [50] Mantenendo una promessa elettorale, il disegno proponeva di aumentare l'ammontare massimo di borse di studio "Pell Grant" per aiutare studenti di famiglie a basso reddito a pagare le rette universitarie. [51] Il disegno di legge non superò l'esame della commissione e non fu mai votato dal Senato.
Obama svolse un ruolo attivo nello sforzo del Senato per migliorare la sicurezza dei confini e le riforme sull'immigrazione. A partire dal 2005, ha appoggiato la "Legge sull'America sicura e sull'Immigrazione controllata", introdotta dal senatore John McCain ( R - AZ ). [52] Obama successivamente aggiunse tre emendamenti alla legge 2611, la "Riforma tollerante sull'Immigrazione," voluta dal senatore Arlen Specter ( R - PA ). [53] [54] La S. 2611 passò l'esame del Senato nel maggio 2006, ma non fu approvata dalla maggioranza della Camera . [55] Nel settembre 2006, Obama appoggiò un disegno di legge collegato, la "Legge per la barriera sicura", che autorizza la costruzione di un muro e altri rafforzamenti delle misure tese ad impedire l'immigrazione clandestina proveniente dal Messico . [56] Il Presidente Bush approvò il disegno di legge nell'ottobre 2006, definendolo "un passo importante verso la riforma dell'immigrazione". [57]
Congiuntamente, prima, al Senatore Richard Lugar ( R - IN ), e poi al Senatore Tom Coburn ( R - OK ), Obama ha introdotto con successo due iniziative che portavano il suo nome. La "Lugar-Obama" amplia la "Nunn-Lugar" sulla riduzione delle armi di distruzione di massa , anche alle armi convenzionali , tra cui i missili a spalla e le mine anti-uomo . [58] [59]
La "Legge sulla trasparenza dei fondi federali Coburn-Obama" fornisce un sito web, gestito dall'Agenzia della Gestione e del Bilancio, che annota tutte le organizzazioni che ricevono fondi federali dal 2007 in avanti, e fornisce dettagliatamente quale agenzia destina i fondi, la quantità di denaro fornito, e il motivo del finanziamento o contratto. [60] [61] Il 22 dicembre 2006 , il presidente Bush firmò la "Legge per gli aiuti, sicurezza e promozione della democrazia della Repubblica Democratica del Congo ;" questa è stata la prima legge federale con Obama primo firmatario. [62]
 
110° legislatura
Nei primi giorni della 110° legislatura , in un editoriale pubblicato sul Washington Post , Obama ha invocato la fine di "ogni pratica che faccia pensare ad un cittadino ragionevole che un politico deve qualcosa ad un lobbista ". [63] Si è unito al Senatore Russ Feingold ( D - WI ) per fare pressione sulla dirigenza dei Democratici al fine di ottenere restrizioni più severe nella S.1, la legge del 2007 sulla trasparenza e la responsabilità dei legislatori, che è passata al Senato con 96 voti favorevoli e solo due contrari. [64] [65] Obama si è unito a Charlse Schumer ( D - NY nell'appoggiare la S. 453, un disegno di legge che intende criminalizzare pratiche scorrette nelle elezioni federali, tra cui volantini fraudolenti e telefonate automatiche, come è avvenuto nelle elezioni di medio termine 2006. [66] [67]
Le iniziative di Obama riguardo all' energia hanno riscosso plausi e critiche da parte degli ambientalisti , che hanno gradito la sua proposta di legge sul riscaldamento globale , presentata con il Senatore John McCain ( R - AZ ), che permetterebbe di ridurre le emissioni di gas serra di due terzi, entro il 2050 , ma si sono mostrati più scettici nei confronti dell'appoggio di Obama nei confronti di una legge che promuove la produzione di carbone liquefatto . [68] [69] Sempre nei primi mesi della 110° Legislatura, Obama ha presentato il "disegno di legge per l'uscita dalla guerra in Iraq ," una proposta che prevedeva la graduale riduzione del numero di militari presenti sul suolo iracheno a partire dal primo maggio 2007 e il totale rientro di tutti i militari dall'Iraq entro il 31 marzo 2008 . [70] [71]
 
Visite ufficiali
Il Presidente della Commissione del Senato sui Rapporti con l'Estero Richard Lugar

 

Nella pausa parlamentare dell'agosto 2005, Obama viaggiò con il Senatore Richard Lugar, Presidente della Commissioni del Senato sui Rapporti con l'Estero, in Russia , Ucraina e Azerbaijan . Il viaggio era focalizzato su strategie per controllare l'offerta mondiale di armi convenzionali , armi biologiche e le armi di distruzioni di massa , come una prima difesa strategica dalla minaccia di futuri attacchi terroristici . [72] Lugar e Obama hanno ispezionato una struttura per la distruzione di testate nucleari a Saratov , nel sud della Russia europea. [73]
Nel gennaio 2006, Obama ha partecipato ad una delegazione del Congresso che ha incontrato i militari statunitensi in Kuwait e in Iraq . Dopo le visite, Obama si è recato in Giordania , Israele e in Palestina . Mentre era in Israele, Obama ha incontrato il ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom . [74] Obama ha anche incontrato un gruppo di studenti palestinesi due settimane prima che Hamas vincesse le elezioni. ABC News 7 (Chicago) ha riportato che Obama ha riferito agli studenti che "gli Stati Uniti non riconosceranno mai la vittoria di Hamas, se questo non rinuncia alla sua principale missione di distruggere Israele" e poi dichiarò lo stesso nel suo incontro con il Presidente dell' Autorità Nazionale Palestinese , Mahmud Abbas . [75]
Il terzo viaggio ufficiale di Obama fu nell'agosto del 2006, in Sudafrica , Kenya , Gibuti , Etiopia e Chad . Obama fu raggiunto dalla moglie e dalle due figlie nella visita al luogo di nascita di suo padre, un villaggio vicino a Kisumu , in una regione occidentale e rurale. [76] Obama fu accolto da folle entusiaste nelle sue uscite pubbliche. [77] Per incoraggiare le popolazioni locali ad effettuare il test HIV in maniera volontaria, Obama e sua moglie si sottoposero pubblicamente ad un test in una clinica keniota. [78] In un discorso ripreso dalla televisione keniota, tenuto presso l' Università di Nairobi , Obama criticò fortemente l'influenza delle rivalità etniche sulla politica keniota. [79] Il discorso generò un pubblico dibattito tra i diversi dirigenti politici, alcuni dei quali bollarono formalmente le parole di Obama come ingiuste e inappropriate mentre altri condivisero le sue posizioni. [80] [81]
 
Candidatura alla presidenza degli Stati Uniti
Voci su una possibile candidatura
Obama parla agli universitari, uno dei suoi punti di forza elettorali
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

Obama a Boston

 

Voci su una possibile candidatura alle elezioni presidenziali del 2008 si erano intensificate dopo la sua vittoria al Senato Federale nel novembre 2004. Subito dopo la sua vittoria, Obama aveva dichiarato ai giornalisti: "Posso senza dubbio affermare che non mi candiderò alle elezioni presidenziali tra quattro anni". [82] . La stessa domanda gli viene posta nel gennaio 2006 durante la trasmissione televisiva Meet the Press ; anche questa volta Obama ha ripetuto la sua volontà di terminare il mandato da senatore, che scade nel 2010. [83] L'altro senatore democratico dell'Illinois, Dick Durbin , ha più volte invitato Obama a pensare di candidarsi. [84] . Un articolo del dicembre 2005 sulla rivista The New Republic osservava che il 2008 sarebbe il momento in cui Obama avrebbe le maggiori possibilità di vittoria; in quanto non ci sarà un presidente che si ricandiderà o un vicepresidente che si candiderà, come accade invece nella maggior parte dei casi. [85]
Nel settembre 2006, Daniel Hynes , l'avversario di Obama alle primarie senatoriali del 2004, aveva scritto una lettera aperta al Chicago Sun-Times , in cui invitava i Democratici a pensare seriamente alla candidatura di Obama. [86] Il 2 ottobre 2006, il New York Magazine ha pubblicato un articolo in cui Obama dichiarava "Molta gente mi chiede se mi candiderò nel 2008, e io ho risposto di no. E se cambio idea, vi farò sapere". [87] . Anche la rivista Time ha pubblicato un articolo con nuove voci sua una sua possibile candidatura nel 2008; [88] la prestigiosa rivista ha anche pubblicato la sua foto in prima pagina, con un titolo che diceva "Le ragioni per cui Barack Obama potrebbe essere il prossimo presidente".
Il 18 ottobre 2006 , Obama ha partecipato al famoso programma The Oprah Winfrey Show e ha detto alla Winfrey che, se mai avesse deciso di candidarsi alla presidenza, lo avrebbe annunciato in quel programma. [89] Precedentemente Oprah aveva dichiarato in proposito: "So che non sto parlando solo per me. Ci sono molte persone che vogliono che tu ti candidi alla presidenza degli Stati Uniti." [89]
Il 22 ottobre 2006 , Obama ha di nuovo partecipato alla trasmissione Meet the Press ammettendo di pensare ad una candidatura. [90] Ha dichiarato: "Non voglio essere schivo al riguardo: date le reazioni che ho ricevuto negli scorsi mesi, ho pensato a questa possibilità ma non ci ho ancora pensato con la serietà e la profondità che credo siano necessarie. [...] Dopo il 7 novembre [91] , mi fermerò, mi siederò e considererò la questione, e se ad un certo punto cambio idea, farò un annuncio pubblico e tutti saranno in grado di darmi addosso [92] " ha promesso Obama.
Il 10 febbraio 2007 Obama ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2008. [4]
 
La sfida per la nomination democratica
Il procedimento per la scelta del candidato democratico iniziò il 3 gennaio 2008 , quando si tennero i caucus dell' Iowa . Barack Obama vinse con quasi il 38% dei voti, davanti a John Edwards (con circa il 30%) e Hillary Clinton (29%). Sebbene i sondaggi prevedessero una sua netta vittoria anche nelle primarie del New Hampshire dell' 8 gennaio 2008 , in quell'occasione Obama ha ottenuto solo il 37% dei voti, contro il 39% della Senatrice Clinton (John Edwards è arrivato terzo col 17%).
Il 26 gennaio 2008 ha nuovamente vinto un'importante primaria statale , questa volta in Carolina del Sud , dove, monopolizzando il voto nero ed aprendosi larghi varchi in quello bianco, ha conquistato il 55% dei voti contro il 27% della Clinton ed il 18% di Edwards.
Il 19 febbraio dello stesso anno ha vinto le primarie in Wisconsin con il 58% di voti circa, superando la senatrice Clinton che ha ottenuto solo il 41%, e nelle Hawaii dove ha ottenuto il 76% delle preferenze contro il 24% della Clinton.
Il 3 giugno 2008 , con la vittoria in Montana , Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination alla convention democratica di Denver .
Il 7 giugno , dopo una pioggia di appoggi da parte di moltissimi superdelegati , anche la sua diretta rivale alla nomination democratica, Hillary Clinton riconosce la vittoria del senatore dell'Illinois, dando il suo endorsement e ritirandosi di fatto dalla corsa. Barack Obama diventa così, ormai ufficialmente, il primo afro-americano in corsa per la Casa Bianca .
Il 23 agosto , Obama sceglie per il ruolo di candidato alla Vicepresidenza degli Stati Uniti il senatore democratico Joe Biden .
Il 4 novembre , Obama vince le elezioni sconfiggendo il repubblicano John McCain e diventando il 44° presidente degli Stati Uniti , primo afro-americano a ricoprire tale caricA

 

Famiglia e religione

 

Obama è raggiunto dalla moglie e dalle due figlie, prima dell'annuncio della sua candidatura alle presidenziali, presso Springfield, Illinois, il 10 febbraio 2007 . [93]
Mentre lavorava presso la società di consulenze legali Sidley & Austin nell'estate del 1989, Obama incontrò Michelle Robinson, un avvocato associato della società. [94] Michelle e Barack Obama si sposarono nel 1992 presso la Trinity United Church of Christ di Chicago; la cerimonia fu svolta dal reverendo Jeremiah Wright . [95] Hanno due figlie, Malia, nata nel 1999, e Natasha, del 2001. [94] Un passaggio del discorso chiave di Obama presso la Convention democratica del 2004, nonché il titolo del suo libro del 2006, L'audacia della speranza ( The Audacity of Hope ), gli sono state ispirate dai sermoni del reverendo Wright. [96] Nel libro, Obama descrive così la sua crescita in un ambiente non-religioso:
«  Non sono cresciuto in una famiglia religiosa. I miei nonni materni, che erano del Kansas , erano cresciuti in famiglie battiste e metodiste , ma la fede non ha mai veramente messo radici nei loro cuori. Le stesse esperienze di mia madre, una bambina sensibile e immersa nei libri cresciuta in piccole città del Kansas, Oklahoma e Texas , non fecero altro che rinforzare questo scetticismo ereditato. [...] Mio padre è stato quasi totalmente assente dalla mia infanzia, siccome i miei genitori divorziarono quando avevo due anni; ad ogni modo, nonostante mio padre fosse stato educato da musulmano , quando incontrò mia madre era ormai un ateo convinto, che riteneva che la religione fosse solo superstizione.  »
Obama scrive che le sue convinzioni religiose nacquero intorno ai vent'anni, quando collaborava con alcune chiese locali, organizzando la comunità. Fu qui che capì "il potere della tradizione religiosa afro-americana nello spronare cambiamenti sociali";
«  Fu a causa di queste nuove comprensioni, cioè che l'impegno religioso non richiedeva di sospendere il pensiero critico, di smettere di lottare per la giustizia economica o sociale, o di ritirarmi da quel mondo che conoscevo e amavo, che fui finalmente capace di camminare nella navata della Trinity United Church of Christ ed essere battezzato . Fu una scelta consapevole, non una rivelazione; le domande che mi ponevo non sparirono di colpo. Ma inginocchiandomi sotto la croce nel South Side di Chicago, sentii lo spirito di Dio che mi attraeva. Mi piegai alla Sua volontà, e mi dedicai a scoprire la Sua verità. [97] »
Critiche
Obama in Texas

 

Si è attirato le critiche di progressisti come il giornalista David Sirota quando ha votato per confermare Condoleezza Rice come Segretario di Stato , quando ha votato a favore di una legge di azione collettiva "scritta dalle multinazionali", e per "essersi rifiutato di criticare apertamente" la guerra in Iraq, nonostante si presenti come un candidato contro la guerra. [98] Anche il Professore afro-americano Cornel West, dell' Università di Princeton , ha sollevato forti dubbi, in particolare riferiti alla scarsa trasparenza sulla provenienza dei finanziamenti per la campagna elettorale. [99] Tra i critici più radicali si pone lo storico Webster Tarpley , già noto come critico spietato dei neoconservatori e autore di due libri polemici su Obama usciti nel 2008, fra cui una biografia non autorizzata. [100]
Opere
Obama ha pubblicato la sua autobiografia, I sogni di mio padre ( Dreams from My Father ) nel 1995 e ha pubblicato una nuova versione, con qualche modifica, nel 2004. In Italia è stata pubblicata dalla casa editrice Nutrimenti nel 2007). La versione in audiolibro è stata premiata nel 2006 con un Grammy award for Best Spoken Word Album . [101]
Nel dicembre 2004, Obama ha stretto un accordo da 1,9 milioni di dollari per scrivere tre libri. [102] Il primo, L'audacia della speranza ( The Audacity of Hope ), è uscito il 17 ottobre 2006 , e delinea le sue convinzioni politiche. [103] Il secondo è un libro per bambini scritto in stretta collaborazione con la moglie Michelle e le loro due figlie, i cui profitti saranno devoluti in beneficenza. L'argomento del terzo libro non è stato annunciato.
In Italia L'audacia della speranza è stato pubblicato nel 2007 con prefazione di Walter Veltroni . Lo stesso Veltroni ha incontrato Obama a Washington nel 2005 ed è stato uno dei suoi primi sostenitori all'estero.
 
Risultati elettorali
Note
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    Oh, vede, lei sa, quando ero un ragazzo ho sniffato. Frequentemente. Quello era il punto. Vede, è qualcosa di cui mi rammarico. È qualcosa di cui ho in realtà scritto nel mio primo libro, e rifletteva la lotta e la confusione di un adolescente. E, in quel senso, io credo che la grande maggioranza degli americani capiscano che gli adolescenti sono spesso confusi.
    Per un paragone con la frase di Bill Clinton "non ho mai sniffato", detta durante la campagna elettorale presidenziale del 1992, vedi:Seelye, Katharine Q. " Barack Obama, Asked about Drug History, Admits He Inhaled ", New York Times , reprinted in International Herald Tribune , 24 ottobre 2006 . URL consultato il 2007-02-10 . Per l'intera trascrizione dell'intervista, vedi: Remnick, David. " Testing the Waters ", New Yorker Online Only , 10 ottobre 2006 (text and audio) . URL consultato il 2007-02-10 .
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