"Nessuno mai ci chiese"
La vita del partigiano Armando Gasiani deportato a Mauthausen
di Alessandro De Lisi; con interventi di Sergio Cofferati e Sergio Mattarella
Ed. nuovadimensione
(nella foto Armando e Maria nel giorno del loro Matrimonio)
A diciassette anni Armando Gasiani, contadino e partigiano bolognese, viene deportato a Mauthausen. Con lui il fratello Serafino, più grande di pochi anni. Dopo la drammatica vicenda nel campo, Armando riesce a ritornare ma Serafino muore in prigionia.
Una storia d'amore e di politica, una visione sull'Italia contadina e operaia e sulla conquista della democrazia. Armando Gasiani torna in un Paese intento a dimenticare e a superare le colpe per potere stare al tavolo dei vincitori della seconda guerra mondiale e per questo, non ascoltato da nessuno, resta in silenzio pee cinquant'anni. La notte di natale del 1997, grazie al coraggio e all'amore della moglie Maria, Armando assiste al film di Roberto Benigni "La vita è bella" e in un fiume di lacrime inizia a raccontare a molti giovani la sua storia. Così la vicenda personale diventa memoria di tutti, come in una Resistenza posticipata.
"Nessuno, quasi mai, si accorge di me, delle mie lacrime e tanto meno dei miei pensieri. (...)
Nessuno, mai, come se fosse stato un ordine a noi sconosciuto, ci chiese da dove provenissimo, oppure cosa avevamo vissuto nei campi. Molte volte, negli anni più lontani, ho sperato di trovare le persone giuste e disponibili per ascoltare la mia storia, molto simile a quella di tanti, ma spesso nei sorrisi, e nelle raccomandazioni a "cambiar pagina", capivo che ero di troppo.
Ogni notte, aspettando il sonno e mentre scivolo nell'incoscienza, ritrovo Serafino che mi augura buon compleanno, e poi si gira e va via per sempre. Sogno i kapò e le botte e le urla. Basta un niente, una parola pronunciata da alcuni passanti, un colore, un odore, un suono, e gli incubi tornano visioni, anche in pieno giorno". |