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Pace, la nostra bandiera non si tocca!
di Beppe Muraro

(27 settembre 2008)
Hanno aspettato 96 giorni prima di avere una risposta dal Comune. Una risposta condizionata da una vera e propria forca caudina  quella dell' assenza delle bandiere della pace dal corteo che attraverserà la città in occasione del passaggio da Verona della Carovana missionaria della pace dedicata quest'anno alla Libertà di parola e all'immigrazione. Niente bandiere della pace perché per la giunta comunale della città scaligera quelle della pace sono diventate ormai simboli di partito, anzi dell'estrema sinistra.
A rincarare la dosi oggi c'è lo stesso sindaco di Verona, Flavio Tosi , che, di fronte alle polemiche scoppiate nei giorni scorsi dopo il veto posto dai suoi assessori alla presenza delle bandiere arcobaleno in piazza, parla dei missionari della carovana della pace come di persone dedite "all'estremismo politico terzomondista più che al pacifismo".  Nonostante questo, domenica e il primo ottobre la Carovana farà lo stesso tappa a Verona, ma senza sfilare per la città e senza fermarsi nella sua piazza principale, piazza Bra, dove c'è anche la sede del Comune e di un'amministrazione comunale che - l'anno scorso - tra i suoi primi atti decise di ritirare l'adesione di Verona dalla marcia Perugia-Assisi.
"Saremo lo stesso a Verona - dice padre Giuseppe Cavallini , missionario comboniano, tra gli organizzatori della tappa veronese della Carovana - e ci saremo per parlare di immigrazione". Un tema che forse più ancora che la bandiera arcobaleno, innervosisce più d'uno a Palazzo Barbieri. "L'immigrazione - continua padre Cavallini - costituisce anche un problema, ma vogliamo dire con forza che è un problema che è conseguente alla mancanza di pace in molte parti del mondo e che per questo chiede una risposta di pace.
Con la nostra presenza vogliamo lanciare a Verona un messaggio sul tema dell'immigrazione. Se è davvero un problema proviamo ad avvicinarci agli immigrati non con diffidenza o paura, ma con uno stile di pace e certamente vivremo tutti molto meglio". Un messaggio che la Carovana lancerà domani in due incontri, il primo all'ex Seminario a San Massimo e il secondo al Tempio Votivo, nel piazzale davanti alla stazione ferroviaria, ovvero in uno dei luoghi d'incontro della diverse comunità di immigrati arrivati a Verona. Un incontro questo all'insegna proprio dello slogan "nella mia città nessuno è straniero".
Altro incontro in programma mercoledì 1 ottobre, al teatro alle Stimate. Lì le bandiere della pace ci saranno e sventoleranno senza problemi. "Ci mancherebbe altro - dice ancora il missionario comboniano - anche perché rivendichiamo il diritto di usare quello che è diventato il nostro simbolo fin dagli anni '80, dalla nascita del movimento Beati costruttori di Pace, alla grandi manifestazioni che proprio a Verona si sono tenute per molti anni di fila proprio a Verona e in Arena". Incontri all'epoca animati da un altro missionario comboniano,  padre Alex Zanotelli, e da diversi gruppi missionari cittadini a testimoniare il forte legame tra la Verona degli anni '90 e quella dove operò il Beato Giuseppe Comboni.
"Basta andare a vedere le foto di quei giorni e di quegli incontri - conclude padre Giuseppe Cavallini- per capire che la bandiera con i colori dell'arcobaleno è da sempre la bandiera del movimento missionario per la pace. Se poi anche qualcun'altro la usa, libero di farlo, ma nessuno può impedirci di usarla anche noi nei modi e nei luoghi che riteniamo più giusti e necessari".
GIULIETTI, ARTICOLO 21:
VERONA NON CEDA AL DIVIETO SULLA BANDIERA DELLA PACE
Non sappiamo ancora se l'amministrazione comunale di Verona vorrà continuare a negare alla “carovana della pace”  il permesso di esporre quella grande bandiera che è ormai diventata il simbolo internazionale  di quanti credano  nelle ragioni della pace. Così oggi scrive, Giuseppe Giulietti portavoce Articolo21, sul blog  “Piazza del Dissenso”. Quella bandiera, per altro, è stata sempre sventolata dal movimento “Beati Costruttori di Pace” che proprio a Verona , dentro l'Arena tenne le sue principali iniziative. L'amministrazione  comunale di allora, saldamente nelle mani della DC  non si permise mai di vietare alcunché . Non vorremmo che nella Verona di oggi godessero di maggior libertà le bandiere dei peggiori gruppi xenofobi e dell'estremismo  di destra. Ci auguriamo che la stessa amministrazione comunale voglia immediatamente chiudere questa brutta polemica e revocare qualsiasi divieto. Siamo sicuri, infine, che i cittadini democratici appenderanno ai loro balconi e alle loro finestre la tradizionale bandiera della pace  che nessuna censura riuscirà mai a cancellare.
 
 
 

 

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