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Elezioni in Congo, i ribelli contestano Kabila

Luigina D'Emilio


I sostenitori del vicepresidente uscente della Repubblica democratica del Congo ed ex leader dei ribelli, Jean-Pierre Bemba, hanno dichiarato la vittoria del loro candidato alle elezioni presidenziali svoltesi lo scorso 29 ottobre, sfidando così i risultati parziali che assegnano la vittoria al presidente uscente Joseph Kabila. Gli stessi sostenitori di Bemba si sono detti pronti a rigettare l'accordo siglato tra le due parti pochi giorni dopo il voto, in cui si sono impegnate a non far ricorso alla violenza per cambiare il risultato elettorale.

I dati diffusi e riguardanti lo spoglio di circa il 90% delle schede assegnano a Kabila quasi il 60% dei consensi contro il 40% di Bemba. Sebbene debbano essere scrutinate ancora due milioni di schede, la vittoria di Kabila appare ormai certa.

Il presidente della Commissione elettorale indipendente, Abbe Appollinaire Malu, ha smentito ogni accusa e ha difeso il lavoro onesto fatto dalla sua organizzazione, sottolineando che «nessuno ha le prove per affermare il contrario». La regolarità dello scrutinio è sorvegliata da 40.000 osservatori nazionali e da circa 1.500 internazionali, come pure da oltre 17.000 rappresentanti di partiti politici e di candidati indipendenti.

La coalizione Unione per la Nazione che sostiene il vicepresidente uscente Bemba, ha comunque messo in discussione l´imparzialità della Commissione elettorale indipendente (Cei) affermando di «non accettare un risultato elettorale che mira a rubare al popolo congolese la sua vittoria». Secondo la coalizione, infatti, la Cei starebbe «distillando i risultati parziali con l´obiettivo di far credere che Kabila stia vincendo il ballottaggio presidenziale».

Nonostante le dichiarazioni rilasciate dall´Unione per la Nazione, non è stato presentato nessun ricorso e secondo alcune fonti il documento non è stato firmato da nessun esponente del movimento di liberazione congolese, la milizia ribelle di Bemba trasformata nel 2003 in partito politico.

Ma la situazione rimane comunque tesa in un Paese che è tornato a votare dopo 46 anni, passati tra dittature e guerre civili. La dichiarazione rischia, infatti, di riaccendere le tensioni tra i due schieramenti, forti di migliaia di uomini armati, che si sono già scontrati sabato 10 novembre nella capitale Kinshasa dove, dopo il primo turno, decine di persone morirono in scontri tra i gruppi armati di Bemba e Kabila. I sostenitori di Bemba hanno anche dichiarato che i dati sarebbero stati manipolati per garantire la vittoria del presidente uscente.

Queste sono le elezioni della speranza per il Congo perché seguono la fine di una guerra durata sei anni, a cui hanno partecipato sette paesi africani e che è costata la vita a 4.000.000 di persone. All´esito del voto è legato il futuro di questo Paese, potenzialmente tra i più ricchi dell´Africa per la presenza di notevoli risorse minerarie e numerose materie prime che potrebbero rilanciare in maniera concrea l´economia interna, ma che fino ad oggi, sono state appannaggio delle multinazionali.
Pubblicato il: 14.11.06
Modificato il: 14.11.06 alle ore 20.20

 

 

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