associazione medica a carattere socio-sanitario destinata alla cura e alla prevenzione
dei DISTURBI di RELAZIONE,
attraverso un programma clinico di reintegrazione
del soggetto portatore di disagio
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L'Assoc. MedicoN.A.Di.R. e l'Assoc. Cult. NADiRinforma
si uniscono alla manifestazione DIRITTI IN PIAZZA
"Per cambiare le scelte sbagliate del governo"
al fine di evidenziare il disagio nel quale versa il Paese.
A Bologna la manifestazione avrà luogo sabato 27 settembre 2008
in Piazza della Vittoria alle ore 10:00
MedicoN.A.Di.R. e NADiRinforma si uniscono in quanto l'obiettivo che si propone l'organizzazione è orientato a sensibilizzare la gente circa ciò che definisce “le scelte sbagliate del Governo”, scelte sbagliate in quanto:
riducono il potere d'acquisto di ogni cittadino, aggravando la posizione delle fasce più fragili della popolazione, si pensi alle modeste pensioni che non permettono agli usufruitori di condurre una vita dignitosa in una fase tanto delicata, quanto importante dell'esistenza dell'individuo
la tanto proclamata “lotta all'evasione fiscale” a tutt'oggi pare più uno slogan elettorale che non una realtà e questo non favorisce la ripresa di un Paese in netta fase di declino economico e sociale, più che di lotta all'evasione fiscale, si dovrebbe parlare di “educazione civica” orientata a ridare un significato alla parola Stato
il disagio sociale sta aumentando vertiginosamente in virtù e della scarsa possibilità per le famiglie di muovervi agevolmente in ambito economico e della crescente spinta orientata ad incrementare la paura del singolo nel e verso il gruppo, quando, invece, solamente la coesione sociale potrebbe aiutare se non il superamento, almeno una riduzione di quel disagio che invade ogni angolo della quotidianità
i lavoratori vedono ogni giorno ridurre il loro potere di scambio, in quanto tale figura è stata relegata nella condizione precaria assoggettata al ricatto costante ed incombente e conseguentemente preda della paura della disoccupazione. La dignità di chi produce pare svanire trasformando la vera forza motrice del Paese in una sorta di “ceto” inferiore da cui sembra non vi sia via d'uscita (cassa integrazione, disoccupazione, ricatto). Gli stessi orari di lavoro, i contratti, i diritti, la sicurezza ... dove sono stati relegati ? Anni di sacrifici e di lotte sindacali sepolte da un sistema sociale sempre più coartativo e svilente il cittadino creando una sorta di favoritismo assolutamente illusorio, in quanto gli imprenditori, come ci insegna la storia, possono ritrovare la loro forza solamente nei lavoratori che con dignità ed impegno, sino anche alla dedizione, se gratificati, spingono la macchina della produzione. É concetto consolidato che il lavoratore insoddisfatto e demotivato rende molto meno in ambito lavorativo, non l'abbiamo forse sperimentato negli anni oscuri precedenti i grandi cambiamenti nel mondo del lavoro ? Ciò che meraviglia è che chi dirige da anni questo Paese pare nascere dal nulla, pare non avere memoria storica, pare vivere nel “paese delle meraviglia di Alice” ... sorge la domanda: “ma il decadimento sociale, del quale siamo preda, pone forse lì le sue radici ?”
ciò che pareva conquistato dai cittadini italiani negli ultimi 50 anni, riducendo fortemente la sperequazione sociale, oggi sta decadendo conseguentemente alla nascita di sacche sempre più ampie di povertà. Una nuova povertà che, difficilmente tollerata da chi aveva in questi anni migliorata la qualità di vita per se e per la sua famiglia, si ritrova a combattere per “tirare avanti” nascondendo, in virtù della dignità e dell'orgoglio del lavoratore, tale disagio sino a “scoppiare” in situazioni paradossali e di difficile approccio sociale in termini di recupero
I servizi di grande utilità sociale per la crescita del nostro Paese, quali la scuola, paiono essere relegati in secondo ordine, come se l'istruzione di buona qualità non fosse più il cardine per eccellenza dell'evoluzione di una Comunità. Purtroppo il taglio di più di 8 miliardi di euro alla scuola pubblica, la possibilità di dovere affrontare 150.000 posti di lavoro decurtati stravolgono il concetto stesso di pubblica istruzione in un Paese che certamente non brilla come qualità in ambito europeo, del quale, non si dimentichi, fa parte. Pare emergere la tendenza verso la scelta della privatizzazione delle scuole ricalcando antichi modelli di istruzione primaria che, la storia insegna, tagliavano fuori dal circuito intellettuale larghe fasce di popolazione. Nelle scuole primarie la manifesta volontà del Ministero di ritornare alla figura del maestro unico ci riporta al secolo scorso e ... se i ricordi non tradiscono ... già De Amicis nel suo “Cuore” evidenziava con perizia l'iniquità del sistema scolastico
lo stesso vale per il Servizio Sanitario Nazionale, la domanda è: “la salute è un diritto oppure si è trasformata in lusso ?” l'OMS parla chiaro: “la salvaguardia della salute è un DIRITTO per tutti gli esseri umani”. Come pensare, anche solo per un momento, di trasformare in azienda un servizio sociale intoccabile, quale è la Sanità ?! Addirittura in Italia, contrariamente alle norme dettate dalla UE, si è sempre teso a fare poca promozione alla salute, scambiando la salute per mancanza di malattia, anziché “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità” (OMS, 1948).
Secondo la Carta di Ottawa per la Promozione della salute, la salute è una risorsa per la vita quotidiana, non l’obiettivo del vivere. La salute è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. La salute si raggiunge allorché gli individui sviluppano e mobilitano al meglio le proprie risorse, in modo da soddisfare prerogative sia personali (fisiche e mentali), sia esterne (sociali e materiali). Salute e malattia non sono pertanto condizioni che si escludono a vicenda, bensì punti terminali di una comune continuità.
La regione europea dell'OMS ha varato il programma "Salute 21 – i principi della salute per la regione europea dell'OMS – 21 obiettivi per il 21 secolo". I 21 obiettivi costituiscono i fondamenti per la definizione della politica sanitaria in Europa. Essi fungono inoltre da unità di misura per valutare i progressi in termini di miglioramenti nella salute, protezione della salute e riduzione dei rischi per la salute.
Inoltre, non si dimentichi: "L'educazione alla salute comprende le opportunità di apprendimento costruite consapevolmente che coinvolgono alcune forme di comunicazione, ideate per conoscere meglio la salute, per migliorare le cognizioni, e per sviluppare quelle capacità di vita che contribuiscono alla salute del singolo e della comunità." (OMS, 1998). Oggi ci ritroviamo ... e siamo nel 3° Millennio, e facciamo parte dell'Unione Europea ... a combattere a suon di “bigliettoni” a ricavarci un posto letto oppure ad affrontare un trattamento diagnostico sinanche terapeutico, ci si domanda se questo è progresso oppure involuzione: le speculazioni, chiunque le faccia, circa la salute dell'individuo sono da considerarsi reato!
Che dire poi del disagio sociale supportato dal franco atteggiamento xenofobo di gran parte di Coloro che, democraticamente eletti dai cittadini, dovrebbero secondo scienza e coscienza rappresentarli aderendo ai sacrosanti principi dettati dalla Costituzione (di cui si festeggiano i 60 anni) ? Noi, Italiani brava gente, popolo di migranti ... sappiamo quanto e come il lavoro svolto dalle generazioni che, sacrificandosi, hanno lasciato le famiglie per avventurarsi in Paesi che parevano offrire maggiori possibilità destinate a migliorare la qualità di vita ... sappiamo quanto abbiamo contribuito a rinforzare le economie di quei Paesi ... ed ora ? Ora che tanti individui dotati della stessa dignità, dello stesso desiderio che un tempo spinse noi verso l'ignoto ... ora che potremmo accogliere ... che facciamo ? Respingiamo, quando va bene ... tolleriamo, cadendo nell'equivoco che ... non sappiamo bene a chi faccia comodo, ma che ci spinge a vivere gli immigrati quali responsabili della decrescita economica in corso, dell'incipiente criminalità. Abbiamo dimenticato il valore del lavoro svolto dai nostri parenti in America, in Germania, in Svizzera ... economie che ai tempi furono capaci di accogliere ed usare chi si proponeva in termini costruttivi. Gli immigrati potrebbero rappresentare la nuova spinta propulsiva economica e sociale dell'Italia!

Forse è davvero giunto il momento di fermarci tutti quanti a pensare almeno
a cosa vogliamo e per noi e per il futuro dei nostri figli
Forse dovremmo davvero scendere in piazza per confrontarci
Forse dovremmo fare domande esplicite a chi ci dovrebbe rappresentare
Forse le stesse domande dovremmo rivolgerle anche a noi stessi!

La Presidente
Luisa Barbieri
Manifesto: Diritti in piazza 23-09-2008
Sara Farolfi
ROMA La macchina sindacale si è messa in moto. Assemblee e attivi di delegati prendono corpo nei vari territori. La Cgil si prepara alla giornata nazionale di mobilitazione, articolata per territori, proclamata per sabato prossimo. «Diritti in piazza, per cambiare le scelte del governo», le parole d'ordine, perchè l'attacco ai diritti del lavoro altro non è che un più generale attacco ai diritti di cittadinanza. Una mobilitazione partita un po' in sordina - «sofferta», dice qualcuno - all'interno di un difficile dibattito interno alla confederazione, ma che «acquista consistenza di giorno in giorno», per usare le parole del segretario confederale Enrico Panini. Certo è che da quando è stata proclamata - con decisione unanime del direttivo d'organizzazione il 9 settembre scorso - di cose ne sono successe, «fatti che hanno caricato di contenuti la mobilitazione». Alitalia, per citare l'ultimo e forse il più eclatante. Ma anche, sullo sfondo, la trattativa sulla riforma del modello contrattuale (che per un sindacato è questione essenziale), dopo la presentazione del documento di Confindustria alle confederazioni. Appare sempre più evidente l'impossibilità di una critica serrata all'operato del governo, e contemporaneamente quella di un patto con Confindustria. «Le cose marciano di pari passo», è la convinzione diffusa in diverse camere del lavoro. E se è vero che l'aggressione confindustriale non sarà al centro della giornata di sabato, è altresì vero che «nelle assemblee si fa il punto su tutto». Mentre diversi territori, Torino tra i primi, hanno scelto apertamente di non separare le due questioni. «Una manifestazione di popolo contro le scelte del governo e contro quelle di Confindustria, questo ci aspettiamo», dice Claudio Stacchini della camera del lavoro di Torino. Ottimismo e preoccupazione marciano comunque di pari passo. «Il muscolo è atrofizzato da anni», qualcuno la spiega così. Ma le preoccupazioni sono soprattutto quelle di chi, nei territori, sa del «malumore diffuso» e delle «condizioni pesanti» di milioni di lavoratori. «Il rischio è che la dispersione porti alla ricerca di soluzioni individuali - spiega Bruno Papignani, segretario della Fiom bolognese - A quella china di dissociazione per cui tutti stanno male, ma risulta sempre più difficile credere nell'azione collettiva di riscatto». Di qui anche la scelta di una mobilitazione nazionale, articolata per territori. Che sabato si materializzerà in presidi e volantinaggi in tutte le piazze italiane e, dove i numeri lo consentiranno, veri e propri cortei. Un modo per tastare il polso della situazione, forse anche un momento di 'verifica' per la più grande confederazione italiana. «Un punto di snodo per un passaggio di fase», auspicano in molti. Anche perchè l'unità sindacale, tenacemente perseguita finora, perde colpi ogni giorno, con Cisl e Uil più che condiscendenti ai diktat del governo e ai desiderata di Confindustria. A tal punto che tanto della piattaforma sul fisco, quanto di quella sui contratti (entrambe siglate unitariamente dai tre sindacati confederali) non resta ormai che un pallido ricordo. «Scrollarsi di dosso l'apatia», dice ancora Panini, «i segnali che indicano un crescente senso di partecipazione e di identità ci sono». Cortei sono previsti a Torino, Milano, Bologna e Napoli. «Speriamo di fare una sorpresa a Berlusconi», dice Michele Gravano, segretario della Cgil Campania. Ottimo esempio di come l'attacco ai diritti del lavoro altro non sia che l'attacco più generale ai diritti di cittadinanza, sarà la manifestazione che vedrà convergere a Napoli migliaia di lavoratori da tutta la Regione. Apriranno il corteo i rom e gli immigrati di Castel Volturno, ma numerosi in piazza saranno anche i lavoratori Atitech (la manutenzione Alitalia) e i precari della scuola. «Obiettivo - dice ancora Gravano - è la costruzione di un fronte sociale che non sia solo di protesta, ma anche di proposta».
FERMARE LE POLITICHE DEL GOVERNO SULLA CONOSCENZA
( Le iniziative unitarie e di sigla )
Nella giornata del 27 settembre p.v. in tutte le città italiane si svolgeranno iniziative di mobilitazione per chiedere un diverso indirizzo della politica economica, sociale e fiscale del Governo.
La CGIL nel promuovere questa grande iniziativa di mobilitazione per contrastare le misure economiche e sociali sbagliate del Governo intende nel contempo sostenere gli obiettivi proposti dalla nostra organizzazione e dalla piattaforma unitaria CGIL – CISL – UIL.
I comparti della Conoscenza, oltre ad essere penalizzati come tutto il mondo del lavoro, subiscono un feroce attacco le cui conseguenze minacciano non solo lo sviluppo democratico del nostro Paese ma negano diritti e futuro alle nuove generazioni.
Le principali scelte di politica economica del Governo per scuola, università, ricerca, alta formazione artistica e musicale prevedono: il taglio di migliaia di posti di lavoro, il ritorno al maestro unico nella scuola primaria, nessuna risorsa per i rinnovi dei contratti, nessun investimento per il funzionamento della scuola e l'edilizia scolastica, il licenziamento dei precari, l'impoverimento e affossamento della ricerca pubblica e la chiusura di molti enti, la privatizzazione delle università attraverso la trasformazione in fondazioni private, campagne diffamatorie e norme punitive contro la dignità dei lavoratori pubblici.
La FLC Cgil invita le lavoratrici e i lavoratori della Conoscenza, già impegnati nelle tante iniziative unitarie e di sigla che si stanno attuando da giorni in molte città, a partecipare alla giornata di mobilitazione nazionale del 27 settembre promossa dalla CGIL per contrastare le scelte del Governo che penalizzano giovani, lavoratori, pensionati e il futuro del Paese.
DIRITTI IN PIAZZA
( scarica il volantino e il manifesto )
 
 
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