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Donne dell'altro mondo
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Muore Miriam Makeba, una vita di musica e di impegno civile
La salutiamo con affetto e riconoscenza sulle onde della sua indimenticabile "Pata Pata"

 

"La voce di Miriam Makeba era quello che i sudafricani dell'apartheid
avevano al posto della libertà"
di Roberto Saviano >>> leggi l'articolo
Miriam, morta nella Soweto d'Italia.
Il suo ultimo canto è stato tra gli africani della diaspora, arrivati qui a migliaia
Miriam Makeba anche nota come Mama Afrika (Johannesburg , 4 marzo 1932 –  Castel Volturno ,  9 novembre 2008) è stata una cantante sudafricana  di jazz e world music . È nota anche per il suo impegno politico contro il regime dell' apartheid e per essere stata delegato alle Nazioni Unite .
Si trovava in Italia, a Castel Volturno, per un concerto in sostegno di Roberto Saviano e contro la camorra quando il cuore ha ceduto improvvisamente.
Miriam Makeba è stata una grande esponente della musica del mondo. Da sempre impegnata contro l'apartheid nel suo paese e sensibile alle cause umanitarie, lascia un grande vuoto non solo nel mondo della musica.
Makeba [2] nacque a Johannesburg ; sua madre era una sangoma di etnia swazi e suo padre, morto quando lei aveva sei anni, era uno Xhosa . Makeba iniziò a cantare a livello professionale negli anni '50 , con il gruppo Manhattan Brothers , e poi fondò una propria band, The Skylarks , che univa jazz e musica tradizionale sudafricana . Nel 1959 cantò nel musical jazz sudafricano King Kong insieme a Hugh Masekela , che poco dopo divenne il suo primo marito.
Pur essendo già una cantante di successo, alla fine degli anni '50 Makeba ricavava ancora pochissimi introiti dalle sue registrazioni, e non riceveva royalties ; per questi motivi iniziò a ipotizzare di lasciare il Sudafrica per gli Stati Uniti . Nel 1960 partecipò al documentario anti- apartheid Come Back, Africa e fu invitata al Festival del cinema di Venezia ; una volta in Europa stabilì di non rimpatriare.
Si trasferì a Londra , dove conobbe Harry Belafonte , che la aiutò a trasferirsi negli Stati Uniti e farsi conoscere come artista. In America Makeba incise molti dei suoi brani di successo, come Pata Pata , The Click Song ("Qongqothwane" in lingua xhosa ) e Malaika .
Nel 1966 Makeba ricevette il Grammy per la migliore incisione folk per l'album An Evening with Belafonte/Makeba , inciso insieme a Belafonte. L'album trattava esplicitamente temi politici relativi alla situazione dei neri sudafrica sotto il regime dell'apartheid. Nel 1963 portò la propria testimonianza al comitato contro l'apartheid delle Nazioni Unite . Il governo sudafricano rispose bandendo i dischi di Makeba e condannandola all' esilio .
Nel 1968 sposò l'attivista per i diritti civili Stokely Carmichael ; l'evento generò controversie negli Stati Uniti, e i suoi contratti discografici furono annullati. Makebe e Carmichael si trasferirono in Guinea , dove divennero amici del presidente Ahmed Sékou Touré e di sua moglie. Makeba si separò da Carmichael nel 1973 , e continuò a cantare soprattutto in Africa, Sudamerica ed Europa. Svolse anche il ruolo di delegata della Guinea presso le Nazioni Unite, vincendo il Premio Dag Hammarskjöld per la Pace nel 1986 .
Dopo la morte della sua unica figlia Bongi (1985), Makeba si trasferì a Bruxelles . Nel 1987 collaborò al tour dell'album Graceland di Paul Simon. Poco tempo dopo pubblicò la propria autobiografia , Makeba: My Story .
Nel 1990 Nelson Mandela convinse Makeba a rientrare in Sudafrica. Nel 1992 recitò nel film Sarafina! Il profumo della libertà, ispirato alle sommosse di Soweto del 1976, nel ruolo della madre della protagonista . Nel 2002 prese parte anche al documentario Amandla!: A Revolution in Four-Part Harmony , ancora sull'apartheid. Nel 2001 ricevette la Medaglia Otto Hahn per la Pace . L'anno successivo vinse il Polar Music Prize insieme a Sofia Gubaidulina e nel 2004 si classificò al 38° posto nella classifica dei "grandi sudafricani" stilata da SABC3 . Nel 2005 si dedicò a un tour mondiale di addio alle scene, cantando in tutti i paesi che aveva visitato nella sua carriera.
Muore per un attacco cardiaco nella notte tra il 9 e il 10 novembre 2008, appena terminata la sua ultima esibizione a Castel Volturno, nel casertano , un concerto anti camorra dedicato allo scrittore Roberto Saviano [3] . >>> tratto da Wikipedia
 

 


di Francesco Piccinini
Project Manager di AgoraVox Italia
Me la voglio ricordare così, mentre canta in un locale che non c'è più a Newtown, oppure mentre parla alle sue genti al The Rock a Soweto. O ancora in uno degli sheebeen di Yeoville, mentre canta il suo Pata Pata.
La voglio ricordare così Miriam Makeba, nella sua Johannesburg.
Ci siamo sfiorati tante volte senza conoscerci. Ha incrociato me, o l'altra metà di me, ovunque nel mondo: Irkutzk, Jo'Burg, Castelvolturno, ma non ho mai potuto ascoltare un tuo Pata Pata .
Le tue lotte, la tua voce: eri l'Africa. L'Africa che non si arrende. L'Africa che non vuole lasciare la tua Yeoville nelle mani di alcune pistole.
Yeoville, sheebeen e fuochi agli angoli delle strade. Yeoville, l'ultima volta che ho avuto una pistola puntata in faccia. Yeoville che era il cuore della musica sudafricana, quel jazz che scende per Louis Botha Av., gira per Commissioner St. e si getta nel cuore di Newtown. Quel jazz che l'apartheid aveva sottratto alla tua città.
Quei suoni che viaggiavano per Jo'burg, veloci, rapidi, come i tuoi occhi, sfuggenti. Occhi di chi ne ha viste tante e non si fa imbirgliare da nessuno.
Hai voluto esserci. Hai voluto essere a Castelvolturno, tra le persone per le quali ti sei sempre battuta. Tu che eri mezza swazi e mezza xhosa... Tu con le tue vocali che sbattono sul palato e con il tuo inglese rivoluzionario. Madiba ti volle al suo fianco per celebrare la fine dell'incubo, ma tu sapevi che la lotta non era finita, che nel mondo e nel tuo Sud Africa c'era tanto, troppo da fare e allora sei ripartita con la migliore arma che ti era stata data: la tua voce.
Hai fatto cantare e ballare il mondo ai suoni della tua terra. Ci spiegavi che una donna può essere il simbolo di un continente ma sono tutti gli uomini e le donne d'Africa che lo devono cambiare, insieme.
Vorrei partire ora, andare a Jo'burg. Sedermi, guardare la nuova piazza di Newton, restituita alla città e alla musica. Vorrei distendermi a terra davanti al megaschermo a guardare un incontro di calcio dei Pirates o un meta degli Springboks, per poi rinchiudermi in uno di quei bar, che sono solo un vago ricordo dei vecchi sheebeen, dove le tue foto sono appese per ricordare a tutti chi era e chi sarà, per sempre, Miriam Makeba.
Seduto, ascoltandoti, ordinerei del pap e sorriderei. Sorriderei a te, come se fossi lì, che mi guardi. Ti chiederei di Alexandra e di Soweto e tu di camorra e Castelvolturno. Ci scambieremmo dolori e gioie, lotte, vittorie e sconfitte.
Mi racconteresti del concerto su quel lago... Il Baikal al confine tra Russia e Mongolia. Ti chiederei chi era il tuo pubblico lì, nel cuore della Siberia.
Ti chiederei per chi cantavi mentre fuori era solo freddo e bianco, con la tua pelle color ebano intenso che risalta sul silenzio della neve.
Ti chiederei degli ultimi pensieri a Castelvolturno, di Maria Nazionale e della gente che ballava. Vorrei che mi raccontassi cosa guidava quel sorriso e quella rabbia.
Ti sei spenta così, insegnandoci, ancora una volta che la vita vale la pena di essere vissuta fino in fondo, che se crediamo e vogliamo qualcosa ce la dobbiamo andare a prendere per quanto dura e impossibile possa sembrare. Tu che hai ridato l'Africa a sè stessa e ci ricorderai, ogni giorno, che non bisogna arrendersi. Mai.
 
il 1° maggio in Piazza Maggiore a Bologna
I Sindacati (CISL, CGIL e UIL) hanno organizzato un 1° maggio speciale a Bologna portando all'attenzione dell'opinione pubblica il tema dell'immigrazione, dell'integrazione multiculturale, dell'Africa quale continente desideroso di partecipare al suo stesso processo di crescita al di là di ogni tentativo di cooperazione colonialistica. La festa dei lavoratori quest'anno ha voluto festeggiare TUTTI i lavoratori senza accenno a nessun tipo di esclusione e/o emarginazione.
Non ha occupato posto di minore rilievo il grave problema delle cosiddette morti bianche che accanto al sacrificio di quanti pur di lavorare subiscono le regole del lavoro nero, ha visto la cittadinanza tutta compatta in un momento di fervente partecipazione.
Nel corso della mattinata si è tenuta una tavola rotonda che ha coinvolto:
Alessandro Alberani - Segretario CISL Bologna
Morena Piccinini - Segretario Naz. CGIL
Miriam Makeba - musicista africana
Alex Zanotelli - Missionario comboniano
Giovanni Bersani - Presidente CEFA
Visita il sito: www.cisl.it
Visita il sito: www.cgil.it
Visita il sito: www.uil.it
Visita il sito: www.centrostudidonati.org
 

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