associazione medica a carattere socio-sanitario destinata alla cura e alla prevenzione
dei DISTURBI di RELAZIONE,
attraverso un programma clinico di reintegrazione
del soggetto portatore di disagio
oc. Medica N.A.Di.R.
Assoc. Medica Disturbi di Relazione
Tel. 347 0617840
 
skype: pmnadir
 
segreterianadir@medicanadir.it
REDAZIONE di BOLOGNA
di ARCOIRIS TV
La televisione indipendente
della gente, per la gente
N.A.Di.R. informa

 

gruppo multiculturale_ presentazione
20 >>> 21 <<< 22
Ronde cittadine
tratto da "Italia dall'estero"
Pubblicato mercoledì 25 febbraio 2009 in Spagna
[El Pais]
L'ultima idea di Berlusconi per combattere l'insicurezza criminalizza l'immigrazione
Nei sistemi rappresentativi la tentazione di governare sul filo dei sondaggi d'opinione è crescente. Risulta ancora più attraente quando, come succede a Silvio Berlusconi, si cavalca l'onda del successo popolare. Può diventare una tentazione irresistibile se, come in Italia, si manca di un'opposizione articolata, o addirittura di una qualsiasi opposizione degna di tal nome. Il premier italiano non si caratterizza per il rispetto delle istituzioni, ma dopo la spaccatura del centro-sinistra e le dimissioni di Walter Veltroni, Berlusconi ed i suoi alleati si sentono finalmente d'avere man libera.
Uno dei temi forti del Governo di destra italiano è l'insicurezza nelle città, reale o percepita. Per combatterla ha portato i militari nelle strade di varie città. Ed è proprio a questa inquietudine che risponde l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, con procedura d'urgenza, di un decreto che rende più dure le misure contro la violenza sessuale e l'immigrazione illegale. L'origine del decreto non sta nell'aumento dei delitti a sfondo sessuale compiuti in Italia, che in un anno sono diminuiti di circa un 10%, bensì nel susseguirsi di vari episodi di stupro attribuiti ad immigrati, episodi che hanno emozionato l'opinione pubblica e sono sfociati nell'assalto e nel tentativo di linciaggio di alcuni di questi immigrati, soprattutto rumeni.
Le misure del Governo che, vista la maggioranza assoluta di Berlusconi, termineranno il loro iter parlamentare senza sorprese, innalzano la pena per violenza sessuale ed aumentano il periodo di reclusione degli immigrati nei centri d'identificazione. Ma la più controversa è quella che permette la formazione, su richiesta dei sindaci, di “ronde” formate da cittadini disarmati e volontari, coordinate da delegati del Governo, che avranno come missione quella di avvisare la polizia in caso di necessità.
Le ronde sono un vecchio cavallo di battaglia della xenofoba e rinvigorita Lega Nord, parte della coalizione al potere. Varie associazioni della Polizia hanno denunciato il rischio di vigilantismo insito in questa misura, il cui peggior rischio risulta essere, nonostante tutto, l'implicita criminalizzazione dell'immigrato. L'uso interessato del binomio delinquenza-immigrazione è, oltre che potenzialmente esplosivo, incompatibile con un Stato democratico. Ma la serenità e il rigore non sono il punto forte di un Berlusconi che ha fatto del trasporto emotivo - vedi il caso Eluana - uno dei suoi marchi di Governo.
[Articolo originale]
La chiamata alle ronde cittadine in nome della sicurezza
Pubblicato sabato 21 febbraio 2009 in Svizzera
[Le Temps]
Dopo aver dispiegato, l'anno scorso, i militari nelle strade delle grandi città, Silvio Berlusconi ha adottato un decreto che regolamenta le ronde notturne dei cittadini. Preoccupazione della sinistra e della Chiesa Cattolica.
Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha espresso le sue riserve. Gran parte dell'opposizione di sinistra è preoccupata da una deriva autoritaria. Persino il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini (Alleanza Nazionale), ha esposto i suoi dubbi, mettendo in guardia sui rischi di confondere delinquenza ed immigrazione. Malgrado tutto, il governo di Silvio Berlusconi ha approvato nel Consiglio dei Ministri di venerdì un decreto legge che legittima e legalizza le “ronde” notturne dei cittadini in nome della protezione degli individui e dei beni.
Dopo aver spiegato la scorsa primavera 3.000 militari nelle strade delle grandi città della Penisola, e nonostante l'Italia sia già il paese europeo che ha il più alto numero di poliziotti per abitante, il gabinetto di Berlusconi ha voluto, attraverso questa misura, dare una risposta forte al sentimento di insicurezza della popolazione in seguito soprattutto ai recenti casi di stupro a Roma ed a Bologna, commessi da stranieri. Il testo precisa che i “volontari per la sicurezza” non saranno armati. “Saranno dotati esclusivamente di telefoni cellulari e wolkies-talkies”, ha sottolineato il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, il quale ha dichiarato qualche settimana fa che era necessario “dare prova di cattiveria verso i clandestini”. Il suo partito, la Lega Nord, organizza da anni nonostante le polemiche delle ronde notturne di cittadini, principalmente nel nord-est del paese. Secondo lui, la legalizzazione delle ronde porterà un aiuto prezioso agli sforzi della polizia.
Il governo Berlusconi ha precisato che le ronde saranno strettamente regolamentate, poiché saranno messe sotto il controllo dei comuni e delle questure. Una parte della sinistra teme tuttavia che la moltiplicazione dei gruppi di volontari provochi degenerazioni e renda la situazione esplosiva. Tanto che gli atti razzisti e i raid punitivi si moltiplicano. La settimana scorsa, in seguito all'aggressione di una coppia di ragazzi romani e dello stupro della ragazza da parte di due giovani rumeni in un parco della capitale, degli sconosciuti hanno preso d'assalto un bar frequentato da stranieri. Nella primavera scorsa, erano stati attaccati e incendiati campi nomadi nella periferia di Napoli.
La sinistra attacca specialmente la maggioranza di Berlusconi che, prima delle elezioni, aveva impostato la propria campagna sul tema della sicurezza e che si ritrova sopraffatta di fronte a una successione di sordidi fatti. Ieri, Silvio Berlusconi ha assicurato che malgrado i recenti episodi, “il numero di stupri” è in calo. I suoi collaboratori sostengono anche che la legalizzazione delle ronde dovrà “impedire gli abusi” e ricordano che sul territorio anche dei sindaci di sinistra hanno istituito “ronde cittadine” per rispondere alle preoccupazioni sulla sicurezza dei loro cittadini. Ciononostante, Marco Minniti ha ripetuto ieri a nome del Partito Democratico: “Si rimette in discussione il monopolio della sicurezza attribuito allo Stato e quindi alla polizia” e ha aggiunto: “Per bassa convenienza politica, si innesca un meccanismo difficilmente gestibile”.
La gerarchia cattolica è ancora più severa. Dopo aver criticato l'invito fatto ai medici di denunciare i clandestini che si fossero rivolti a loro per farsi curare, Mons. Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ha dichiarato ieri che “l'istituzione delle ronde rappresenta un'abdicazione dello Stato di diritto. Non è la via da seguire”.
Di fronte a questo rischio, alcuni responsabili della polizia hanno espresso, non pubblicamente, le loro preoccupazioni. In risposta, il governo ha previsto che le ronde saranno guidate da poliziotti in pensione. A Verona, il polemico sindaco Flavio Tosi (Lega Nord), ha inserito due immigrati regolari nelle sue ronde notturne. Resta il fatto che, nonostante questi piccoli aggiustamenti, il clima è sempre più teso. A Roma, il sindaco Gianni Alemanno (Alleanza Nazionale), annuncia che saranno strettamente sorvegliati i campi nomadi. E per entrare al loro interno, sarà ormai necessario presentare un documento di identità. Il comune ha anche preso in considerazione l'ipotesi di vietare ai Rom di ricevere parenti o amici dopo le 22.
[Articolo originale di Eric Jozsef]

 

Guarda il filmatoGuardie e Migranti
 
NADiRinforma propone l'incontro organizzato dal Centro Studi G.Donati in collaborazione con EMI e con la Facoltà di Scienza della Formazione dell'Università di Bologna: “Guardie e Migranti”, storie di frontiera, diversità culturali e solidarietà (16 febbraio 2009)
Sono intervenuti:
l'on. Jean-Léonard TOUADI - giornalista e scrittore di origine congolese, in Italia dal 1979. Laureato in Filosofia all'Università "La Sapienza" e in Giornalismo e Scienze politiche all'Università Luiss di Roma. Ha insegnato filosofia in un liceo romano. È stato autore del programma di RaiDue “Un mondo a colori”. E' stato eletto alla Camera dei Deputati nel 2008 ed è il primo parlamentare della Repubblica Italiana di origine africana.
Il Vice Questore di Verona Gianpaolo TREVISI autore del libro “FOGLI DI VIA - Racconti di un Vice Questore” (EMI Ed.). Trevisi dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza e dopo la nomina a Vice Commissario viene assegnato alla Questura di Verona. Per cinque anni Dirigente dell'Ufficio Immigrazione e ora è il Vice Dirigente della Squadra Mobile. Con il suo racconto “L'africa in un cassonetto” ha ottenuto il primo posto al concorso letterario nazionale della rivista “Polizia Moderna”.
Ha introdotto il dibattito il Questore di Bologna Luigi MEROLLA
“Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia patria, gli altri i miei stranieri.” Don Lorenzo Milani

Fogli di via
Racconti di un Vice Questore


Autore:
Trevisi Gianpaolo
Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza e dopo la nomina a Vice Commissario viene assegnato alla Questura di Verona. Per cinque anni Dirigente dell'Ufficio Immigrazione e ora è il Vice Dirigente della Squadra Mobile. Con il suo racconto “ L'africa in un cassonetto ” ha ottenuto il primo posto al concorso letterario nazionale della rivista “ Polizia Moderna ”.

Target:
Tutti. Libro di facile avvincente lettura.

Contenuti:
I FOGLI DI VIA hanno il timbro delle Questure, le firme di Questori e Vice Questori, proprio come questo libro scritto da un vice questore, i cui protagonisti sono donne e uomini con volti e sentimenti, concretezza e tenerezza, responsabilità e solidarietà.
Il vice questore lascia il suo posto e passa dall'altro lato della scrivania e così nasce il libro che mancava, un libro che si legge tutto d'un fiato scritto per superare quella fase di stallo, di contrapposizioni e di pessimismo che non serve a nessuno e non costruisce futuro.
Il racconto prende il posto delle statistiche, fatte di numeri freddi e impersonali. In un crescendo coinvolgente porta a sognare un mondo le cui uniche frontiere invalicabili siano quelle dell'emarginazione del più debole, del diritto alla vita e del rispetto per tutti nella diversità delle culture.
Presentazione di Gad Lerner.


Sapere che esistono ufficiali di polizia "armati" dell'umanità di Gianpaolo Trevisi, e capaci di scrivere storie belle come queste che state per leggere, non è di per sé motivo di stupore. Ci mancherebbe: gli uomini e le donne impegnati a garantire il rispetto della legalità e della sicurezza pubblica vivono su una speciale frontiera della condizione umana dov'è impossibile restare a lungo indifferenti. O per legittima difesa anestetizzi i tuoi sentimenti, oppure sviluppi una sensibilità dolente, speciale, difficile da reggere.
Vorrei spiegarvi, allora, perché l'incontro con il libro del Vice Questore Trevisi suscita in me, niente meno, l'orgoglio di essere suo concittadino. Dà un perché al mio essere italiano.
Sì, italiano come lui, nonostante il nome che denuncia un'origine lontana. Nonostante abbia vissuto più della metà della mia vita senza una cittadinanza, e solo passati i trent'anni d'età il paese che così generosamente mi ha accolto abbia ritenuto possibile concedermi il suo passaporto. Guai a chi me lo tocca. Guai a chi volesse insinuare che sono "meno italiano" di lui!
A questo punto avrete capito quel che mi coinvolge e mi commuove nei racconti di Trevisi.
Li ho conosciuti anch'io i corridoi degli Uffici Stranieri delle Questure italiane. Ho trascorso ore e ore di fila per rinnovare il mio permesso di soggiorno, magari scordandomi il certificato necessario e implorando l'agente di turno di evitarmi il bis. Col nome storpiato all'anagrafe del Comune che dunque non corrispondeva. Con quella strana sub-specie di passaporto marroncino che la Convenzione di Ginevra assegnava agli apolidi neppure in grado di godere dello speciale status loro riservato.
Mi guardo bene dal fare la vittima. Non ho mai fatto la fame, né rischiato l'espulsione (dove, del resto?). Considero anzi una fortuna, un arricchimento prezioso, l'esperienza vissuta a contatto con gli altri cosiddetti stranieri e gli ufficiali incaricati di rendere il più legale possibile la nostra esistenza. Raccomanderei come profilassi dell'anima a ogni cittadino veronese, milanese, napoletano, romano di trascorrere un paio di mezze giornate nell'ambiente di lavoro di Trevisi. In molti cambierebbero atteggiamento.
Il processo mentale e l'espediente letterario che caratterizzano questo libro, si possono dire con parole diverse, tutte belle. Empatia. Simpatia. Sintonia. Compassione. Identificazione. Immedesimazione. Transfert. Ma per dirla in maniera più immediata, quella che ammiro in Gianpaolo Trevisi è la capacità di mettersi nei panni degli altri. Virtù essenziale per chi voglia comunicare efficacemente, ma anche per chi non abbia dimenticato il senso profondo del "prendersi cura": attività che dovrebbe contraddistinguere l'essere umano come animale dotato dell'istinto della socialità. Ma che dovrebbe considerarsi addirittura doverosa in chi svolge funzioni di pubblico ufficiale nel campo della sanità, dell'assistenza, dell'insegnamento, della sicurezza.
Trevisi, badate, non è un poliziotto debole di stomaco che piange le sue vittime. È un ufficiale che ha capito come sia necessario, per fare davvero il proprio dovere, entrare in relazione con l'interlocutore, tanto più là dove s'instaura una relazione di potere. Il destino degli agenti di pubblica sicurezza è spesso quello di finire "in mezzo", là dove si manifestano ingiustizie e sofferenze di un tessuto sociale sempre più afflitto dalle disuguaglianze. La consapevolezza lì "in mezzo" si rivela di mediazione preziosa.
Spero che tanti colleghi di Gianpaolo Trevisi leggano i suoi racconti e ci si identifichino. Non serviranno certo per classificarli fra i buoni e i cattivi. La letteratura, quando vale, riesce a farci capire i perché delle nostre reazioni. Trevisi non distribuisce pagelle ma lacrime e sorrisi.

 

 
gruppo multiculturale_ presentazione
20 >>> 21 <<< 22

 

Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
Assoc. Medica N.A.Di.R.
Tel. 347 0617840 -
Fax 051 3370212 - segreterianadir@medicanadir.it

 

About Us | Site Map | Privacy Policy | Contact Us | ©2003 Company Name