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In centinaia a Bologna contro il razzismo, per il diritto alla salute! - FOTO
tratto da: www.coordinamentomigranti.splinder.com
Diverse centinaia di persone si sono raddunate ieri sera in piazza Maggiore, rispondendo all'appello lanciato da medici, studenti, avvocati e migranti "contro il razzismo, per il diritto alla salute, noi non denunciamo". La giornata, nata contro la denuncia dei migranti irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie resa possibile dalle norme in discussione in Parlamento ha ben presto assunto un tono più ampio, contro l'intero "Pacchetto sicurezza". Un insieme di norme razziste e xenofobe. Per questo durante ila manifestazione è stato ribadito che se la norma dovesse passare in via definitiva, tutte le istituzioni le i responsabili sanitari ocali e regionali dovranno agire per garantire comunque il diritto alla salute e il divieto di segnalazione. Contro la deriva razzista imboccata dal governo una partecipazione superiore alle attese ha trasformato un presidio in un breve ma determinato corteo, che ha occupato il centro di Bologna raggiungendo il migliaio di partecipanti. Ringraziando tutti coloro che erano in piazza, il Coordinamento Migranti da appuntamento per i prossimi momenti di lotta.
mercoledì, 18 marzo 2009
Di seguito alcune foto della manifestazione, per una galleria completa clicca QUI.

 

17 Marzo - NOI NON SEGNALIAMO DAY

 

Giornata di protesta e mobilitazione contro il disegno di legge sulla sicurezza in discussione alla Camera dei Deputati che prevede la cancellazione del divieto di segnalazione per gli immigrati senza permesso di soggiorno che si rivolgono alle strutture sanitarie per curarsi.

 

Oltre mille persone all'iniziativa in Piazza Maggiore
Noi non segnaliamo Day
(tratto da www.zic.it)
Si è tenuta oggi in Piazza Maggiore alle ore 18 la manifestazione di protesta contro la norma, prevista nel pacchetto sicurezza, che renderebbe possibile, per medici e personale sanitario, denunciare i pazienti sprovvisti di permesso di soggiorno. Forte la presenza di associazioni, studenti e semplici cittadini i quali ritrovandosi insieme hanno ribadito in maniera decisa il più totale rifiuto ad un emendamento ritenuto pericoloso, discriminatorio e di chiara matrice razzista. Molta significativa la presenza della componente migrante. All'interno dell'iniziativa si è svolta, inoltre, una raccolta di firme allo scopo di bloccare l'iter legislativo tuttora in atto e si è lanciato un appello ad enti e istituzioni locali affinché intervengano con azioni concrete a supporto della protesta. Nella sola giornata di oggi sono state raccolte oltre mille firme. Oltre allo striscione "Noi non segnaliamo" da segnalare quello degli studenti di Medicina: "Studiamo per curare, non per denuciare". Intorno alle 18 e 45 il presidio si è trasformato in un corteo che ha avuto come tappe principali la prefettura e la questura per far poi ritorno in Piazza Maggiore dove si è conclusa l'iniziativa.

17 marzo 2009
Ascolta l' intervento di una volontaria dell'ambulatorio Biavati
Ascolta l' intervento di una studentessa del Gruppo Prometeo 

 

 

Guarda il filmatoMedici in piazza per non denunciare
 
NADiRinforma: L'emendamento approvato in Senato il 5 febbraio scorso, con il quale si cancella il divieto di denunciare gli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie, è una norma contraria all'etica ed alla deontologia medica, al vincolo del segreto professionale ed al dettato costituzionale che tutela la salute individuale e collettiva. I nostri ospedali ed i nostri ambulatori offrono una garanzia di salute: sono luoghi di cura, non di discriminazione o delazione.
Se la norma diventerà legge verrà di fatto negato ad una categoria di individui il diritto alla salute, e ci si esporrà al rischio di diffusione di malattie che tipicamente attecchiscono e proliferano dove c'è emarginazione, povertà, mancata tutela di diritti fondamentali.
Contro il provvedimento si è da tempo formato un fronte ampio e trasversale alle ideologie (Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, Medici Senza Frontiere, Federazione Nazionale Ordini dei Medici, Federazione Italiana Collegi Infermieri, Osservatorio Italiano Salute Globale, Federspecializzandi, associazioni di volontariato ecc.) e, più di recente, alcune Regioni come Puglia, Umbria e Toscana hanno pubblicamente affermato la propria intenzione di adottare misure locali di contrasto, qualora la norma venisse approvata in via definitiva.
Le associazioni Sokos, Salute Senza Margini, AsSpeBo, Gruppo Prometeo, Fisioterapisti Senza Frontiere, Associazione Fisioterapisti Italiani - Emilia Romagna, AMISS che, a vario titolo, si occupano di migrazione e di diritto alla salute sul territorio bolognese, si sono rivolte alle istituzioni locali e regionali chiedendo un impegno concreto per prevenire e contrastare, nell'ambito della propria autonomia e competenza, la norma ed i suoi effetti ingiusti e dannosi.
Il 13 febbraio è stato organizzato un presidio in Piazza Re Enzo a Bologna per manifestare la propria opposizione al provvedimento.
Realizzazione Arcoiris Bologna in collaborazione con Arcoiris Piacenza

 

Incontro con Gino Strada:
Emergency e il rientro in Afghanistan
N.A.Di.R. informa : Gino Strada ci racconta le vicissitudini affrontate da Emergency in Afghanistan, la soddisfazione del rientro sostenuta dalla popolazione afgana che con discrezione ed altrettanta determinazione ha da sempre sostenuto l'operato di Emergency .
Parlando del nuovo centro di cardiochirurgia inaugurato il Maggio scorso nel martoriato Sudan, Gino Strada rinforza ciò che dovrebbe perseguire primariamente la cooperazione internazionale in ambito sanitario e quali dovrebbero essere le motivazioni di supporto a chi parte in missione.
Si cerca, poi, di ribadire il sacrosanto principio che dovrebbe animare ogni individuo che decida di svolgere la professione medica ... oggi, troppo spesso, così lontana da chi si trova nel ruolo del curato.
Visita il sito www.emergency.it
Visita il sito www.mediconadir.it

Io non ti denuncio  

La maglietta "Io non ti denuncio" è disponibile presso gli uffici di Emergency di Milano e di Roma e presso tutti i gruppi territoriali al costo di 5 euro.

Manifesta il tuo dissenso all'emendamento che prevede la possibilità da parte dei medici di denunciare gli immigrati senza permesso di soggiorno che si rivolgono a una struttura sanitaria.

 

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Di seguito e in allegato l'invito alla conferenza stampa di promozione del NOI NON SEGNALIAMO DAY, indetto da Sokos e altre associazioni per il 17.03 in adesione alla mobilitazione nazionale contro la segnalazione degli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie ( www.simmweb.it ). Sperando in una vostra partecipazione, invio cordiali saluti
Dott.ssa Chiara Bodini (Ass. Sokos)
328-7554698
CONFERENZA STAMPA
16 marzo 2009 h.12
CONTRO IL RAZZISMO, PER IL DIRITTO ALLA SALUTE:
NOI NON SEGNALIAMO!
Presentazione del “17.03.09 Noi non segnaliamo day”
A tutti gli organi di informazione
 
E' convocata in data 16 marzo alle ore 12 presso la sede di Sokos, in via de Castagnoli 10, Bologna, la conferenza stampa di presentazione della manifestazione “Contro il razzismo, per il diritto alla salute: NOI NON SEGNALIAMO!” , prevista per martedì 17 marzo alle ore 18 in Piazza Maggiore a Bologna, promossa da: Associazione Sokos, Salute senza Margini, ASpeBo (Associazione Specializzandi Bologna), Federspecializzandi, Gruppo Prometeo (Facoltà di Medicina e Chirurgia), Coordinamento Migranti Bologna e Provincia, Avvocato di Strada ONLUS, Associazione Amici di Piazza Grande ONLUS, Emergency Bologna, Medici Senza Frontiere , Fisioterapisti Senza Frontiere, AIFI Associazione Italiana Fisioterapisti - Emilia Romagna, AMISS (Associazione Mediatrici Interculturali Socio-Sanitarie), Ya Basta Bologna, CGIL Bologna, Medici FP CGIL Bologna, ARCI Bologna, GrIS (Gruppo Immigrazione e Salute) Emilia Romagna.
 
L'iniziativa è organizzata nell'ambito del “NOI NON SEGNALIAMO DAY” , una giornata di mobilitazione nazionale che avrà luogo il 17 marzo in oltre 20 città italiane , promossa dalla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, da Medici Senza Frontiere, dall'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e da altre associazioni.
 
Scopo della giornata è manifestare contro l'emendamento che cancella il divieto di segnalazione degli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie , già approvato in Senato e in questi giorni in esame alla Camera presso le Commissioni Affari Costituzionali e Affari Sociali.
Se dovesse essere approvato l'intero “Pacchetto Sicurezza”, con l'introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale , si configurerebbe di fatto un obbligo di denuncia, inaccettabile in quanto discriminatorio e lesivo del diritto fondamentale alla salute.
 
Gli ordini professionali di medici e infermieri e vasti settori della società civile si sono già espressi per dire NO a questo provvedimento che continua ad essere sostenuto da membri del governo con false ragioni. Noi ne ribadiamo ancora una volta l'assoluta insensatezza ed ingiustificabilità in termini di sanità pubblica, economia sanitaria, valori etici e deontologici e diritti costituzionali.
Contatti:
Chiara Bodini, Associazione Sokos ( chiarabodini@hotmail.com ; 328-7554698)
Jacopo Fiorentino, Avvocato di Strada ( info@avvocatodistrada.it ; 393-9794642)
 
Aderiscono all'iniziativa:
  • Collegio Infermieri della Provincia di Bologna
  • Collegio delle Ostetriche di Bologna e Provincia
  • UIL Bologna
  • Centro Salute Internazionale e Interculturale, Università di Bologna
  • Associazione Sopra i Ponti
  • Associazione NadirInforma
  • Associazione Medico Nadir
  • Arcoiris TV Bologna
  • Medicina Democratica Bologna
  • Circolo Chico Mendes di Bologna
  • Fiori di Strada ONLUS
  • Associazione Migrazioni
  • Casa Base
  • AGITE (Associazione Ginecologi Territoriali)
  • Consulta contro l'esclusione sociale del Comune di Bologna
Comunicato stampa
MSF, ASGI, SIMM e OISG
invitano la Società civile a partecipare,
il 17 marzo, al “NOI NON SEGNALIAMO DAY”

Mobilitazione nazionale con eventi e manifestazioni contro la segnalazione degli immigrati senza permesso di soggiorno bisognosi di cure sanitarie Medici senza Frontiere (MSF), Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) e Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG) invitano la Società civile a partecipare il 17 marzo, su tutto il territorio nazionale, a eventi e manifestazioni contro il provvedimento di legge in discussione in questi giorni alla Camera volto a sopprimere il divieto di segnalazione per gli immigrati irregolari che ricevono cure sanitarie.
Attraverso i Gruppi Immigrazione e Salute locali (GrIS) sono stati organizzati eventi in 20 città italiane (elenco aggiornato su www.simmweb.it).
A Roma, per il NOI NON SEGNALIAMO DAY, le associazioni promotrici organizzano, dalle 9.00 alle 11.00, un presidio a piazza di San Marco (lato Piazza Venezia) e intervengono alla conferenza stampa con il vice Presidente della Regione Lazio Esterino Montino prevista alle ore 12.00 presso la sala A della Direzione sanitaria dell’Ospedale S. Camillo. Hanno aderito all’iniziativa la Federazione Italiana degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, l’Istituto Nazionale per la medicina delle migrazioni e lotta alla povertà, l’Associazione Medici stranieri, l’Ordine degli Psicologi del Lazio, l’Ordine degli Assistenti sociali.
Le organizzazioni promotrici del NOI NON SEGNALIAMO DAY sono allarmate perché il rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria creerebbe nell’immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe determinare condizioni di salute particolarmente gravi per tali stranieri, soprattutto minori, donne in gravidanza e malati cronici, perché tenderanno ad accedere ai servizi solo in situazioni di urgenza indifferibile, con conseguente aumento dei costi per il SSN. Inoltre potrebbe incentivare la nascita e la diffusione di percorsi ed organizzazioni sanitarie “paralleli” al di fuori dei sistemi di garanzia e di controllo della sanità pubblica, con eventuali ripercussioni sulla salute collettiva per il rischio di diffusione di focolai di malattie trasmissibili, a causa dei ritardi negli interventi di prevenzione e cura e della probabile irreperibilità dei destinatari di tali interventi.
L’appello di MSF, SIMM, ASGI e OISG ai parlamentari affinché non cancellino il principio di 'non segnalazione all’autorità' degli stranieri privi di permesso che chiedono cure ha già raccolto, attraverso il sito www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it, più di 23mila sottoscrizioni, tra cui quelle di organizzazioni come la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri (FNOMCeO), la Federazione Nazionale Collegi Infermieri (IPASVI), la Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche (FNCO), il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali (CNOAS).
MSF, SIMM, ASGI e OISG chiedono che venga mantenuto il principio di non segnalazione per evitare di porre barriere all'accesso delle persone straniere prive di permesso di soggiorno alle cure mediche e di condannarle ad una pericolosa marginalizzazione sanitaria.
Appuntamento a Roma dalle ore 9,00 alle 11,00 in piazza di San Marco per un presidio e volantinaggio e alle ore 12,00 presso l’azienda Ospedaliera San Camillo per la Conferenza stampa.
 
Il testo dell'appello ai Parlamentari:
Le organizzazioni firmatarie esprimono preoccupazione ed allarme per le conseguenze della possibile approvazione del comma 1 lettera t) dell'articolo 45 del DDL 2180 in esame all'Assemblea della Camera, già approvato al Senato in occasione delle votazioni al DDL 733, volto a sopprimere il comma 5 dell'articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull'immigrazione) che sancisce il principio di "non segnalazione alle autorità".
Il suddetto comma 5 attualmente prevede che "l'accesso alle strutture sanitarie (sia ospedaliere, sia territoriali n.d.r.) da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano".
Questa disposizione normativa è presente nell'ordinamento italiano già dal 1995, attraverso l'art. 13, proposto da una vasta area della società civile, del decreto legge n. 489/95, più volte reiterato, voluto ed approvato dal centro destra anche con i voti della Lega. La "logica" della norma non è solo quella di "aiutare/curare l'immigrato irregolare", ma anche quella di dare piena attuazione all'art. 32 della Costituzione, in base al quale la salute è tutelata dalle istituzioni in quanto riconosciuta come diritto pieno ed incondizionato della persona in sé, senza limitazioni di alcuna natura, comprese - nello specifico - quelle derivanti dalla cittadinanza o dalla condizione giuridica dello straniero. Il concreto rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria creerebbe nell'immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l'accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa "marginalizzazione sanitaria" di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio, anche aumentando i fattori di rischio per la salute collettiva. Il citato obbligo di non segnalazione risulta quindi essere una disposizione fondamentale al fine di garantire la tutela del diritto costituzionale alla salute. Appare pertanto priva di significato l'ipotesi di affidare alla libera scelta del personale sanitario se procedere o meno alla segnalazione dello straniero poiché ciò, in contrasto con il principio della certezza della norma, lascerebbe al mero arbitrio dei singoli l'applicazione di principi normativi di portata fondamentale.
La cancellazione di questo comma vanificherebbe inoltre un'impostazione che nei 13 anni di applicazione ha prodotto importanti successi nella tutela sanitaria degli stranieri testimoniato, ad esempio, dalla riduzione dei tassi di Aids, dalla stabilizzazione di quelli relativi alla Tubercolosi, dalla riduzione degli esiti sfavorevoli negli indicatori materno infantili (basso peso alla nascita, mortalità perinatale e neonatale…). E tutto questo con evidente effetto sul contenimento dei costi, in quanto l'utilizzo tempestivo e appropriato dei servizi (quando non sia impedito da problemi di accessibilità) si dimostra non solo più efficace, ma anche più "efficiente" in termini di economia sanitaria.
Riteniamo pertanto inutile e dannoso il provvedimento perché:
  • spingerà verso l'invisibilità una fetta di popolazione straniera, che in tal modo sfuggirà ad ogni tutela sanitaria;
  • incentiverà la nascita e la diffusione di percorsi sanitari ed organizzazioni sanitarie "parallele", al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica (gravidanze non tutelate, rischio di aborti clandestini, minori non assistiti…);
  • creerà condizioni di salute particolarmente gravi poiché gli stranieri non accederanno ai servizi se non in situazioni di urgenza indifferibile;
  • avrà ripercussione sulla salute collettiva con il rischio di diffusione di eventuali focolai di malattie trasmissibili, a causa dei ritardi negli interventi e della probabile irreperibilità dei destinatari di interventi di prevenzione;
  • produrrà un significativo aumento dei costi, in quanto comunque le prestazioni di pronto soccorso dovranno essere garantite e, in ragione dei mancati interventi precedenti di terapia e di profilassi, le condizioni di arrivo presso tali strutture saranno significativamente più gravi e necessiteranno di interventi più complessi e prolungati;
  • spingerà molti operatori ad una "obiezione di coscienza" per il primato di scelte etiche e deontologiche.
Hanno espresso posizioni analoghe gli Ordini ed i Collegi che rappresentano, su base nazionale, le principali categorie di operatori impegnati nell'assistenza socio-sanitaria alle persone immigrate: Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri (FnOMCEO), Federazione Nazionale Collegi Infermieri (IPASVI), Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche (FNCO), Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Assistenti Sociali (CNOAS).
Per le ragioni sopraesposte rivolgiamo un sentito appello affinché i Parlamentari di qualunque schieramento respingano la citata proposta emendativa all'art. 35 del Dlgs.286/98 e comunque, nell'incertezza di una eventuale riformulazione di emendamenti specifici, chiediamo che l'articolo 35 del Dlgs.286/98 rimanga per intero nella sua attuale formulazione.

 

L'Ordine dei Medici Condanna i Delatori
Mercoledì 25 Febbraio 2009 19:12
Lo scorso 21 febbraio il consiglio nazionale della FNOMCeO (federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) ha espresso all'unanimità un documento di "forte dissenso" nei confronti dell'emendamento al disegno di legge "Sicurezza" che abrogherebbe il divieto, per i medici, di denunciare alle autorità i migranti irregolari.
In tale comunicato ( visionabile cliccando qui ) si "evidenzia come tale procedura sia in netto contrasto con i principi della deontologia medica , espressi in particolare dal giuramento professionale e dall'art. 3 del codice deontologico, che impongono ai medici di curare ogni individuo senza discriminazioni legate all'etnia, alla religione, al genere, all'ideologia, di mantenere il segreto professionale e di seguire le leggi quando non siano in contrasto con gli scopi della professione ".
Con questo documento la FNOMCeO non solo si appella al Parlamento perché non approvi questo emendamento, ma, anzi, ricorda ai suoi membri che LE INFRAZIONI DEL CODICE DEONTOLOGICO SONO SANZIONABILI DAGLI ORDINI DI APPARTENENZA (cit. come da testo).
A questo proposito, Giancarlo Pizza, presidente dell'Ordine dei medici di Bologna e numero uno della Federazione regionale emiliana, ha affermato che, se anche la norma venisse approvata, i medici non denunceranno. Ma se qualcuno dovesse farlo: “lo mando in commissione medica disciplinare e non ho dubbi che verrà sospeso dall'attività professionale”.
Anche la regione Puglia ha già preso provvedimenti in merito. Il governatore Vendola, infatti, ha minacciato di "revocare la convenzione ai medici di base che segnaleranno la presenza di clandestini nei propri ambulatori". Già col piano della salute dello scorso settembre, l'amministrazione pugliese aveva esteso ai medici di famiglia l'obbligo di prestare assistenza anche agli stranieri senza permesso di soggiorno.
Questo governo vuole portare avanti l'ennesima attività legiferatrice tragicamente lesiva dei diritti umani di base senonché priva di alcun fondamento logico e razionale.
Ci uniamo alla voce della FNOMCeO e ribadiamo la nostra intenzione a lottare contro questo scempio fascista che sta distruggendo rovinosamente le vite di tutte/i noi.


Per approfondimenti vedere gli articoli seguenti:
- http://www.corriere.it/politica/09_febbraio_07/puglia_niente_obbligo_medici_denuncia_clandestini_aecaf20a-f4e7-11dd-a70d-00144f02aabc.shtml
- http://bologna.repubblica.it/dettaglio/l-ordine:-i-medici-spioni-saranno-sospesi/1593292
- http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=3476:ordine-dei-medici-sanzioni-contro-gli-spioni&catid=68:salute&Itemid=194
- http://www.senzasoste.it/interni/l-ordine-dei-medici-i-medici-spioni-saranno-sospesi-.-appello-da-li.html

 

LA DURA POSIZIONE DELLA SANITA' BOLOGNESE SUL DECRETO SICUREZZA
Bologna, l'Ordine dei medici: «Gli spioni saranno sospesi»
Per il presidente Giancarlo Pizza i medici non ottempereranno alla nuova norma
 
Se il disegno di legge n. 733 in materia di sicurezza dovesse divenire legge definitiva dello Stato, la sanità sarebbe alle prese con una fuga degli stranieri dai servizi sanitari e porrebbe i medici di fronte a un bivio: rispettare la nuova norma o seguire il codice deontologico. Giancarlo Pizza, presidente dell' Ordine dei medici di Bologna , assicura: «I medici spioni saranno sospesi». Giudizio unanime da tutte le voci della sanità bolognese.
Sul disegno di legge n. 733 in materia di sicurezza, approvato il 5 febbraio scorso dal Senato, l'Ordine dei medici di Bologna non ha dubbi: il medico che denuncerà un paziente immigrato senza permesso di soggiorno andrà in commissione disciplinare e sarà sospeso. La presa di posizione è arrivata attraverso le parole del presidente dell'Ordine e numero uno della Federazione regionale Giancarlo Pizza. Il no ai medici spioni è stato appoggiato anche dai principali esponenti della sanità bolognese, a partire dall'Assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna Giovanni Bissoni.

Se il disegno di legge dovesse essere approvato definitivamente, spiega Pizza, due sarebbero gli effetti collaterali più importanti: «Uno riguarda l'impatto sulla popolazione perché avremo un mancato portarsi da parte degli irregolari a visite mediche» con la conseguenza di un inquinamento della società ad opera di malattie gravi e diffusive. Il secondo aspetto riguarda invece i medici: il presidente dell'Ordine si dice sicuro che non ottempereranno al decreto sicurezza «proprio per il rispetto che devono all'articolo 3 del codice deontologico, che impone loro di curare tutti indipendentemente dal loro stato giuridico, sesso, età, religione».

I temi della salute dell'individuo, del rapporto medico-paziente e del rispetto della deontologia professionale sono stati al centro di una recente conferenza stampa promossa dagli specializzandi al policlinico S. Orsola di Bologna per contrastare la norma del pacchetto sicurezza. «I medici – riconosce Pizza – si trovano in grande difficoltà perché da un lato potrebbe esserci la mannaia di una legge, dall'altro c'è invece la volontà riaffermata del rispetto del codice». Di fronte a questo bivio cresce la fiducia nei confronti dei ventiduemila medici presenti in Emilia-Romagna affinché intraprendano la strada della tutela di tutti coloro che si trovano nelle condizioni di bisogno assistenziale.

Intanto, per evitare una fuga degli stranieri, anche regolari, dai servizi sanitari la Regione ha emanato una circolare affinché «le Aziende svolgano una diffusa opera di informazione sul fatto che la norma in questione non è stata approvata in via definitiva dal Parlamento e che, pertanto, non esiste allo stato attuale alcun possibile problema legato all'accesso degli stranieri non regolari alle strutture del Servizio sanitario regionale».
(alessio aymone) 2009-03-02 11:52:07 Fonte foto: (ami)
guarda il video

 

Dossier emendamento sicurezza 2008 - 2009

 

"Pacchetto Sicurezza" 2008-09. Nell'ambito della discussione in Senato del cosiddetto “Pacchetto Sicurezza” (atto 733), prima in Commissione congiunta Giustizia ed Affari Costituzionali, e poi in aula sono stati depositati da sei senatori della Lega Nord degli emendamenti che minano radicalmente uno dei principi base della politica sanitaria nei confronti dei cittadini stranieri nel nostro paese e cioè la garanzia di accessibilità ai servizi per la componente irregolare e clandestina con il divieto della loro segnalazione all'autorità di polizia.
Due emendamenti (prot. 39.305 e 39.306) chiedono rispettivamente la modifica del comma 4 e l'abrogazione del comma 5 dell'articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull'immigrazione).
In Italia è in atto una grande mobilitazione contro la proposta della Lega.
A sostegno dei contenuti dell'appello della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (e degli analoghi appelli di Medici Senza Frontiere e dell'Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione) sono infatti intervenuti ampi settori dell'ambiente professionale e scientifico, sociale e sanitario: la Federazione di tutti gli ordini dei medici italiani, l'Ordine degli assistenti sociali, quello degli psicologi, le Federazioni nazionali dei collegi degli infermieri e delle ostetriche, l'Osservatorio italiano sulla salute globale, la Società italiana di pediatria e l'Associazione culturale pediatri, il Centro studi e ricerche in medicina generale, i ginecologi, gli infettivologi, molte associazioni socio-assistenziali e di medici volontari, il Coordinamento nazionale immigrazione della Caritas e la CEI stessa (Conferenza Episcopale Italiana) con Migrantes ... ... .
Il 5 febbraio il Senato ha approvato l'emendamento che ha abrogato il divieto di segnalazione. Unanime lo sgomento, l'indignazione e la preoccupazione. Da quel momento si sono succedute prese di posizione, manifestazioni, dichiarazioni ...
Di seguito (in ordine cronologico) tutti i momenti di questo impegno .>>>> segue
 
Pacchetto sicurezza
Il medioevo della modernità.
Non approvate il provvedimento

 

 
Gli irregolari rischieranno la segnalazione andandosi a curare, ma anche registrare il figlio all'anagrafe sarà impossibile
Da qualsiasi parte lo si guardi, il pacchetto sicurezza approdato alle commissioni riunite della Camera, non può non provocare indignazione.
L'ultima tra le tante norme approfondite ed analizzate è quella che riguarda l'impossibilità di compiere qualsiasi atto di stato civile senza la preventiva esibizione del permesso di soggiorno.

(Questo il nuovo testo dell'art 6 del T.U. se le modifiche venissero approvate:
Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative a carattere temporaneo e per quelli inerenti all'accesso alle prestazioni sanitarie di cui all'articolo 35 , i documenti inerenti al soggiorno di cui all'articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati. )
Si toglie quindi l'eccezione per gli atti di stato civile non compresi nelle categorie menzionate.
Contrarre matrimonio, riconscere un figlio, certificare la morte, curare la malattia: il governo delle migrazioni comincia ad agire, o meglio, intensifica la sua azione sui corpi, sul bios , sulla salute e la malattia, sulla vita e sulla morte, sulle nascite e sulle unioni.
Invisibili non è mai stato inesistenti. Il massimo dell'invisibilità sociale ha potuto in questi anni convivere con la necessità di tenere buone gambe, braccia e menti per il lavoro nei cantieri o nell'assistenza familiare, ma non solo. Essere invisibili in termini di diritti si è combinato con il massimo di visibilità quando il "clandestino", l'"irregolare" è stato buono per costruire intorno alla sua figura le politiche della sicurezza, della paura, dell'allarme e dell'emergenza.
Ma sarebbe sbagliato pensare al pacchetto sicurezza come uno stigma che riguardi solo ed esclusivamente loro , gli altri, i migranti, i "clandestini".
I suoi contenuti ci parlano della crisi, della politica, della vita, del nostro futuro. Lo fanno senza eslcudere nessuno.
E se dentro allo scenario della crisi il razzismo trova facile strada per diffondersi tra le maglie della società travolta e modificata da questo nuovo paradigma globale, una speranza diversa ci viene regalata dall'indignazione a cui, in queste settimane, i medici e tutte le associazioni che operano nel campo della sanità hanno saputo dar voce.
E' possibile oggi guardare alla società che viviamo con gli occhi di chi pensa che il destino, di noi tutti, non possa essere unilateralmente ed incontrovertibilmente scritto da chi legifera. Si può, si deve immaginare la possibilità di praticare una strada diversa.
In primo luogo la presa di parola dei medici ci ha parlato dell'indisponibilità di molti ad essere coinvolti nella macchina di controllo sulla vita - siamo medici non spie ci dicono - così come gli operatori sociali riuniti in assemblea a Venezia si sono interrogati su cosa significhi oggi lavorare nel welfare, in questo tempo in cui la macchina del controllo travolge tutto e sembra chiedere a chiunque di partecipare alla costruzione di una grande gabbia.
Assemblee hanno luogo in ogni città, nelle province e nelle metropoli, l'ultima mercoledì 11, a Padova, in cui Medici Senza Frontiere, Emergency, Caritas, il Progetto Melting Pot Europa, invitati dall'Associazione Razzismo Stop, si sono incontrati davanti ad una platea di un centinaio di persone, quasi tutti medici, infermieri, specializzandi e studenti di medicina, per discutere dei risvolti della legge ma anche e soprattutto del futuro, di come affrontare insieme lo scenario che va configurandosi.
Ma ancora, quello che sta accadendo intorno all'emendamento che sopprime il divieto di segnalazione rileva come ad essere in gioco non sia semplicemente la salute degli invisibili ma più in generale la salute pubblica, la sicurezza di tutti.
Una cosa su tutte crediamo vada affermata: non sarà possibile immaginare ed accettare che questo nuovo assetto normativo possa essere affrontato semplicemente nella speranza che le strutture ed i progetti, già da molti anni preoccupati di fornire cure ai migranti irregolari, possano far fronte alla situazione.
Lo scenario che si profila è quello di una regressione, un imbarbarimento, un passo indietro dell'intera società, un tentativo di riportare al medioevo e quindi di governare da medioevo, il nostro mondo, i rapporti sociali, le tensioni e le contraddizioni.
Non ci stiamo.
Per questo, fin da subito, appoggiando ogni iniziativa perchè l'emendamento non venga approvato, ed anche ogni attività, progetto, che tenti di andare oltre, di praticare obiezione, disobbedienza, di garantire vera sicurezza, pensiamo sia doveroso insieme costruire un terreno reale di mobilitazione.
Il Ministro Maroni ha annunciato che probabilmente, in sede di discussione alla Camera, alla cancellazione dell'art 35 del T.U. potrebbe essere aggiunto un richiamo alle regioni a regolare in specifico la materia. Questa è una grande possibilità di mobilitazione,
Una campagna in ogni regione perchè il comando esercitato attraverso il timore, la minaccia, non riescano a produrre ancor più insicurezza.
Insieme è possibile rifiutare il ritorno al medioevo e parlare del nostro futuro.
Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa
Vedi anche:
Diritto alla salute - Il virus del razzismo. I materiali dell'incontro di Padova
Approfondimenti giuridici:
Salute - Segnalazione degli "irregolari". Il commento all'emendamento (implicazioni penali e costituzionali)
Il documento intersindacale sull'emendamento
Pacchetto sicurezza alla Camera - Se approvato non sarebbe possibile riconoscere i figli per i migranti "irregolari"
Approvato dal Senato il Pacchetto Sicurezza. Il ddl 733
Analisi, notizie e appelli:
Noi non segnaliamo day - Un coro unanime: non approvatelo!
"Noi non segnaliamo day" - Il 17 marzo in diverse città
Bologna - Contro il razzismo, per il diritto alla salute, noi non segnaliamo! Presidio dei medici e delle associazioni
Padova - Noi non segnaliamo day
Padova - Apre Rights Now. Uno sportello contro le discriminazioni e le segnalazioni degli irregolari
Divieto di segnalazione - Siamo medici ed infermieri, non siamo spie
Segnalazioni degli irregolari - Possibile parola alle Regioni
Ordine dei Medici - Chi segnala gli irregolari può essere sanzionato
Divieto di segnalazione - Per molte regioni è un impegno. Ma in Veneto c'è chi annuncia la delazione
Speciale pacchetto sicurezza - La società nell'ombra del sospetto
Interviste:
Pacchetto sicurezza - Il controllo sulla vita. La vera emergenza è il razzismo intervista al Prof Sandro Mezzadra, Iniversità di Bologna
Quando la crisi morde davvero. Pacchetto sicurezza e tentativi di divisione e controllo intervista al Prof. Sandro Chignola, Università di Padova
Soppressione del divieto di segnalazione: un pericoloso passo indietro, ma per noi non cambierà nulla intervista al Dott. Carlo Belloni, chiurgo, Medici Senza Frontiere
Indisponibili a segnalare i migranti - Un coro unanime di tutto il mondo della sanità intervista al Dott. Roberto Marinello, pediatra, Associazione Ya Basta
 
[ giovedì 12 marzo 2009 ]







 

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